domenica 7 maggio 2017

Il vero scandalo è permettere che sbarchino



Hanno creato scalpore e indignazione alcuni scatti fotografici che ritraggono due persone intente a consumare un rapporto sessuale in pieno giorno in centro a Roma. Il “fattaccio” è avvenuto a Piazza Indipendenza a poca distanza dalla stazione Termini. Per molti si è trattata dell’ennesima dimostrazione del degrado della Capitale. Ma come sempre in questi casi dietro quelle fotografie c’è una storia molto più complicata. Le foto sono state scattate dalle finestre di un palazzo prospiciente la piazza dove ha sede la redazione del Sole 24 Ore. La coppiara infatti sull’ingresso di Palazzo Curtatone l’ex sede Federconsorzi e Ispra. Nel 2013 il palazzo è stato occupato da più di quattrocento migranti provenienti da Somalia, Eritrea ed Etiopia. E dopo cinque anni l’occupazione continua ancora. A complicare le cose c’è il fatto che gli “ospiti” di Palazzo Curtatone sono richiedenti asilo e quindi avrebbero diritto ad una sistemazione più consona e dignitosa. A doverla garantire sono il Governo e il Comune di Roma che però da cinque anni hanno deciso di non farsi carico della situazione. Non si sa però nemmeno quanti degli occupati abbiano diritto allo status di rifugiato e quanti invece no.


L’occupazione quindi è andata avanti e le autorità non hanno mai provveduto a sgomberare quello che in molti definiscono un “palazzo della vergogna”. Tra i molti motivi c’è anche il più ovvio: una volta sgomberati gli occupanti dovranno essere ricollocati. Meglio lasciare le cose come stanno, e poco importa che la proprietà (il fondo immobiliare Omega gestito da Idea Fimit) abbia più volte chiesto di poterne rientrare in possesso. Nel 2015 l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva promesso che il governo si sarebbe occupato della questione definendola “prioritaria”. Attualmente gli occupanti sono circa cinquecento e il palazzo è diventato un vero e proprio ghetto, una città nella città.
Nel frattempo la proprietà continua a pagare Imu, utenze e altre spese di amministrazione. Il palazzo di nove piani prima dell’occupazione aveva un valore pari a 80 milioni di euro e fino ad ora Idea Fimit ci ha rimesso oltre 4 milioni di euro. Nonostante i numerosi solleciti da parte dell’autorità giudiziaria il palazzo rimane una terra di nessuno. Ad inizio 2016 la Guardia Costiera è riuscita ad ottenere il “permesso” ad accedere all’edificio per arrestare alcuni scafisti che si nascondevano nel palazzo: dodici gli arresti. Qualche mese prima i Vigili del Fuoco avevano sequestrato una cinquantina di bombole di gas che gli occupanti utilizzano per scaldarsi e cucinare. Il “degrado” non è tanto il rapporto sessuale consumato all’aria aperta quanto il fatto che vengano lasciate prosperare forme di illegalità di questo tipo.





Tutti sanno dell’esistenza del problema e sono state fatte numerose interrogazioni parlamentari ai quali è stato risposto promettendo lo sgombero. Sgombero che però non è ancora avvenuto. Questura di Roma e Ministero dell’Interno distano poche centinaia di metri così come il Ministero dell’Economia che sostanzialmente è dall’altra parte dell’isolato. Dall’altra parte di Piazza Indipendenza c’è la sede del Consiglio Superiore della Magistratura, tutto intorno ci sono le ambasciate dei paesi stranieri (la più vicina è quella tedesca). Siamo nel pieno centro di Roma, a due passi dai palazzi delle istituzioni ma nessuno fino ad ora ha voluto farsi carico della situazione. Gli occupanti hanno le loro colpe ma la responsabilità maggiore è quella della politica che evidentemente preferisce questo genere di accoglienza ad una più ordinata e dignitosa.

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