martedì 21 dicembre 2021

Viviamo dentro un film dell'orrore


Testo di Zret

Non saprei definire la situazione attuale, forse tragicomica, grottesca, macabra, inquietante… Le persone sono oggi per lo più trasformate in satanassi che, se potessero, girerebbero con una siringa per iniettare il salvifico veleno a quei pochi che non sono caduti nella trappola. Uomini e donne di un’ignoranza crassa quanto protervi, rozzi nella loro violenza verbale, nel loro fanatismo scientista. Da un lato la dilettantesca recitazione di politicanti, medicastri e pennivendoli che fingono di preoccupparsi della salute pubblica; dall’altro la strage di bambini, adolescenti, adulti, anziani che si accasciano all’improvviso per un malore, poco dopo essere stati trapunti. E’ una falcidia paurosa: emorragie cerebrali, ictus, infarti, aneurismi… E’ un andirivieni di autoambulanze le cui sirene strappano il caotico silenzio delle città: gli ospedali sono gremiti di pazienti danneggiati dai filtri che poi sono uccisi con sedativi e con tubi che insufflano ossigeno nell’apparato respiratorio. Neanche uno scrittore specializzato nel sottogenere horror sarebbe riuscito o riuscirebbe ad ideare uno scenario così raccapricciante e grandguignolesco dove per giunta i carnefici in camice sono acclamati come eroi. Che pensare poi dei centri “vaccinali”? File interminabili di ignare vittime che, come in una catena di montaggio, prenotano la loro prossima morte, credendo di ottenere l’immortalità. Eppure l’aspetto più abominevole e ferale non è tanto il massacro di corpi che si consuma in questo accogliente macello, piuttosto lo scempio dell’intelligenza, quel poco che ne rimane: masse di ebeti dallo sguardo spiritato e grifagno si aggirano fra le carcasse di un mondo in putrefazione.

14 commenti:

  1. Risposte
    1. Antonio Marcianò, fratello del più famoso Rosario, è un professore di lettere, credo. E si sente.

      E' un veterano della ricerca indipendente.

      Il suo blog è stranamente fermo al 2018.

      Deve essersi trattato di qualche crisi personale.

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  2. Si sente che sa scrivere, vero. Ho letto qualche suo commento in passato, da qualche parte. The class is not water, che in inglese burlesco maccheronico vuol dire la classe non è acqua. Sempre più personaggi massicci, di spessore, pare si affaccino recentemente sul blog. Ciò significa che non siamo 4 gatti intignati, come millanta il Sed Vaste. Tutt'altro, direi.

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    1. Citazione:

      "non siamo 4 gatti intignati"



      Il contatore mi dice che ieri ci sono state 5.913 visite.

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  3. ... questa pagliacciata virale è l'ennesima dimostrazione è conferma di quanto, la massa, sia fondamentalmente idiota da ormai settant'anni ...
    Solo un cieco o in malafede, non può non notarlo.
    Hanno ciò che si meritano ... e, cristianamente, non provo alcuna pietas per loro
    saluti
    Piero

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  4. Zret, Alceste, Fragmenta… tra i blog che ho sempre letto con piacere per la capacita' di stimolare la riflessione. Tre stili ed anche modi di pensare diversi, eppure simili nel lirismo e nella spietata consapevolezza di fondo, mai definitiva, come e' giusto che sia.

    Ricordo che proprio da Alceste commentavo, ben prima dell'inizio delle danze C19, che trovavo che il modo di dare le notizie di morti nelle cronache locali negli ultimi tempi era cambiato radicalmente: molte volte si trattava di anonimi, di cui venivano date solo le iniziali, e sempre "si accasciavano" e poi morivano, cosi', senza causa apparente, senza che il giornalista tentasse neanche un'ipotesi, rimandando tutto ad una generica "causa ancora da accertare", senza mai piu' dircela. Insomma a che serviva allora dare tale non notizia? Io ricordavo cronache locali con nomi e cognomi e probabili cause della morte, o quelle certe, una volta accertate, e… nessun accasciamento. Trovavo anomali tutti quegli "accasciati", e lo stesso uso smodato di tale verbo in relazione alla successiva morte … ma sono ricordi lontani, o forse ricordo male io, oggi in effetti e' gia' soltanto normale accasciarsi anonimamente e… via.

    Il testo di Zret mi ha ricordato il film "Il settimo sigillo" di Bergman, di cui pure mi pare parlai da Alceste all'inizio delle macabre danze C19.

