martedì 10 dicembre 2013

Tradizioni pericolose

Nella brousse (boscaglia) del sud del Madagascar, per gli uomini adulti è tradizione portare il lefo (lancia) e spesso anche il famaky, una via di mezzo tra la roncola e il macete. I bambini si accontentano anche di un tondino di ferro, non troppo lungo. Il signor Motsitsa, che vediamo qui a sinistra, è un esadattilo che di professione fa il guardiano del terreno comprato a Itampolo dal signor Achille, del quale non sono riuscito a sapere né il cognome, né la regione italiana di provenienza. So solo che ha sposato una malgascia laureata in medicina e chirurgia e insieme vogliono costruire un dispensario in quella graziosa località della brousse. Hanno comprato un vasto terreno sabbioso di fronte al mare, in una posizione davvero invidiabile.
Il signor Motsitsa, durante una lite fra ubriachi, ha ucciso un uomo, ma non è mai finito in prigione. Fra poco vedremo perché. In un'altra occasione, per altri futili motivi e sempre sotto l'effetto dell'alcol, Motsitsa prese un pugno in faccia talmente forte da faregli perdere un occhio. Fu colpito dal fratello della signora Mboho, prostituta quarantenne di Itampolo in fase di quiescenza. Da quando perse l'occhio, Motsitsa porta sempre gli occhiali da sole, il che gli conferisce un aspetto inquietante, anche senza il lefo. Circa tre mesi fa l'aggressore è stato ucciso dai banditi a Ilakaka, quel rinomato centro minerario in mano a cingalesi e tailandesi dove qualche anno fa un'italiana che commerciava in pietre semi-preziose fu uccisa perché aveva avuto l'ardire di baipassare i commercianti di pietre, rivolgendosi direttamente ai minatori malgasci. Erreore che le costo' la vita. I turtisti sanno che a Ilakaka è meglio non pernottare perché i banditi hanno l'abitudine di entrare nella camera d'albergo per svolgere il loro lavoro e alleggerire i malcapitati.


Anche il signor Misiazy ha perso un occhio, il destro, durante una lite fra ubriachi, ma non ha ucciso nessuno, a differenza di suo fratello, il signor Lahindraza, pure lui sotto l'effetto dell'alcol e sempre con l'arma tradizionale della brousse. Il signor Misiazy è professore e insieme sono proprietari del terreno che mi volevano vendere, di fronte al mare e adiacente a quello del signor Achille, che tornerà dall'Italia nel prossimo aprile. Dopo lunga contrattazione, Tina è riuscita a spuntare la cifra di 2.400.000 ariary, pari a 827 euro, per un ettaro di dune ricche di cespugli e tartarughe, ideale per costruirvi una pizzeria. Ma di questo ne parlero' dettagliatamente in un prossimo articolo.
Il motivo per cui chi uccide un uomo nella brousse non finisce davanti a un giudice è che i malgasci sono gente pratica e anche per loro vale il detto universale secondo cui "chi muore giace e chi vive si dà pace". La giustizia, inoltre, con la scarsa logistica di cui dispone, si fa vedere di rado nella brousse e i parenti del morto (chiamarlo vittima è eccessivo) preferiscono essere risarciti con gli zebù e agli assassini del loro congiunto ne possono chiedere quanti ne vogliono, a seconda del livello di ricchezza dell'assassino. Per cui penso che a Motsitsa ne abbiano chiesti pochi, ma al signor Lahindraza, proprietario terriero, ne hanno chiesti di più. Puo' anche capitare pero' che i parenti del morto rifiutino ogni contrattazione e chiedano l'intervento della giustizia, ma verrebbero considerati degli stravaganti per aver rinunciato a una cosi' buona occasione di arricchimento.
Uno zebù adulto puo' valere 500.000 ariary, cioè 172 euro. Una serata di bisboccia, con annessa ubriacatura, puo' quindi costare cara, in Madagascar. Secondo la nostra logica, se è cosi' facile mettere mano a un'arma da taglio e da punta durante gli abitudinari bagordi alcolici, ci si chiede perché il governo centrale non vieti la detenzione di tali pericolosi oggetti. Purtroppo, la risposta è che si tratta di antica tradizione ed è una risposta che ci viene fornita anche alle nostre latitudini, per cose meno gravi degli omicidi. Sembra quindi che in tutto il mondo la tradizione abbia un che di magico, sacro e inviolabile, ma io, per fare un paragone per me ormai abusato, quando sento parlare di tradizione......la mano mi corre al revolver.

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