Sono
arrivati in 300 forse di più, da ogni parte d’Italia. Il movimento che si batte
contro quelle che gli stessi attivisti chiamano le scie chimiche, ha affollato
il centro di Modena in maniera pacifica con slogan, bandiere, bimbi al seguito.
“Abbiamo il diritto di riprenderci la nostra vita. Si alzino gli occhi al cielo
e si capisca che ci vogliono avvelenare”, spiega Monia Benini, della Draco
edizioni, una delle realtà che ha organizzato il corteo assieme con
l'associazione Rip, Riprendiamoci il pianeta. La spiegazione del fenomeno
celeste, secondo le persone scese in strada, è semplice: “In natura non
esistono le velature spontanee, è un fenomeno meteorologico inesistente. In
realtà le velature sono effettuate da aerei cisterna americani che rilasciano
sostanze nell’atmosfera. Ci devono spiegare che cosa sta succedendo sopra le
nostre teste”, dice Massimiliano Bonavoglia di Bergamo, uno di quelli che
prende la parola alla fine del corteo. “Noi respiriamo queste irrorazioni che operano
una trasmutazione genetica del terreno”.
Il
lungo serpentone di persone ha attraversato tutta la via Emilia nel centro
della città, distribuendo ai cittadini a spasso per le compere natalizie un
volantino con sopra spiegate le proprie ragioni. “Sono stati reperiti i
documenti ufficiali degli accordi tra i vari paesi, compresa l’Italia – si
legge nel foglietto – per effettuare esperimenti di modificazione climatica. Lo
stesso generale Fabio Mini, in servizio alla Nato per decenni, parla della
possibilità di guerra ambientale in atto”. Insomma, nonostante la loro teoria non
riscuota molto successo in campo scientifico, gli attivisti anti-scie portano
testimonianze di studiosi isolati e persino, come nel caso sopracitato, di
ufficiali “pentiti”.
Tra
i manifestanti, spesso giunti in Emilia con famiglia al seguito, ci sono
persone di tutte le età: tutti, bimbi compresi, hanno una pettorina gialla
addosso o una bandiera. E insieme, guidati da un servizio d’ordine impeccabile,
leggono all’unisono gli slogan stampati su un foglietto: “Guerra ambientale è
un’arma micidiale. Basta scie chimiche”, è uno dei cori che riempiono i portici
modenesi. A parte alcuni portavoce, tra i partecipanti alla manifestazione
nazionale nessuno vuole parlare con la stampa. “Leggiti il volantino”, sono le
poche parole di un manifestante arrivato da Firenze. “Poveretti”, dice ai
giornalisti presenti uno dei leader della protesta, Massimo Rodolfi. “Vi
compatisco perché io avrei dovuto fare il giornalista. Vi rendete conto che
lavorate per dei gruppi di potere che difendono interessi contrari alla vita?”.
Oltre alla stampa l’altro nemico è la classe politica, tutta la classe
politica. Le critiche sono soprattutto per il neo-segretario del Partito
democratico, Matteo Renzi: “Nei giorni scorsi, appena eletto, aveva detto di
voler riservare un Tso se qualcuno del suo partito fosse andato in giro a
sostenere la tesi delle scie chimiche. Vogliono farci fare il Tso perché siamo
pazzi. Ma siamo pazzi perché guardiamo il cielo”, dice Massimo Rodolfi.
Dietro
tutto questo ci sarebbe, secondo i manifestanti, una volontà precisa di poteri
forti, governi, banche, multinazionali. Un ordine mondiale che sarebbe tenuto
in scacco da realtà che vanno dall’Onu alla Nato. Colpevole però per i
manifestanti sarebbe anche un ente molto più piccolo: l’Arpa, l’Agenzia
regionale per l’ambiente, colpevole di coprire i dati sull’inquinamento. Tra i
principali accusati poi c’è il governo Berlusconi: “C’è un accordo Italia-Usa
sulla modificazione del clima – spiega Massimiliano Bonavoglia – firmato nel
2003, che è stato tolto dai siti del governo italiano. Tuttavia è reperibile in
internet. L’allora governo Berlusconi è colpevole”.
"nessuno vuole parlare con la stampa."
RispondiEliminaHa ha ha, ora capisco, ho visto una giornalista che si è avvicinata al gruppo rivolgendo delle domande ad un signore e questo gli ha risposto (forse ispirato dalla presenza, nel pomeriggio, di un altro corteo animalista nella stessa piazza, contro l'allevamento dei visoni) che ci trovavamo lì "per fare un sacrificio ad una capra" e qua mi sei venuto in mente con il sacrificio in Madagascar - ma era una capra o una pecora la tua?-, la giornalista si è allontanata così in fretta che sembrava morsa da una tarantola... io mi domandavo il perché di quella risposta... ora capisco... e approvo....
Spiegami il significato di quella enigmatica risposta, per favore.
EliminaPerché enigmatica? Ho letto l'articolo che hai postato e nel punto in cui spiegava che il movimento non voleva parlare con la stampa, mi sono ricordata di una scena a cui avevo assistito nel pomeriggio a Modena (e che non mi sapevo spiegare), dove un signore avvicinato da una giornalista che gli domandava il perché della manifestazione lui rispondeva che ci trovavamo li per "fare un sacrificio ad una capra" -ho i testimoni, davvero ha detto così- non me lo sapevo spiegare... forse ha detto la prima cosa che gli è venuta in mente... e la giornalista ha fatto uno scatto che dovevi vedere... se ne è andata di corsa... ora che so il perché della strana risposta non posso che essere d'accordo... nel senso che è inutile spiegare le cose...
RispondiEliminaCosa c'è di strano in quello che ho scritto?
Cioè, la capra era la giornalista?
EliminaHo la sensazione che qualcosa mi sfugga.
Ma no... probabilmente ha detto la prima cosa che gli è venuta in mente... ha risposto con un'assurdità.... avrà voluto prenderla in giro... però quell'affermazione è piaciuta perché ridevano tutti attorno a lui... mentre la giornalista se ne andava con un scatto felino... (magari era una giornalista seria... ma chi lo sa?) se ho la possibilità di sapere qualcosa di più te lo faccio sapere... spero di non avere incasinato ancora di più il discorso...
EliminaNon importa. Non ci perderò il sonno.
Elimina:-)