giovedì 4 febbraio 2016

Due etnie nomadi a confronto


L'inimicizia tra nomadi e sedentari è di vecchia data. I nomadi con cui abbiamo quotidianamente a che fare, se non altro per le notizie di cronaca nera che li riguardano, sono i Rom, originari dell'India ma stabilitisi in tutta Europa e Nord Africa a cominciare dall'anno Mille d.C. Anche i Cosacchi, originari delle rive del Don, erano un popolo nomade che basava la propria sussistenza sulla pastorizia, esattamente come i Rom dei secoli passati. La differenza tra le due etnie è che noi oggi guardiamo con simpatia i Cosacchi per lo spirito fiero con cui combatterono Stalin, mentre odiamo cordialmente i Rom che si mettono alla guida ubriachi e fanno stragi di pedoni. I Cosacchi sono quasi estinti, perché la Storia è stata loro sfavorevole essendosi alleati con Hitler, mentre i Rom sono vivi e vegeti. I Cosacchi erano di indole feroce, spietati con prigionieri e nemici; i Rom non si possono definire feroci, ma non hanno alcun rispetto per le proprietà dei Gagi, cioè noi. Se abbiamo simpatia per un popolo praticamente estinto come i Cosacchi è forse perché hanno saputo mantenere pura la loro razza, mentre i Rom, essendosi mescolati con i Gagi, hanno subito una sorta di contaminazione e l'avvento della società consumistica ha inferto loro il colpo di grazia, poiché la pastorizia non rendeva abbastanza mentre il furto sì. E nessuno più si rivolgeva loro per farsi aggiustare le pentole rotte (vedi Calderas). Con questo, con la contaminazione tra Rom e Gagi, non voglio minimamente giustificare la loro tendenza a delinquere, ma solo inquadrare il fenomeno nella giusta ottica. L'aspirazione ad essere liberi dalla schiavitù del lavoro è cosa bella, giusta e sacrosanta. Se solo si trovasse il modo di implementarla senza nuocere al prossimo. 
 

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