sabato 6 novembre 2021

Chi ha paura del lupo Alberto cattivo?



Testo di Gabriella

Alberto Sordi ebbe 18 cani di tutte le razze, li teneva in casa, dormivano sui letti. Alla loro morte li seppelliva in giardino nella sua villa romana e vi piantava delle rose. Li definiva amici, veri compagni fedeli, infatti li definiva persone. 

11 commenti:

  1. E allora racconto un aneddoto su Totò e il GRANDE Peppino de Filippo.
    Un giorno Totò fece visita alla casa di Peppino, e vide nel giardino tante tombe, piccole, e gli chiese perché.
    Peppino rispose che erano i suoi adorati cani che lo avevano lasciato.
    Totò gli disse (perdonatemi ma io non so il napoletano):
    "sei nu bravo guaglione, mi hai commosso".

    E altro aneddoto, su Peppino, il migliore, per me, dei due fratelli, per un sacco di ragioni:
    Peppino aveva già avuto una moglie da cui era nato Luigi.
    Quando conobbe quella che divenne poi la sua credo, seconda moglie, (non penso ne abbia avute tre), le fece un test, che consisteva nel sapere quanto lei fosse amante degli animali; solo se lo avesse superato, l'avrebbe sposata.
    Lo raccontò lei stessa.

    E non dimentichiamo il GRANDE Gilberto Govi, che aveva allestito un rifugio insieme alla moglie Rina.

    Su Totò mi vien da dire che lui fu un amante dei cani, che sottrasse alla strada, per, parole sue, evitargli di dover patire i dispetti dei ragazzacci che si divertivano anche con atti cattivi a tormentarli.
    Purtroppo quando Totò morì, la sua seconda sposa, la Fialdini, smantellò il rifugio e tanti saluti ai poveri cani.
    E, aggiungo io, povero Totò che non si accorse dell'animo della sua consorte.

    Zenzero

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    1. Ti racconto anch'io un aneddoto pertinente, tratto da Il giorno.


      Un giovane precettore che voleva farsi assumere da una ricca famiglia, sapeva che la padrona sceglieva sulla base del comportamento del suo cagnetto, quando i candidati si presentavano al suo cospetto.

      Allora, mise una fetta di salame all'interno dei calzini, sotto la tonaca, e il cagnetto della padrona si fiondò da lui annusandolo e facendogli le feste.

      La padrona, così ingannata, lo assunse.

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  2. Il tuo aneddoto non è per nulla pertinente, perché non è basato sull'affetto ma appunto sull'inganno.
    E coi personaggi succitati, l'inganno non c'era.Li amavano e basta (tranne la Fialdini, ma è un altro discorso, casomai è lei che ha ingannato Totò).

    Zenzero

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    1. Dal punto di vista della padrona del cane, è pertinentissimo giacché se oggi c'è ancora qualcuno che ci accusa di voler più bene alle bestie che non agli esseri umani, è forse perché già nel Settecento l'aristocrazia si circondava di cani, gli uomini per la caccia e le loro consorti come cani da salotto, e magari trattavano rudemente la servitù e il contado.

      L'amore delle nobildonne per i loro cagnetti era sincero?

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  3. Faldini faceva di cognome la seconda moglie di Totò. A volte le donne fanno sloggiare suocera ed animali. Un classico.
    La dedizione di Sordi per i cani non la conoscevo. Va a suo merito. Questo non sposta di un millimetro la mia disistima verso l'albertone attore, meglio, guitto prezzolato, esaltatore degli italici vizii, mai di una virtù. Scrivo il suo nome in minuscolo. Salvo di lui due o tre pellicole, su un coacervo di più di cento.

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  4. Salve
    Anche noi abbiamo un piccolo cimitero dedicato ai nostri amici a quattro zampe che non ci sono più ... Al momento ospita due fatte e un cane.
    Riposano sotto un grosso castagno.
    Saluti
    Piero

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  5. Hai fatto bene a correggermi Piero, Franca Faldini senza la i, che io ho confuso per assonanza con Francesca Fialdini.
    E ricordiamo anche la Magnani, amante dei gatti, la Valeri,
    e all'estero, Alain Delon che ha dozzine di cani sepolti nel suo parco,l'attore James Mason, amante dei gatti cui dedicò un libro, e poi Marlon Brando che raccoglieva i cani randagi da ragazzo, Anthony Perkins, innamorato dei felini, e sto andando a memoria di tante biografie lette in anni, sicuramente ho dimenticato qualcuno.

    Zenzero

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  6. Vi scordate Brigitte Bardot che ancora giovane e nel pieno della carriera decise di mollare tutto per dedicarsi agli animali

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  7. L'ultimo cane che ebbi era un bastardo... un grandissimo bastardo: nero, pelosissimo, grosso e bastardo.
    Trascorreva giorni e giorni in una finta apatia canina, in realtà studiava il modo per evadere, quando elaborava un buon piano, lo teneva in serbo per i giorni di mercato ed alla mattina presto evadeva dal giardino e calava nella piazza del mercato, poi, una volta in zona operazioni, rapido ed invisibile, saccheggiava il banco delle salcicce... che bastardo.
    Mi toccò rifondere anni di incursioni canine, ma quando il vecchio bastardone morì, fu un dispiacere, non ebbi più cani.
    I gatti, se si abita in campagna sono indispensabili: o i gatti o i topi.
    Preferisco i gatti.
    Ne ho due, maschio (grosso) e femmina (felinissima) neri, piuttosto selvatici, tempo fa la gatta aveva i micini, il tizio che era venuto a leggere il contatore se la ritrovò davanti, incazzatissima, fuggì urlando... ma lasciò la porta che dava sulla strada, aperta e li stava bighellonando l'innocuo pastore tedesco del vicino, quando uscii per capire chi urlasse a quel modo disumano, vidi il furgoncino dell'acquedotto partire sgommando, mentre il pastore tedesco guaiva galoppando con la gatta, a mò di fantino, ben salda (i gatti hanno le unghie) sulla sua schiena...
    una scena da cartoneanimato...
    povero cane tedesco, per scusarmi gli diedi delle grattate consolatorie ed alcune delizie culinarie canine.
    Lo so, ho dei gatti selvatici, ma a me piacciono così, voglio avere il brivido di accarezzare una pantera di cui ho guadagnato la fiducia, non un peluches...
    ...e poi pigliano i topi, me li lasciano davanti all'uscio, come prova tangibile della loro utilità.

    Renè

    P.S.
    I lupi, i veri lupi, stanno incominciando a diventare inquietanti: sempre più vicini, sempre più numerosi, prima o poi si mangeranno (vivo) qualcuno, se non è già successo.

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    1. Meglio essere mangiati dai lupi che dal sistema sanitario.
      È più naturale

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