    Ise

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  5. Un paio dei tanti dialoghi del film, che ho trovato in rete:

    "I avventore: Sì, sì, è vero. Il contagio si va diffondendo su tutta la costa e i morti non si contano più. Normalmente di questa stagione si fanno grossi affari, e invece quest’anno non ho venduto neanche uno spillo.

    Cameriera: Forse è giunta la fine del mondo. Certo che accadono cose orribili. Pare che giù al villaggio una donna abbia partorito una testa di lupo.

    I avventore: La gente è come pazza. Fuggono tutti al nord trascinandosi dietro la peste.

    II avventore: Se è vero quello che dicono, meglio badare solo ai propri affari e godersela fino a che si ha la forza di stare in piedi.

    Cameriera: Molti si sono purgati con il fuoco e ne sono morti. Ma il prete dice che è molto meglio morire puri piuttosto che vivere preda di Satana.

    I avventore: È la fine, ecco che cos’è. Sì, lo sappiamo tutti quanti, ma nessuno ha il coraggio di dirlo forte. È la fine del mondo e la gente non ragiona più dal terrore."

    Oppure:

    "Antonius Block: Dall’oscurità che tutti ci attornia mi rivolgo a te, o signore Iddio. Abbi misericordia, che siamo inetti, e sgomenti, e ignari.

    Jöns: Nell’oscurità in cui dite che siamo avvolti, e probabilmente è proprio così, non c’è nessuno che ascolti i vostri lamenti o lenisca le vostre sofferenze. Asciugate le lacrime e specchiatevi nella vostra indifferenza."

    Saluti,
    Ise

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    1. PS: Ho riportato tali dialoghi non perche' ne condivida pienamente il senso, ma perche' rilevo che la pazzia (scatenata dal terrore) e l'indifferenza, che e' parte della prima, sono i tratti dominanti di questi ultimi tempi. I dottori non riescono ancora a mettersi d'accordo sulla diagnosi delle cause scatenanti, perche' ne sono parte…

      Ise

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  6. Il pezzo di Zret è scritto con maestria e induce , se ce ne fosse bisogno , ad ulteriori riflessioni su questa isteria di massa che dura da quasi due anni.
    Anzi , mi correggo, l'isteria dura da almeno una cinquantina d'anni , come ho già avuto modo di esprimere , da quando è cambiato l'approccio alla salute , con l'entrata massiccia dell'industria farmaceutica a conquistare spazio nella cura.
    Non solo nella cura , anche in quella che è chiamata "prevenzione" , parola magica in cui racchiudere il dubbio di avere qualche malattia , debitamente iniettata nelle menti con l'appoggio dei media , tv e giornali , di tante rubriche sulla salute , che in definitiva ad una persona che si svegliava di buon umore mettevano la pulce nell'orecchio che poteva avere qualche patologia latente.
    La mente , qui sta il trucco ... se ti impossessi della mente hai campo vinto.
    Ed è quello che è successo , ambulatori medici sempre pieni , proliferare di case della salute , di cliniche specializzate , di diagnostica , di mega ospedali , baracconi con migliaia di persone ogni giorno in giro per reparti a farsi scannerizzare ogni parte del corpo per sedare l'ansia da ipocondria.
    Basterebbe affrontare la vita con la giusta dose di fatalismo , pensare che la fine arriva per tutti e che fino alla fine è logico , è umano vivere , e vivere non contempla mezzi termini , vivere vuol dire vivere , nel senso di godere di ogni istante come se fosse l'ultimo , anche perchè non sappiamo quando arriverà l'ultimo , quindi ...
    Basterebbe riuscire a fare questo semplice "ragionamento filosofico" per vedere tutto in un ottica diversa

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    1. @ Bobo,
      hai perfettamente individuato il centro del bersaglio,
      ossia "sedare l'ansia da ipocondria".Salutoni.

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  7. Esatto, ad esempio colonscopie ad iosa, agli anziani, specialmente quelli malmessi come me. Devastanti... Prevenzione, ovvero mangiare l'uovo in culo alla gallina. Colonscopia avicola. Il mio dottore è fissato con il tumore del colon, come se io non avessi già abbastanza guai... Ho rifiutato analisi invasive ed umilianti. Non sono più un ragazzino, vedremo.
    La partita è persa. Hanno inoculato al minimo, il 60/70 percento dei disabili emotivo-mentali. Il Johnson Vax intanto fa il suo sporco lavoro doucement, dolcemente. Meme pendant la nuit, anche nottetempo. Mi ricorda il detersivo forse dello stesso produttore, lo slogan: È notte, Biol Lava... Stesso procedimento, stessa mer*a.

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    1. Una fabbrica di detersivi che produce vaccini.

      L'inverso al momento non esiste.

      Ma in futuro forse...

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