E’ cominciata la stagione dei carabidi, ma a dire il vero sono due anni che trovo sempre il cugino minore del carabo. Ha un nome impronunciabile e ci ho messo parecchio tempo per mandarlo a memoria. Si Chiama Pterostichus melanarius. E’ il carabide più diffuso nella mia zona, sia nei campi che nei giardini. E’ il secondo che trovo passeggiando, da quando è cominciata la primavera (è cominciata?), ma la prima volta non avevo con me un contenitore. Questo l’ho portato a casa e, messo in condizioni controllate, l’ho filmato con il cellulare. Vedendolo da vicino, non posso fare a meno di domandarmi come la gente possa anche solo aver pensato di mangiare una creaturina così bella, così perfetta. Finora si è sempre sentito parlare di grilli e cavallette, ma una delle quattro specie autorizzate al consumo è il Tenebrio molitor, detto anche tarma della farina. Se guardate l’adulto, vedrete una grossa somiglianza con lo Pterostichus, essendo entrambi coleotteri. E per giunta dello stesso colore. Spero che il numero dei cittadini consumatori sia limitato e non permetta alle aziende che stanno puntando sugli insetti alimentari di decollare. Basterebbe che il disgusto verso tale prodotto sia enorme, insieme alla rabbia verso la Commissione europea, e le ditte fallirebbero prima ancora di cominciare, mentre Ursula Von der Leyen e i suoi complici devono semplicemente sparire dalla scena politica, e possibilmente anche dalla faccia della terra.
Con il riposo forzato dei nostri terreni agricoli, saremo costretti ad importare le granaglie dai paesi d'oltremare. Nelle stive delle navi granarie prosperano gli insetti, e quindi, in in modo o nell'altro, la nostra razione di scarafaggi non ce la toglie nessuno. Pane e companatico.....
RispondiEliminaQuesto non deve assolutamente succedere. Freeanimals
EliminaSuccede,succede...c'è anche mooooolto di peggio,e mi fermo qui...perchè mi son ora alzato da tavola....
RispondiEliminaEnzo