Fonte:
L’Officina
Testo
di Giorgio Maria Cambié
Un
fruscio del fax avvisa che è arrivato un foglio. Un'occhiata mi dice che è un
altro dei tanti annunci pubblicitari. Però un'ulteriore occhiata e le prime
parole mi inducono a leggerlo con più attenzione. Ecco cosa dice la paginetta: “Avvia
il tuo business tramite Srl in Slovenia. Perché conviene la Slovenia: -
tassazione unica sull'utile al 18%, - no tasse regionali, no TFR, no IMU-costo
della manodopera inferiore all'Italia - con una Srl in Slovenia potrete
lavorare in tutta Europa senza dogane - Iva al 20% (rimborsata sul conto
corrente ogni mese puntualmente).”
Se queste sono le condizioni che la Slovenia offre agli industriali veneti, non so quanti resistano a non prendere armi e bagagli e portare tutto oltre confine. Tra l'altro non è che si vada a finire in un paese brutto dalla scarsa civiltà. La Slovenia ha dei posti bellissimi e la cultura è praticamente quella austriaca per cui il trasferimento si potrebbe rivelare assai gradevole. Il foglietto continua le offerte di questa ditta di consulenze: “Tutte le consulenze in lingua italiana - offriamo un servizio all inclusive, consulenza legale, fiscale, notaio, traduttore giurato, consulenza completa prima della costituzione o acquisto SrL, apertura conto bancario, immobili (case, capannoni, uffici, ricerche di mercato, residenza, domicilio, commercialista,…)- Tutto in un solo giorno.”
Altrove
viene detto che la società può essere costituita in un giorno a partire da
2000 euro di costo tutto incluso.
Se
uno ha davanti tutti gli adempimenti e balzelli che funestano la vita di un
imprenditore italiano in Italia, c'è da scommettere che parecchia gente ci farà
su un pensierino e lascerà da parte l'amore del natio villaggio o degli amici
del bar per andare nel “nuovo mondo”.
Non
è da credere che sia tutto oro neanche in Slovenia, tuttavia se anche solo
l'80% di quanto promette l'aureo foglietto fosse vero, rispetto alle vessazioni
quotidiane sulle imprese, sarebbe una specie di paradiso. Ha fatto notizia di
cronaca un industriale emiliano che ha dato le ferie a tutto il personale e
quando gli operai sono rientrati hanno trovato solo l'ultimo camion con i
macchinari smontati che venivano trasferiti oltre confine.
Non
c'è solo la Slovenia che fa shopping di industrie da noi, qualche tempo fa ho cancellato dalle e-mail
un'offerta di insediamento di imprese nientepopodimenoché dalla Svizzera. La
Carinzia poi è da anni che intrattiene proficue relazioni con il vicino Friuli
e accoglie a braccia aperte imprenditori e imprese di tale regione. In questo
caso i trasferimenti si contano addirittura a migliaia. Complessivamente è
un'emorragia di tecnologie, capitali, imprenditorialità che indebolisce il
nostro Paese in una situazione di crisi che avrebbe viceversa bisogno di
iniezioni di ottimismo e di attività.
La
causa di questi fatti è sotto gli occhi di tutti: una politica fiscale
dissennata; una politica economica assurda; acquiescenza acritica verso
anche i più assurdi provvedimenti UE; incertezza costante della normativa
civilistica, fiscale, con la possibilità di applicazioni retroattive di
balzelli e adempimenti rendono veramente eroica la permanenza in Italia
di imprenditori e la loro battaglia quotidiana contro le vessazioni di ogni
genere. Quanti si sentiranno eroi è da vedere. Certo che le sirene d'oltralpe
suonano una musica ben dolce alle loro orecchie.
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