domenica 14 febbraio 2016

La moderna biochimica conferma un'antica intuizione



In una visione olistica l’idea di ‘nutrimento’ si espande a qualsiasi impressione con cui entriamo in contatto: i colori che indossiamo, l’aria che respiriamo, le persone che incontriamo, la musica che ascoltiamo e le immagini cui dedichiamo la nostra attenzione. Una tale prospettiva posiziona l’uomo di fronte alla personale responsabilità delle scelte che compie e, in definitiva, lo rende artefice della propria vita. E dal momento che “L’ignoranza della legge non scusa”, è suo preciso compito adoperarsi per acquisire le conoscenze e gli strumenti che, se applicati, gli consentano di discriminare e scegliere sempre meglio. Conoscere e diffondere la relazione tra alimentazione e benessere psicoemofisico (ed alimentazione e comportamento) è uno dei principali obiettivi del Naturopata. Lungo Il Sentiero della Natura mettiamo in condivisione alcune conoscenze olistiche, frutto di passione, studio e soprattutto esperienza diretta. Oggi vi presentiamo alcuni esempi semplici e significativi della relazione esistente tra cibo, comportamento ed emozioni.



RICORDA CHE SEI CIO’ CHE MANGI, QUINDI MANGIA BENE!
You are what you eat, eat well!  cantava un lucido e visionario Peter Gabriel ai tempi dei Genesis negli anni 70′. Chiaro il riferimento al filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, il quale in un trattato del 1862 sosteneva che l’uomo è ciò che mangia e che un popolo potrebbe evolvere spiritualmente anche solo modificando la propria alimentazione. In realtà notizie relative ai ‘poteri psichici’ del cibo si perdono nella notte dei tempi, attraversando tutte le culture più antiche. Seneca ad esempio osservava come tiranni, assassini e schiavisti fossero spesso mangiatori di grandi quantità di carne, sottolineando per contro la mitezza d’animo e la profondità di sentimenti di coloro che si nutrivano dei frutti della terra. Nello stesso periodo, 2000 anni fa circa, il grande Giovenale si rese autore della celebre massima: “Mens sana in corpore sano”. Un concetto semplice ed estremamente pragmatico, che rivela la stretta dipendenza della ‘mente’ (nel suo significato più allargato) dall’integrità del corpo. E se Platone, nel 400 a.C., raccomandava la carne solo ai guerrieri, nel 1992, ai marines americani che si preparavano ad entrare in azione durante la Guerra del Golfo furono moltiplicate le razioni di carne…

Oggi, a 250 anni di distanza dalle intuizioni di Feuerbach e a 2500 da quelle di Platone, la biochimica dei neurotrasmettitori è in grado di dimostrare scientificamente la relazione tra alimentazione e comportamento umano. Non più solo filosofia o saggezza empirica: ciò di cui ci nutriamo influisce attivamente su pensieri, emozioni e comportamenti dell’essere umano. Le neuroscienze, d’altro canto, scoprono che a seconda del cibo di cui ci si nutre si attivano determinate aree encefaliche e si sviluppano o meno sentimenti e percezioni empatiche.



RELAZIONE TRA I CIBI VEGETALI ED IL COMPORTAMENTO
Vediamo ora come un’alimentazione a base di cibi vegetali può incidere profondamente sul comportamento e sulle emozioni. Il glucosio è il carburante principale del nostro cervello, che utilizza buona parte di quello prodotto dal nostro metabolismo (circa 200 grammi al giorno). Si tratta di uno zucchero semplice che in natura è presente nei vegetali e in particolare nella frutta fresca. I vegetali incidono, grazie al contenuto di amidi e fibre, sulle concentrazioni di triptofano nel cervello, l’amminoacido ‘antidepressivo’ precursore della serotonina (un neurotrasmettitore).
Un’adeguata concentrazione di serotonina incide favorevolmente su:
gestione di stati d’ansia e stati depressivi,
– tolleranza,
– creatività,
– socievolezza,
– rilassamento,
– calma,
– comportamento pacifico,
– gioia,
– gioco 


In particolare l’alimentazione vegetariana ha la peculiarità di indurre naturalmente la frequenza delle onde cerebrali alfa, in questo stato il cervello è caratterizzato da coscienza vigile e da un senso di benessere diffuso simile a quello che è possibile sperimentare durante l’esperienza della meditazione. Frequentando questo stato si può entrare in contatto con gli aspetti più profondi della propria natura e vengono amplificate le facoltà creative ed empatiche nei confronti degli altri esseri viventi.

