Fonte: Il Relativista
L'uso
di addobbare alberi con nastri, oggetti colorati (che rappresentavano sole,
luna e stelle), animaletti votivi e fiaccole che rappresentavano le anime dei
defunti risale alle culture preromane europee, in particolare era molto diffuso
nelle aree abitate dai popoli germanici, dove l'abete era sacro al dio Wotan,
nome germanico con cui ci si riferisce ad Odino. L'albero così decorato veniva
chiamato albero della vita.
Nei
culti precristiani, legati al culto della natura e delle stagioni, l'avvento
del solstizio d'inverno era visto come rinascita del sole, che da quei giorni
comincia lentamente a prevalere sul periodo notturno del giorno. Viene legata
così la tradizione dell'albero della vita con le festività pagane della
rinascita. Questo fatto è accentuato nel periodo imperiale romano con la
celebrazione del Sol Invictus e delle Saturnalie.
Nel
medioevo con il diffondersi del cristianesimo i culti pagani erano sempre più
malvisti, tuttavia come in molti altri casi, la nuova religione si appropriò
della tradizione: l'albero della vita divenne il nuovo simbolo della linfa
vitale già proprio di Gesù, e tutti i culti ad esso legati vennero intesi con
l'avvento della rivelazione cristiana.
Nel
tardo medioevo in Germania appare la versione di albero di natale che
conosciamo: divenne consuetudine la notte del 24 dicembre addobbare un abete
davanti alle cattedrali. L'abete era addobbato con frutta e altri oggetti che
ricordavano l'abbondanza in modo da creare l'immagine del paradino. L'abete
inoltre, secondo una mitologia cristiana, era diventato un albero sempreverde
dopo che aveva protetto Gesù dai suoi nemici. In cambio di questa protezione
Gesù dette a tutti gli abeti il dono di essere sempreverde. In seguito con
l'avvento dell'età moderna la diffusione dell'uso di adobbare alberi nel
periodo natalizio si diffuse in tutto il nord europa, tanto che i cattolici
pensarono che il rito fosse proprio del protestantesimo. Solo durante il
congresso di Vienna venne importato in Austria dagli ufficiali prussiani e poi
si diffuse in Francia e in seguito in tutta europa. In Italia arrivò grazie
alla regina Margherita.
Nel
secondo dopoguerra la tradizione si diffuse enormemente diventanto un fatto
commerciale e consumistico, tanto da far prosperare ai giorni nostri un'intera
industria basata sui simboli natalizi.
Il
presepe invece nasce come tradizione propriamente cristiana: fu San Francesco a
creare una rappresentazione vivente della natività di Gesù, con paglia su una
rastrelliera e alcuni animali in modo da rappresentare la povertà e l'umiltà
(non vi erano altri personaggi). La raffigurazione dei personaggi avvenne po'
più tardi, sul finire del tredicesimo secolo nella basilica di Santo Stefano a Bologna, con un
presepio scolpito. Nel '400 si diffuse l'usanza di rappresentare nelle chiese
delle statue che fotografassero la natività, consuetidine che venne ripresa in
seguito anche nelle case dei nobili, solo che vi erano usate statuine in
miniatura. Fu così che l'usanza di rappresentare in modo povero e umile la
natività si diffuse in tutta europa diventando anche un fatto artistico.
Nell'ottocento si diffonde l'uso di costruire il presepe nel periodo a cui si
riferisce, le festività natalizie, espandendosi tra gli strati più bassi della
società.
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