Fonte: Pro Italia
Le politiche messe in campo da Unione europea e Governi italiani per realizzare la “transizione ecologica” si raccontano come misure a tutela dell’ambiente ma, nei fatti, costituiscono il più clamoroso assalto di sempre al portafoglio degli italiani. Tanto per cominciare, la tassazione europea sulle emissioni di CO2 e l’imposizione del rinnovamento in chiave “green” dei macchinari costituiscono due dei fattori che pesano di più sui bilanci delle nostre imprese. Le quali, inevitabilmente, scaricano i costi sui prezzi finali alimentando l’ondata inflattiva di cui siamo in balia. Anche l’aumento dei prezzi dei carburanti è in buona parte causato da questo eco-delirio. A causa delle politiche green imposte dall'UE, infatti, in Italia abbiamo smesso da tempo di investire nel settore della raffinazione. E così, anche quando il prezzo del greggio non è a livelli allarmanti, noi dipendiamo dalle importazioni dall’estero di prodotti già raffinati il cui costo elevato ricade sul prezzo alla pompa. La diffusione e l’estensione delle ZTL in combinazione con le limitazioni sempre più frequenti alla circolazione dei veicoli con classi ambientali inferiori all’euro 6 stanno imponendo a milioni di famiglie di rimpiazzare altrettante automobili perfettamente funzionanti. E chi non può permettersi di acquistare un veicolo di ultima generazione o una costosissima auto elettrica? Semplice: resta a piedi. È fondamentale capire che non si tratta soltanto di una questione economica. Impoverire gli italiani al punto di privarli persino dell’auto di proprietà significa affondare un attacco diretto al nostro stile di vita e alla nostra libertà di movimento. Tutto questo rappresenta una deriva inaccettabile. Se a Bruxelles qualche fanatico del millenarismo climatico vuole privarsi anche dell’aria che respira, faccia pure. Ma che non si azzardi a imporre a noialtri i suoi dogmi demenziali. La nostra libertà è sacra. Non la molleremo certo a qualche gretino.
Ci sono zone dove è prescritto il limite di 30km/h..... e in più le colonnine arancioni...è una cosa devastante mantenere il piede in una specie di equilibrio, con l'occhio sul tachimetro, dopo qualche centinaio di metri mi comincia a formicolare la gamba, e in più rischio anche di farmi tamponare perché dietro spingono, soprattutto i camion che tendono a correre quando si trovano davanti uno che rispetta i limiti (per non pagare al comune le multe, sia chiaro).
RispondiEliminaLuigi S.
Nei centri abitati di tutta la Germania c'è, da molti anni, il limite dei 30 Km/h e non credo che l'abbiano cambiato di recente.
EliminaNon abbiamo buone carte in mano, ora come non mai, né si può far affidamento sulla comune rabbia, voglia di giustizia e via discorrendo..Mi fanno sempre sorridere, a denti stretti, i proclami, le minacce, giù le mani qua, giù le mani là, abbiamo la stessa forza contrattuale di un sindacalista del movimento pensionati, il quale, al massimo, può indurre i vecchietti ad uno sciopero bianco dei cantieri stradali e similari, ovvero smettere di seguire l',avanzamento lavori da dietro le transenne. Né dobbiamo dimenticarci della quota fisiologica di collaborazionisti , servi sciocchi, traditori che già stanno bene come stanno perché titolari di soprassoldo, ricostituente, stimolante e calmante al contempo. Chi glielo fa fare a loro.... O no?
RispondiEliminaHai fotografato una situazione che purtroppo corrisponde alla realtà.
EliminaC'è un senso d'impotenza solo un po' attenuato dai proclami di cui parli, fatti per autocompiacimento.
In Inghilterra gruppi di cittadini organizzati sabotano le telecamere ai varchi delle città sperimentali di 15 minuti ; sempre lì un considerevole numero di automobilisti se ne fotte dei divieti , gira libera e non paga le multe.
RispondiEliminaUna via d' uscita si trova sempre ,invece che lamentarsi sui social bisogna agire sul campo.
Il governo inglese sta facendo marcia indietro sui propositi green che si era prefisso.
Ho letto anche io la notizia, le città universitarie sono sempre le più "ribelli "
RispondiEliminaLe più all'avanguardia secondo certi aspetti. Vedremo....
Ho sempre vissuto in cittadine di provincia. La casa in cui vivo ora è inserita in un contesto rurale e, nonostante tutti i miei sforzi, non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa voler dire "una città di 15 minuti".
RispondiEliminaE' una cosa del tutto aliena, per me.
RispondiEliminaBe', non mi sembra ci voglia molta immaginazione per capire cosa sia una "città di 15 minuti". Se elimini le automobili, il vero cancro del pianeta, la gente dovrà usare le gambe per gli acquisti, andare dal medico o in farmacia ecc. Insomma, le cose di cui si ha bisogno devono essere a portata di mano o di gambe. In alternativa si potrebbero usare ovviamente anche i mezzi pubblici.
Alla fine del secolo scorso (poco più di vent'anni fa) circolavano in tutto il mondo circa 550 milioni di veicoli. Sembrano pochi, ma erano già tanti, anzi troppi. Vent'anni dopo circolano oltre un miliardo di veicoli, forse saranno due miliardi già nel 2025. Possiamo continuare così? No, non è possibile. O volete l'automobile, ormai considerata un diritto umano, per i prossimi dieci miliardi di esseri umani? Più pedoni, meno automobili mi sembra un buon progetto, già realizzato per es. in Danimarca. Una città a misura d'uomo insomma, vedi anche il post di oggi sull'odio dei capitalisti per la bicicletta.
Citazione:
Elimina"usare le gambe per gli acquisti, andare dal medico o in farmacia"
La cosa è del tutto irrealistica e può essere scaturita solo da persone con menti malate, che magari hanno l'autista personale.
Io che ho una certa dimestichezza con persone che vanno dal medico o in farmacia, so che le città da 15 minuti farebbero morire di disperazione e di mancanza di soccorsi tutti gli anziani, incapaci di deambulare autonomamente.
Ma uccidere i vecchi, come abbiamo visto con il Covid, è esattamente ciò che voglio loro!