sabato 28 dicembre 2013

Non disturbate il manovratore



Abbiamo avuto l’ennesima conferma che i giornali mainstream sono organi di propaganda delle industrie chimiche e che la libera informazione non esiste. Una non-notizia come la seguente non avrebbe meritato di finire sulle prime pagine del Corriere della Sera e di Repubblica on line, se non fosse che si tratta, per i padroni dell’informazione, di difendere il loro posto di lavoro. Gli operai lo fanno con gli scioperi, i giornalisti mettendo in evidenza fatti creati appositamente – artefatti – e tacendo cose ben più serie. Si tratta di un esempio da manuale di manipolazione mediatica.
Una ragazza di 25 anni, seriamente malata, anche se non si professa animalista, dice di essere vegetariana e di voler diventare veterinaria per “salvare gli animali”. Dice però anche che senza la vivisezione non sarebbe arrivata alla sua età e sarebbe morta da piccola. Esprime quindi sentimenti di gratitudine verso i vivisettori. Nell’immaginario collettivo, chi non mangia carne e vuole salvare gli animali è, a tutti gli effetti, un animalista. Ecco che se su Facebook la poverina riceve non solo insulti, ma anche l’augurio di morire - che è diverso dalle minacce di morte - per i lettori dei due quotidiani si tratta di una lotta intestina fra animalisti e si fa passare l’idea che il movimento sia diviso e litigioso.


Che sia litigioso può essere, magari per motivi di gelosia fra leader e presidenti delle numerose associazioni, ma sulla necessità di abolire la tortura sedicente scientifica siamo tutti d’accordo. Non c’è un solo animalista che potrebbe accettarne l’esistenza e i cosiddetti riformisti, quelli che in certi casi la accetterebbero come la quasi estinta U.A.I., sono scomparsi da un pezzo. O almeno io non ne sento più parlare.
La ragazza padovana è un’imitazione di Umberto Veronesi, una specie di filiazione. O gemmazione. Evidentemente, i creativi che stanno nella cabina di regia devono essersi accorti che la formula funziona e "squadra che vince non si cambia", dicono nel mondo del calcio.
Veronesi lo conoscono tutti per essere un propagandista della dieta vegetariana, non essendoci rivista femminile che non contenga il suo invito a mangiare più frutta e verdura, ma nel contempo è un fautore della vivisezione. E’ anche favorevole al nucleare, ma questo è di secondaria importanza. Sempre nell’immaginario collettivo, se un vegetariano convinto, che è stato anche ministro della salute, dice che la ricerca con uso di animali è necessaria, diventa automaticamente autorevole e gli si può dar credito.

Una studentessa di veterinaria che vuole salvare gli animali, e che già ora non li mangia, è un Veronesi in sedicesimo e segue le sue orme tattiche. Accusa i suoi critici di essere ingenui e si chiede perché tanta cattiveria nei suoi confronti.
Che strano! 
Io, è da una vita che mi chiedo perché tanta cattiveria nei confronti delle cavie animali ed è quanto meno curioso che Caterina Simonsen, così si chiama la studentessa, non se lo sia mai chiesto, proprio lei che, essendo iscritta a veterinaria, gode di un osservatorio privilegiato. Evidentemente, anche lei come i giornali mainstream lascia filtrare certe informazioni e trattiene altre. Con tutti i libri e i video che ha a disposizione, per non parlare delle lezioni vere e proprie con tanto di dissezioni e altre piacevolezze, Caterina dovrebbe sapere che il trattamento subito dagli animali nei laboratori non è precisamente il massimo della gentilezza e del rispetto. Eppure, fa finta che non esista ed egoisticamente, anzi egocentricamente, si lamenta della cattiveria degli animalisti che la insultano. E’ arrivata fino al punto di coinvolgere la polizia postale, per l’augurio di morte che ha ricevuto da alcuni utenti di Facebook. Sfacciatamente, si rivolge anche a Michela Vittoria Brambilla, promossa rappresentante degli animalisti, al PAE e alla LAV, affinché prendano le distanze dagli insulti ricevuti.

Ma figurati se siamo lì per te!
Ma figurati se abbiamo tempo da perdere per queste stronzate!

Perché proprio la LAV? Forse perché, oltre ad essere la più famosa associazione antivivisezionista, perché il suo presidente Gianluca Felicetti è molto sensibile sul piano dell’esteriorità e dell’immagine. Su queste cose ha costruito la sua fortuna e immagino che la tentazione di prendere le distanze sia molto forte in lui: si tratta di Repubblica e del Corriere della Sera, in fondo. Anche il Partito Animalista Europeo considera importante l’immagine, altrimenti potrebbe lasciar perdere la strada delle elezioni e delle candidature. La rossa signora lombarda, poi, da consumata donna politica, sa quanto importante sia accattivarsi le simpatie del volgo.

