Lo confesso. Mantenere
il proprio stile alimentare vegano, in Madagascar come nel resto
dell'Africa, non è cosa agevole. Non è solo una questione di
ingredienti. C'è da considerare la lentezza con cui si viene serviti
e l'immancabile possibilità che il cuoco non capisca l'ordinazione e
aggiunga meccanicamente carne come sua abitudine, senza aver
realizzato che il cliente non la vuole. Al Pavillon del Jade, per
esempio, negli anni scorsi dovetti andare di persona in cucina a dire
che lavassero bene le foglie d'insalata, una per una, dopo che per
l'ennesima volta vi avevo trovato afidi e formiche. Ma, senza andare
troppo in là con i ricordi, posso descrivere ciò che mi è successo
martedì primo dicembre, giornata che può essere presa a paradigma
delle vicissitudini che un vegano incontra per mettere insieme il
pranzo con la cena, a differenza degli indigeni che devono fare la
stessa cosa – mettere insieme il pranzo con la cena – ma a causa
della mancanza di denaro.
Ogni giorno ha le sue
cose da fare. Martedì mattina dovevo passare presso il negozio
Orange per configurare la chiavetta prepagata comprata l'anno scorso
a Tulear e che mi permetteva di collegarmi a internet stando in
camera. L'anno scorso avevo un portatile Apple, che purtroppo, una
volta rientrato in Italia, ha concluso la sua esistenza terrena.
Quest'anno ho un Lenovo con sistema operativo Ubuntu/Linux. Il
tecnico del negozio mi ha detto che Orange non lo riconosce. Oltre a
tale incombenza, nella stessa mattinata, dovevo in ogni caso passare
per un internet point per aggiornare il blog e per dire bonjour ai
miei lettori.
Quando
sono seduto al tavolino di un bar, aspettando la mia tazza di the,
mentre Tina martedì aspettava il caffè, e il cameriere se la prende
comoda oltre un certo limite fisiologico di pazienza, mi viene la
tentazione di alzarmi e andarmene, come infatti è avvenuto. Sono
capace di andarmene anche se ho già fatto l'ordinazione, specie se,
sceso dalla terrazza per sollecitare la consegna delle bevande, trovo
quattro ragazze al di là del bancone che chiacchierano amabilmente
con le braccia conserte, mentre la sala è piena di turisti e
indigeni che stanno aspettando la colazione. Mi diceva in seguito
l'amico Alessandro che potrebbe trattarsi di una questione sindacale:
il compito di quelle quattro ragazze non era di servire ai tavoli ma
solo al bancone delle paste e del gelato. Sarà, ma a me sono
sembrate quattro fannullone che se ne fregano dei clienti, con un
padrone che magari era assente e non poteva assistere alla loro
negligenza. Della serie: via la gatta...... Non avendo grembiuli, né
altri segnali riconoscibili, non si può sapere chi faccia parte del
personale e chi invece è un semplice avventore. Di fatto, io le ho
viste dietro il bancone delle paste, inoperose. Me ne sono andato,
avvisando Tina che mi ha seguito ombrosa (ormai conosce i miei sbalzi
di umore), perché non avevo tutta la mattina a disposizione.
Naturalmente, non ci andremo più, lì.
Nel bar successivo, Le Point Chaud, il
pain raisin (pane all'uva) era del giorno prima, freddo, e la piccola
brocca che mi hanno portato conteneva acqua calda, che so
riconoscere, anche se Tina dice che conteneva citronella. Per
fortuna, la bustina del the è arrivata subito dopo, su mia
richiesta. La padrona, in perfetto incomprensibile francese, si è
scusata dicendo che spesso sono i clienti a decidere se è
sufficiente la citronella/acqua calda o se vogliono anche il thé.
Strano, a me era sembrato di aver chiesto un the!
