Quando sono andato in bici a controllare la fototrappola, alle sette e mezza del mattino del 3 luglio, mi hanno attraversato la strada due caprioli in fuga dal nemico, cioè io. Per loro tutti i bipedi umani sono il Nemico. Arrivato al solito posto, un posticino appartato sulle rive del fiume Stella, raggiungibile solo schivando fastidiosi rovi spinosi, ho notato che il pane era stato di nuovo spostato, come la notte precedente. Ho deciso quindi di togliere la fototrappola dal tronco dell’albero al quale l’avevo allacciata e di portarmela a casa, per verificarne il contenuto, benché mi fossi portato dietro il computer per fare la stessa operazione sul posto. La presenza di umani nelle vicinanze mi aveva indisposto e, sebbene legata al tronco con una catena e due lucchetti, si possono sempre avere brutte sorprese. La gente è cattiva, di norma. Dunque, i risultati. Una faina e un ratto e io mi chiedo se sono gli stessi del 22 maggio scorso, quando misi una lepre morta come esca, o altri. E poi, mi chiedo come possano vivere nello stesso territorio un predatore vorace come la faina e una potenziale preda come il ratto. Probabilmente, è solo grazie all’astuzia che il ratto è ancora in vita, poiché i roditori sono il cibo preferito dei mustelidi. Può essere solo una questione di tempo, per la vittima predestinata. Le dimensioni del pane non erano ad essi confacenti, tanto è vero che la faina ha desistito subito, mentre il ratto ha provato a salire su un tronco caduto, con il pane in bocca, fallendo il tentativo. Restano ancora ben lontani dalla mia raccolta di...trofei i caprioli, i cinghiali, le lepri e i tassi. Bisognerà che cambi posto. E usi le mele come esca.
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