martedì 16 febbraio 2016

Tempus fugit



I soldi, la macchina, i vestiti, il computer, la casa... non li possediamo davvero. Sono solo “cose”. Cose che si possono perdere, rompere o rubare. Possono passare di moda, o possiamo cambiarle perché ci siamo stufati di averle intorno. Può arrivare un terremoto e spazzare via tutto. Sono solo oggetti, utili magari, ma di passaggio. Solo il tempo è davvero nostro, perché di cosa è fatta la vita, se non di tempo? Possiamo credere al destino, a qualche dio, al karma, al caso oppure in niente, ma c’è una verità su cui possiamo essere tutti d’accordo: ognuno di noi nasce con una certa quantità di tempo a disposizione, non sappiamo quant’è, e prima o poi finisce. Non importa se sei ricco, povero, bianco o nero. Il tempo finisce per tutti. Il tempo allora è una ricchezza limitata, perché non ci sono entrate in questo tipo di economia. Non ci sono investimenti possibili. Ci sono solo uscite. L’unica cosa che possiamo controllare è cosa avere in cambio. Preleviamo due ore del nostro tempo, e le usiamo per andare in palestra o leggere un libro. Ne prendiamo otto e andiamo a lavorare, per venderle in cambio di denaro. Ne prendiamo altre due e le spendiamo per guardare il Grande Fratello alla televisione. 




Jose Mujica, presidente dell’Uruguay, dice: Non compro le cose con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. Se compriamo un cellulare di ultima generazione che costa come un mese di stipendio, noi non l’abbiamo comprato con i soldi, ma con un mese della nostra vita. Lo vale? Solo noi possiamo stabilirlo, ma è bene saperlo. È bene sapere che quel mese non tornerà mai più indietro. Quanto siamo gelosi delle cose inutili, a volte. Per illuderci di essere ricchi sprechiamo l’unico bene prezioso che possediamo. Per fare qualcosa che abbia veramente un valore, invece, aspettiamo. Troviamo scuse. Rimandiamo a “domani”. Ma alla fine arriverà quel giorno in cui di “domani” non ce ne saranno più. 

E tutto il tempo che avevamo a disposizione ormai è lì, a terra, sabbia che ci è scivolata dalle dita mentre eravamo distratti. Magari a guardare il culo di qualche puttana famosa in televisione, o mentre entravamo nei negozi di abbigliamento pensando di comprarci una personalità. Tutto il tempo dedicato ad accumulare cose che non ci porteremo mai nella tomba, speso per impressionare persone che non ci hanno dato nulla in cambio, sprecato a riempirci la testa e la casa di stronzate inutili. E assieme ad esso, tutti i sogni e i desideri che non abbiamo realizzato, le persone che non abbiamo conosciuto, le parole che non abbiamo detto, le cose che avremmo sempre voluto fare ma non abbiamo mai fatto. Dovremmo iniziare ad essere più avari del nostro tempo, amici miei, e più attenti all’uso che ne facciamo. Perché quello che ci rimane è il solo che avremo. E sta scorrendo. Anche adesso.

1 commento:

  1. In fondo... è l'essenza della vita.
    Ma chiediamoci anche quante persone resterebbero disoccupate se non spendessimo tempo dentro i negozi, a rimirare il culo della puttana in televisione.
    Anche il loro è "tempo vitale", o no?

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