Fonte:
Radio Vaticana
Dopo
le elezioni generali di venerdì 20 dicembre, c’è attesa in Madagascar per
conoscere il nome del nuovo presidente e la composizione del prossimo
parlamento, formato da 151 deputati. Due
gli aspiranti alla più alta carica malgascia: Hery Rajaonarimampianina,
sostenuto dal presidente Rajoelina, e Robinson Jean Louis, appoggiato dall'ex
capo dello Stato, Ravalomanana. Il Paese attraversa una profonda crisi
istituzionale dal 2009, quando il sindaco di Antananarivo, Rajoelina, con un
golpe destituì Ravalomanana. Numerosi gli osservatori internazionali in queste
consultazioni. Ma in quale momento per il Madagascar cade questo evento
elettorale? Lo abbiamo chiesto a Enrico Casale, africanista del periodico dei
Gesuiti “Popoli”, che così risponde:
“In
un momento difficile, perché il Madagascar - che è la più grande isola del
continente africano - è in preda, io direi da 11 anni, a una forte crisi
politica che ha creato dei grossi problemi dal punto di vista anche economico.
Pensiamo che il 92% della popolazione malgascia vive con meno di 2 dollari al
giorno. Non solo: più della metà dei bambini ha ritardi nello sviluppo. Quindi,
una situazione economica e sociale disastrosa”.
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