Dopo la coda al
negozio Orange, con l'esito già descritto, e un'altra coda al
negozio Telma, sono finalmente approdato a un internet point, che mi
ha permesso di sgravarmi di un peso. L'impiegata della Telma ha detto
che se si fosse trattato di un Apple, la chiavetta me l'avrebbero
data subito, ma essendo un portatile con sistema operativo
Ubuntu/Linux c'è forse la possibilità di effettuare la
configurazione nella capitale, ma non ad Antsirabe. Per fortuna,
avevamo programmato di tornare a Tanà domenica prossima, per
accompagnare Alessandro e sua moglie all'aeroporto e per comprare
vestiti da rivendere a Tulear in occasione delle prossime feste, per
cui cercheremo anche di configurare il computer con una chiavetta
Telma. E se non sarà possibile con quella, proveremo con Airtel.
Alla più sporca, dovrò rinunciare per i prossimi tre mesi alla
connessione in camera mediante chiavetta e cercare hotel che abbiano
il wi-fi, considerando che comunque ci sono sempre in tutte le città
numerosissimi internet caffè. Sapevo che Ubuntu era poco diffuso nel
mondo e i miracoli non li fa nessuno.
Alle 12.30 siamo
andati all'appuntamento con Alessandro e sua moglie Ernestine.
Nonostante la pioggia, usando i ciclo-pousse coperti alla bell'e
meglio da teli di plastica, siamo poi approdati al ristorante
Desiderata. Lì sono successe le cose più spiacevoli e imbarazzanti
della giornata. Mentre io ed Alessandro abbiamo mangiato tutto di
gusto, senza fare storie, Tina ha trovato che le verdure del Minesao
erano crude. Ernestine che la porzione di pollo servitale non
corrispondeva alla sua richiesta. Aveva chiesto coscia e le avevano
portato petto. Sotto si possono vedere le nostre esigenti accompagnatrici, nonché consorti.
La cameriera, mortificata, si scusava dicendo che le
cosce erano finite, mentre le reazioni del cuoco, che aveva cotto
ancora un po' le verdure del Minesao di Tina, non le abbiamo viste,
perché la cucina era separata dalla sala da pranzo da una feritoia
con chiusura a ghigliottina. Proprio uno di quei simboletti che
Jacovitti avrebbe messo nel fumetto sopra la testa del cuoco, con
teschi, ossa incrociate e altre maledizioni all'indirizzo di clienti
tanto esigenti. Per fortuna, il cuoco sicuramente non ha mai sentito
parlare del nostro storico disegnatore Jacovitti, né del Corriere
dei Piccoli, dell'Intrepido e di altri giornaletti dei bei tempi che
furono. Naturalmente, al ristorante Desiderata non ci andremo più. I
vegani e la loro compagnia, in Madagascar, spesso e volentieri fanno
dei ristoranti terra bruciata.
Ciao Roberto, per la chiavetta orange con ubuntu, potresti provare a seguire le istruzioni di questo video:
RispondiEliminaPer ubuntu dovresti cercare informazioni dedicate sui forum di ubuntu o distribuzioni di linux basate su debian come è Ubuntu...
riguardo alle chiavette orange... postresti trovare come installarle da solo...
Ad esempio leggi quanto scritto qua:
http://www.commentcamarche.net/forum/affich-28588676-impossible-d-installer-cle-3g-de-orange-e-1552
Ps: perchè non apri tu uno dei primi ristoranti vegani del madagascar, così ti trasferisci definitivamente nel tuo paradiso tanto amato... e faresti sicuramente la felicità di molti turisti, credo anche non vegani... visto il livello dei ristoranti locali
EliminaVuoi diventare mio socio?
Eliminama non so, da quello che scrivi, il madacascar è pieno di delinquenti... e la cultura/evoluzione locale non è che mi attizza molto... oltretutto sarei un socio che non porta quattrini, non so quanto ti converrebbe... :)
EliminaSono un .....somaro con internet.
RispondiEliminaOgni piccola novità (difficoltà) mi manda in tilt.
:-(