RELAZIONE TRA I CIBI DI ORIGINE ANIMALE ED IL COMPORTAMENTO
Abbiamo scritto diversi articoli sul consumo di carne, in relazione alla salute e agli impatti ambientali che questa scelta comporta. Mangiare carne, pesce e derivati influisce anche profondamente sul metabolismo dei neurotrasmettitori e quindi sul comportamento umano. Infatti la carne rappresenta, insieme allo zucchero, uno degli alimenti che più incide sul comportamento. Il consumo di carne e pesce eleva i livelli di tirosina, amminoacido precursore di dopamina e adrenalina, i neurotrasmettitori  tra le cause dell’aggressività degli animali predatori.


Al contrario il consumo frequente di carne incide negativamente sui livelli di serotonina. Bassi livelli di serotonina hanno evidenti ricadute sul comportamento diminuendo la tolleranza, inducendo facilmente stati di agitazione, rabbia, angoscia, aggressività e violenza, propensione alla lotta e allo scontro.  Un’altra causa oggettiva di aggressività è la sottrazione di calcio operata da parte degli alimenti di origine animale. La carne presenta un rapporto calcio-fosforo 1 a 50 (nel latte materno, equilibrato per natura, si osserva una proporzione 1 a 3). L’eccesso di fosforo determinato da un consumo abituale di alimenti di origine animale comporta un vero e proprio crollo di calcio con conseguente instaurazione nel comportamento umano di irritabilità e aggressività. Oltre all’aumento vertiginoso di patologie quali l’osteoporosi, praticamente sconosciuta nei popoli che non usano latte vaccino e in cui la base alimentare è costituita dai cereali e non dalla carne. A questi elementi di biochimica è possibile affiancare diverse statistiche comparative che osservano un aumento direttamente proporzionale tra consumo di carne e incremento della criminalità, specialmente nei paesi più sviluppati.

Tra l’altro, anche a livello intuitivo, mangiare carne assume connotati di violenza ancor prima delle implicazioni biochimiche: l’uomo che mangia la carne di un essere vivente ucciso a tradimento si nutre inevitabilmente del terrore, della paura, dell’adrenalina, del risentimento e l’odio che si producono nella creatura in prossimità di una fine violenta e prematura.


RELAZIONE TRA LO ZUCCHERO ED IL COMPORTAMENTO
Sì, sempre lui… Oltre a tutti gli impatti negativi sulla salute di questo ‘non alimento’ (che potete approfondire nella sezione dedicata allo Zucchero del Sentiero), il consumo di zucchero è anche fonte di aggressività e irritabilità. Alla base c’è la sottrazione di calcio, come nel caso della carne, e delle vitamine B, essenziali per il funzionamento del cervello.

Questo impatto è particolarmente evidente e preoccupante nei bambini che manifestano:
– intolleranza nel comportamento ed assuefazione alla sostanza, 
ansia, 
livelli elevati di competitività e difficoltà ad accettare le sconfitte,
deconcentrazione,
sbalzi d’umore.

DIMMI COSA MANGI E TI DIRO’ COSA PROVI!
Una recentissima ricerca in ambito di neuroscienze, svolta da un’equipe italiana di ricercatori dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo (Istituto di Neurologia Sperimentale) del San Raffaele di Milano e pubblicata sull’autorevole rivista scientifica internazionale PLoS One, dimostra come individui vegetariani e vegani per motivi etici siano maggiormente sensibili verso la sofferenza umana e animale rispetto ad individui onnivori e come tale aspetto si associ ad un differente pattern di attivazioni encefaliche in risonanza magnetica funzionale. E’ anche vero il contrario: che individui tendenzialmente molto sensibili ed empatici sono buoni ‘candidati’ a condurre una vita vegana. In linea generale comunque, osservando il comporamento dei vegetariani, la loro alimentazione risulta fattore pricipale del loro temperamento tendenzialmente più pacato.
 

Nessun commento:

Posta un commento