Perché la studentessa non ha chiesto di prendere le distanze a gruppi anarchici come “Fermare Green Hill”? Evidentemente, i suoi registi conoscono i loro polli. E i polli siamo noi! Ci studiano. Ci conoscono bene. Sanno su chi si può contare in questo loro gioco sporco. 
                
Si prende un caso umano. Si tralascia il fatto che a ridurla in quello stato, con il respiratore usato per tutto il giorno e per tutta la notte, siano stati i vaccini a cui fu sottoposta nell’infanzia e lo si sbatte in prima pagina, come i mostri della deontologia giornalistica, solo che in questo caso è un “mostro” buono. La si presenta come vittima, non già della ricerca medica che è tutt’uno con le malattie degenerative, ma di quei cattivoni di animalisti che – ritornello storico – hanno più pietà delle bestie che dei cristiani. E la si strumentalizza ai fini di una campagna mediatica di difesa degli interessi delle industrie e di attacco ai fastidiosi dissenzienti che prendono il nome di animalisti.
                                                                                                                                               
   
Lei, Caterina Simonsen, si presta ben volentieri a questo giochetto. Forse le hanno riservato un trattamento di favore durante gli esami e ora restituisce il favore. Che sia vegetariana, agli occhi dell’opinione pubblica, le conferisce un’autorevolezza maggiore che se fosse stata una normale studentessa, come quelle di farmacologia che abbiamo visto a Milano difendere l’indifendibile, ovvero il loro futuro lavoro di farmaciste. Presentarsi come vegetariana è come quelli che, volendo parlare male degli ebrei, cominciano dicendo: “Molti dei miei amici sono ebrei, ma…”.
Oppure, come quelli che, volendo parlar male di gay, cominciano dicendo: “Molti dei miei amici sono gay, ma…”.

Anche senza aver studiato la PNL, Programmazione Neuro Linguistica, si possono trovare delle analogie, dei punti fermi su come convincere la gente della bontà delle proprie tesi. C'è del metodo, dietro tutto questo. La gente, in genere, ci casca.
Dice Caterina che i suoi detrattori sono così ingenui da non sapere che tutti i farmaci, compresi quelli dati ai loro amici animali, sono testati su animali. Noi possiamo risponderle che anche lei è così ingenua da non sapere che lo scopo dei farmaci non è la ricerca della guarigione ma il mantenimento dei pazienti in uno stato di malattia e più dura la malattia più aumenta il fatturato delle industrie che quel farmaco hanno messo in circolazione. E’ così da un pezzo, da quando i valori consumistici sono diventati più importanti della vita umana.

Caterina è talmente ingenua che non si è accorta che viviamo in una società basata sull’ipocrisia, per cui la Chiesa predica la pace, ma è azionista della fabbrica di armi Beretta. I politici dicono di ricercare il bene dell’Italia, ma aumentano le tasse a raffica e costringono gli imprenditori a suicidarsi. Le industrie farmaceutiche dicono di essere al servizio dei malati, ma in realtà sono solo al servizio del proprio conto in banca.
Tutto questo Caterina non lo sa. O fa finta di non saperlo.
Gli animali abusati nei laboratori sono strumento di arricchimento per i magnati delle industrie, ma anche i pazienti umani nelle corsie degli ospedali lo sono. E pure lei stessa, malata di quattro malattie genetiche, si è fatta strumento nelle mani dei capitalisti assassini che controllano il mondo.

A certi individui mettono il microchip in testa e li mandano a picconare la gente per strada. A Caterina non c’è stato bisogno di mettere il microchip. E’ bastato l’indottrinamento, lo stesso che viene imposto a migliaia di altri studenti universitari. Gli hanno prospettato un futuro di guadagni consistenti, soldi facili, e quei ragazzi e quelle ragazze si adeguano e a volte si mostrano come vittime, per suscitare sdegno e pietà. Si chiama “captatio benevolentiae”. Lo facevano anche i miei scolari alle elementari quando litigavano: “Signor Maestro – dicevano con voce lamentosa – è stato lui a cominciare!”.
Brava Caterina! Hai aggiunto un granello d’incenso sull’altare sacrificale della vivisezione. Ti sei guadagnata il paradiso.

4 commenti:

  1. .... tanto più che si dovrebbe provare ad investire in altre ricerche, come ti segnalava Cat qua: http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/03/dalla-russia-con-stupore.html
    ma si sa che la sofferenza è una fonte di nutrimento per le eggregore....

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    1. Probabilmente, la situazione in cui ci troviamo è anche il risultato della filosofia meccanicistica di Cartesio, che non prevede l'esistenza delle Eggregore, né dei Voladores, né di altri vampiri energetici.
      In fatto di vampiri ci bastano già quelli visibili.

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  2. Un articolo meraviglioso. Forse il migliore. Grazie per averlo scritto

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