Non si salva nessuno! Stavolta è toccato a una gallinella d’acqua, allontanatasi di pochi metri dalla roggia dove stava nidificando. L’ho trovata e raccolta stamattina nello stesso comune dove ho trovato e raccolto il capriolo, che tanta sfortuna mi ha portato. Basaldella è una frazione di Campoformido come ce ne sono tante, in Friuli, ma se si verificano tanti incidenti con animali è perché è una zona molto industrializzata, e la mattina e la sera c’è un via vai continuo di macchine. Ad un esame superficiale, mi è sembrato un maschio. Per cui è possibile che si sia allontanato fin sull’asfalto per cercare cibo per la femmina in cova sul nido, anche se di primo acchito ho pensato che, in questa stagione, se si trova un adulto morto, può essere che anche i pulcini siano condannati a morire, sulla falsariga della poesia pascoliana “Tornava una rondine al nido”. Poi, ho pensato che i rallidi, famiglia a cui appartiene la gallinella d’acqua, insieme alla più famosa folaga, hanno prole precoce, per cui, anche se i due genitori dovessero venire a mancare, i nidiacei hanno molte probabilità di salvarsi. Se avessi ancora la fototrappola, che mi è stata rubata, avrei usato la gallinella come esca ma invece, avendola portata a casa, come avevo fatto con il capriolo, ho voluto vedere la reazione dei miei due cani. Entrambi erano interessati, ma Petra solo come curiosità, mentre Pablo come se intuisse che era...roba da mangiare. La presenza delle piume deve averlo reso indeciso sul da farsi, anche se il suo istinto di predatore gli diceva di azzannare comunque. Alla fine, anche lui ha desistito. Approfittando delle nostre quasi quotidiane passeggiate in natura, ho deposto la gallinella d’acqua in mezzo alla vegetazione, sulle rive del fiume Stella. Non riuscendo, per mancanza di tempo, e anche di attrezzatura fotografica, a fotografare questi elusivi uccelli, al momento devo accontentarmi di vederli morti, ma quando muoiono, sotto le ruote delle automobili, muore con loro anche la magia della natura selvaggia.
Che tristezza....se poi lasciano dei piccoli che non se la cavano...la natura mi piace sempre meno, ogni anno che passa, infatti io sostengo sempre che tolto l'uomo (che sarebbe già gran cosa), non è che andrebbe benissimo lo stesso, in natura si può morire anche senza l'uomo di mezzo (malattie, un fulmine, un predatore, mancanza di cibo, etc).
RispondiEliminaI viventi sono progettati per soffrire, in generale...fanculo anche alla natura.
Zenzero
La natura ti vuole morto.
RispondiEliminaSi nasce per morire.
Tra un bicchiere di vino e una canna.
Ti estrapoli mentre lentamente muori.
Poi ti sposi.
E sono due
Poi figli e nipoti
E muori tre volte.
Poi le malattie.
Poi gli amici
Pure le formiche una volta che hanno riempito il deposito di crackers hanno chiuso
Ci vediamo a maggio.
Son belle le formiche.
Basta mettere del cibo vicino alla tana e
Loro prendono ringraziano e chiudono il buco .
È di una semplicità spaventosa.
Nooo.
Ci vuole il b......n
Date da mangiare agli animali
E saranno vostri per sempre.
Sindrome di Stoccolma.
Mmmmmm
Mi sono incartato
Scusate.
Questo commento è carino.
Elimina"Tra un bicchiere di vino e una canna"
Tu abbondi più con il primo o con la seconda?