venerdì 12 novembre 2021

Il lavoro rende liberi e la verità viene sempre a galla


Testo di Giuliano Lancioni

Un aspetto che sfugge tutte le volte che si cita il motto di Auschwitz è che molti lager avevano motti analoghi, spesso frasi di uso comune che non hanno preso l'accezione negativa del "rende liberi". L'origine della prassi è negli anni '30, quando erano campi di lavoro. All'epoca i detenuti erano prevalentemente politici, e l'idea era della riabilitazione attraverso il lavoro (in parte come in Unione Sovietica, ma ovviamente in senso opposto). 



Ecco il motto di Buchenwald, "Jedem das Seine", "a ciascuno il suo". Lo stesso motto "Arbeit macht frei", "Il lavoro rende liberi", era nato in altri campi di concentramento non destinati allo sterminio, a partire da Oranienburg, poi ricostruito come Sachsenhausen. Dopo la guerra una parte di Sachsenhausen fu riutilizzata dai sovietici come campo di prigionia del NKVD (antenato del KGB), il "lager speciale n. 7".




6 commenti:

  1. Adesso si sono raffinati , per lavorare devi iniettarti una sostanza tossica oppure devi pagare per dimostrare che sei sano.
    Quando lavoravo io dovevo dimostrare di essere malato altrimenti mi etichettavano come lavativo.
    Ma da qualsiasi parte la si giri, il lavoro , in una modello sociale malato nelle fondamenta , cioè parcellizzato e funzionale solo all'arricchimento materiale , è per la grande maggioranza solo una grande alienazione da se stessi.

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    1. Per dare un senso alla frase detta sopra la stessa sarebbe:
      Quando lavoravo io, se mi assentavo , dovevo dimostrare di essere malato altrimenti mi etichettavano come lavativo.

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  2. Ho smesso di lavorare...."in bianco" (oggi lavoro in nero) nel 2003, ma devo esser sincero: avevo incontrato una miliardaria e mi sono fatto mantenere da lei per un po', finché è durata.

    Licenziarmi è stata comunque la scelta migliore, una scelta di vita, che mi ha dato molto tempo a disposizione e il tempo è l'unica cosa che noi esseri umani possediamo realmente.

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    1. Ah ah ah freeanimals lo gigolo mancato, il rubagotti del Friul stagionato ah ah ah

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  3. Paradossi, curiosità, roba da"strano ma vero" della Settimana Enigmistica. Io, noi, facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, brrrr... non c'è da fidarsi di tali iddei. Bene che vada sono uguali a noi! Egli, loro, ci amano di infinito amore, benché la schiera ormai fin troppo nutrita degli "amati" fa dubitare tutti ricevano in egual misura affetto e pacche amichevoli dai celesti genitori. Chi è parecchi in famiglia dimolto vede, e poco piglia, diceva la nonna... Comportati bene mi/ci godrai in paradiso insieme alle persone a te care già disincarnate. Fasci di luce calda tipo discoteca, orgasmo dell'anima continuo, casa di piacere con sons et lumieres. E poi i ghetti, le prigioni, le prigioni nella prigione maxima, la terra. Donde non si può sfuggire se non stecchiti o col pensiero. Quest'ultimo avvilito, inquinato da secoli, millenni di fregnacce, puttanate, talche' il terrore spesso ci coglie quando pensiamo al momento del trapasso, che prima o poi arriva, arriva. Forse siamo qui per imparare, per evolverci, ma kakkio! Non ce ne danno la possibilità. Una ipotesi di anima in un corpaccione da primate, un organismo attivo h24, che ingurgita, trasforma, assimila, espelle in un ciclo senza fine. A spese di altri esseri viventi animali o vegetali. Orrende tramogge con foto di entrata e di uscita, qualche pensiero elevato, magari stuzzicandoci i denti dopo una pantagruelica libagione. A stomaco vuoto non c'è Cristo né Madonna che tenga. Non ce ne danno l'occasione, la possibilità. Tossici con qualche desiderio di disintossicarsi. Rinchiusi in stanze piene di sostanze dalle quali vorremmo affrancarci.

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  4. ..... Leggasi con foro di entrata e di uscita....

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