Le magliette erano a
Vicenza e dovevano arrivare a Muggia, in provincia di Trieste. E' stata adottata la stessa
tecnica, chiamata “staffetta”, di quando si vuol far arrivare un
cane da Palermo a Varese, o da Foggia ad Aosta: entrano in azione
volontari, in genere donne, che fanno un pezzo di strada in macchina
con a bordo il cagnetto, in direzione del nord Italia. Si danno
appuntamento con la volontaria successiva in qualche autogrill per la
consegna del cane, che alla fine arriva nella città di destinazione,
dove un'altra volontaria s'incarica di consegnarlo alla famiglia
adottiva. Indispensabile uno smartphone collegato a internet.
Contemplando il fenomeno nella sua interezza, è bello vedere come ci
sia fra gli animalisti una comunanza di idee e di propositi. Benché
abusata come parola, penso che anche questo si possa chiamare amore.
Con le 20 magliette partite da Vicenza, con destinazione la due giorni di cultura vegana di Muggia, io non ho fatto da staffetta, ma
da tramite tra le due volontarie viaggiatrici.
La prima, Daniela Billiani (in foto), è partita da Porcia ed è venuta a Codroipo a
consegnarmele. La seconda, Barbara Novelli, è venuta a Codroipo da
Udine per recuperarle e portarle il giorno dopo a Muggia, per essere
vendute sul banchetto dell'OIPA, dove lei si sarebbe fermata tutto il
giorno. Io non ho fatto altro che consegnarle a Barbara, dopo che
Daniela se n'era andata. Per me è stato un piacere incontrare le due
attiviste e non ho consumato una sola goccia di benzina. Anzi, mi è
servito per ammirare la dedizione con cui queste due brave colleghe
stanno dedicando la vita, come ho fatto io in passato, per la causa
dei diritti animali.
Forse si potrebbe
valutare negativamente il fatto che c'è molto dispendio di energie
per ottenere un risultato di poco conto, se si pensa che in questi
tempi di crisi (e parlo come esperto nel settore dei mercatini
dell'usato) poche persone sono disposte a spendere 12 euro per una
T-shirt, a meno che non siano spinte dalla consapevolezza che lo
fanno per una buona causa. Massimo Tettamanti (in foto), medico antivivisezionista, parla a Muggia in una sala al coperto,
mentre all'esterno c'è il gazebo con materiale informativo, libri,
opuscoli, manifesti, spille e le sudate magliette vicentine, oltre
all'immancabile cassetta per le offerte. Tra il trasportare un essere
vivente, sapendo che gli si cambia in meglio la vita e il trasportare
magliette che, anche se dovessero essere acquistate e indossate, non
cambieranno la vita delle cavie dentro gli stabulari, c'è una certa
differenza. Nel primo caso ci si può dichiarare soddisfatti, nel
secondo è già meno gratificante. Ma questo è soggettivo e io parlo
per me, ovviamente.
Se qualcuno pensa che
una volta effettuato il passaggio del materiale, le due animaliste
avessero finito, si sbaglia. In realtà – e questo spiega perché
sono stato coinvolto abitando a metà strada tra Porcia e Udine –
sia Daniela che Barbara Novelli (in foto) avevano ancora mille cose da fare prima di
sera: la prima andare a recuperare dei cuccioli di gatto, la seconda
passare a ritirare delle cialde vegane a forma di cuore (anche sulle
magliette ho notato lo stesso simbolo) in una pasticceria, da portare
il giorno dopo a Muggia, così da variare la merce in vendita e
attirare anche i golosi: si tratta di strategia di marketing. Anche
Barbara non scherza in fatto di collocamento cuccioli. L'ho
notato perché mentre sorseggiavamo due cioccolate al latte di riso,
seduti al tavolo di una pasticceria codroipese, il cellulare le
squillava di continuo, ma lei non rispondeva per rispetto nei miei
confronti. Cosa apprezzata. Alla mia esortazione di rispondere,
Barbara ha ribattuto: “So di cosa si tratta: rogne!”, intendendo
con tale termine anche le richieste di intervento per recupero e
collocamento di cuccioli.
Benché queste
colleghe abbiano tutta la mia ammirazione, io non potrei mai fare
questa vita. Non mi ci sento tagliato. Il mio curriculum comprende
attività di tipo illegale sul genere di A.L.F. ma ciò non significa
che non consideri altrettanto importante occuparsi di cuccioli in
esubero. E' senz'altro un'opera meritoria, che peserà su groppone
degli animalisti finché non si realizzerà la totale eliminazione
del randagismo mediante la sterilizzazione dei cani e dei gatti
senza padrone.
Tuttavia, collocare
cuccioli non è l'unica attività delle due animaliste. Daniela si dà
molto da fare a Pordenone per organizzare conferenze. Barbara è
guardia eco-zoofila (G.E.Z.) e, con i suoi colleghi dell'OIPA, riesce
ad intervenire con sanzioni pecuniarie in casi di maltrattamento,
arrivando anche al sequestro degli animali maltrattati. Se in passato
non avessi scelto la strada ribelle, come cantava Lou Reed forse anch'io
sarei diventato una guardia zoofila, ma il destino non si sceglie e
il passato non si cambia. Si diventa ciò che si è e io sono sempre
stato insofferente verso leggi e regole. Un ribelle. Credo tuttavia che anche questo,
a dispetto delle apparenze e dei luoghi comuni, sia amore.
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