lunedì 30 dicembre 2013

La camicia di forza

 
Fonte: L’Officina

Testo di Adimaro degli Adimari

L’Italia è ormai un vascello alla deriva, senza guida, col timone allo sbando. E chi ne ha la responsabilità non corregge la rotta per ridare fiducia e vigore all’equipaggio che invoca salvezza.  Purtroppo la similitudine calza bene con la realtà. In questi ultimi tempi l’Italia conferma la sua millenaria vocazione alla fellonia e alla sudditanza. La nostra terra non ha dato  solo  i natali a Dante, Petrarca,  Raffaello , Marconi...  ma anche ad Arlecchino, Pinocchio,  Ridolini, Badoglio, Fini, Schettino, Marrazzo... 


Oggi noi soffriamo perché la classe politica che ci governa ha mostrato la sua pochezza meritando a pieno titolo non il Tapiro d’oro, non l’Ambrogino d’oro, bensì la definizione di  “senza patria”. E se la sono guadagnata  quando il governo del paese non ha mostrato di possedere gli attributi in occasione dell’ingiusta carcerazione in un paese straniero di due nostri soldati colpevoli solo di aver fatto il loro dovere; nel momento in cui un  Ministro degli esteri prona e servile con il velo in testa ha concionato in Iran di cose inutili marciando impettita a favore degli ospiti delle patrie galere ma strafregandosene dei nostri due fucilieri carcerati in India; quando un Ministro della difesa ha sparato la demenziale iniziativa di aprire l’esercito agli stranieri come mezzo per ottenere la cittadinanza, ma non ha, come sarebbe suo primo dovere, aperto bocca per emanare ordini decisivi per una sollecita liberazione dei due militari italiani ingiustamente detenuti in India; quando uno Stato Maggiore inerte e silente ha mostrato di non provare vergogna per l’oltraggio inflitto dall’India alla nostra bandiera, all’uniforme, alle stellette.

Non siamo mai cambiati da quell’orrido giorno dell’8 settembre, morte della Patria!
Per questi personaggi che straparlano o peggio tacciono per viltà,  auspico per il 2014 una Camicia di forza intellettuale.

2 commenti:

  1. "I nostri due fucilieri". Saranno i suoi fucilieri, a me non puo' fregare di meno. E' ora di finirla con questa querelle dei marò(ni). Se optavano da giovani per un lavoro di profitto gratificante ed onesto (come la maggior parte delle gente), e non imbracciando un fucile per guadagnarsi il desco, a quest'ora sarebbero a casa tranquilli e beati. Se c'è qualcosa che mi manda in fibrillazione è la frase: hanno solo fatto il loro dovere, oppure le parole: uniforme, stellette, bandiera. Adimaro degli Adimari: per lei è fare il proprio dovere ammazzare delle persone civili innocenti, solo perché qualche st...zo le dice che è tutto regolare, che sono le regole di "ingaggio", e tutte queste cretinate? Quando cominceranno ad instillarsi un po' di compassione e ragionevolezza in quei crani marci, tutte quelle pochezze di personaggi che ci governano, non ultima quella gnoma della bonino: sarà troppo tardi per tutti!

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    1. Pensiero più che condivisibile!

      Tuttavia, se non si arruolavano, essendo ragazzi del Sud Italia, la scelta sarebbe stata: "O briganti o emigranti".


      Ovvero, o con lo Stato o con la Mafia.

      Di ritorno dal Madagascar, ho scoperto di non essere del tutto Non-violento, giacché il racconto di come i banditi malgasci assaltino, armati di Kalasjnikov, gli alberghi e i ristoranti dei bianchi, mi ha fatto voglia di prendere il porto d'armi, cosa che in Italia non posso fare, ma laggiù sì.


      E poi dicono che viaggiare allarga la mente!

      :-(

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