Fonte: Ripuliamo l'Italia
“Sono pronto a fare
marcia indietro sulle nostre tradizioni”. Nel pieno delle polemiche
sul Natale, sul diritto dell’Italia a mantenere le sue tradizioni
cristiane, sulla necessità di integrare gli stranieri di altre fedi
senza nascondere le nostre radici, le dichiarazioni di monsignor
Claudio Cipolla fanno discutere. E riflettere. Perché se da una
parte nelle scuole si registra la censura di "Tu scendi dalle stelle"
in nome del rispetto dei “non cristiani”, mentre la continua
laicizzazione sta svuotando di significati il Santo Natale, ci si
aspetterebbe che almeno i pastori della Chiesa facessero una levata
di scudi. Si impuntassero, difendessero Gesù Bambino, il bue e
l’asinello.
Qualche voce di
protesta c’è stata. Anche di peso. Monsignor Nunzio Galantino,
segretario della Cei, ha definito “pretestuosa e tristemente
ideologica la scelta di chi per rispettare altre tradizioni o
confessioni religiose, pensa di cancellare il Natale o di camuffarlo
scadendo nel ridicolo”. Ma il pastore dei fedeli di Padova,
monsignor Cipolla, ha deciso di andare controcorrente. Mentre la
cristianità sembra essere sotto attacco su più fronti, nei giorni
in cui in Medio Oriente nuovi martiri versano il loro sangue per non
rinnegare la fede, Cipolla si dice “pronto a fare marcia indietro
su tante nostre tradizioni”. In nome della pace,
s’intende. Il che lo rende un gesto nobile, sicuramente
caritatevole, ma che non tiene conto di un fatto: non può esserci
accoglienza senza il riconoscimento delle proprie radici. In fondo è
stato papa Ratzinger a dire che “le radici cristiane in Europa sono
sempre più ignorate” e che la sfida era (ed è) quella di tornare
a costruire la casa europea ricostruendo le fondamenta cristiane.
Come avrebbe
giudicato, Benedetto XVI, le parole del monsignor Cipolla? “Io
farei tanti passi indietro pur di mantenerci nella pace e pur di
mantenerci nell’amicizia – ha detto il vescovo parlando della
celebrazione del Natale nelle scuole ai microfoni di Rete Veneta –
Non dobbiamo presentarci pretendendo qualsiasi cosa che magari anche
la nostra tradizione e la nostra cultura vedrebbe come ovvio. Se
fosse necessario per mantenere la tranquillità e le relazioni
fraterne tra di noi io non avrei paura a fare marcia indietro su
tante nostre tradizioni”. Intanto, il sindaco di
Padova (foto) ha “risposto” alle parole di “sua Eccellenza”,
assicurando controlli nelle scuole per far sì che in ogni aula ci sia
il presepe e il rispetto del Natale. Perché, in fondo, non serve
molto per dar acqua alle proprie radici. E forse è solo questo che i
fedeli si aspetterebbero da (tutti) i pastori della Chiesa.
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