Fonte: Leggo
Ci sarebbero alcuni
enormi crateri sottomarini dietro uno dei misteri più intricati e
discussi degli ultimi decenni. A individuare questa (ennesima)
ipotesi nell’aggrovigliato giallo legato allo strano caso del
Triangolo delle Bermuda, teatro “maledetto” di numerose e
inspiegabili sparizioni di navi e aerei, è un gruppo di ricercatori
della Arctic University di Norvegia. “Esistono diverse giganti
cavità sul fondo del mare in una zona nella parte centro-occidentale
del Mare di Barents causate probabilmente da enormi scoppi di
gas”, sostengono al Sunday Times gli scienziati, convinti che
proprio intorno a queste buche, profonde fino a 45 metri e larghe
fino a 800, origini la ragione delle insolute scomparse verificatesi
nel tratto di Oceano compreso tra le Bermuda, Porto Rico e la
Florida.
“L’area dei crateri rappresenta probabilmente uno dei
più grandi punti caldi per il rilascio di metano marino nell’Artico
e le esplosioni che successivamente formano le cavità potrebbero
comportare grossi rischi per le navi che viaggiano sul Mare di
Barents”, spiegano ancora gli autori dello studio, certi che le
imbarcazioni e i velivoli di passaggio nel Triangolo, distante
migliaia di chilometri dalle acque a nord di Norvegia e Russia, si
siano potuti imbattere in simili situazioni di pericolo,
contraddistinte da potentissimi e temibilissimi vortici capaci di
compromettere la sicurezza e di trascinare tutto e tutti. Una versione che si
avvicina allo scenario descritto l’anno scorso da Igor Yeltsov,
autorevole scienziato russo secondo cui le misteriose sparizioni
delle Bermuda sarebbero da attribuire “alle reazioni dei gas idrati
che cominciano a decomporsi attivamente quando il ghiaccio di metano
si trasforma in gas. Accade in maniera simile ad una valanga, come in
una reazione nucleare, producendo enormi quantità di gas.
Questo fa
aumentare la temperatura del mare e le navi affondano nelle sue
acque, mescolate con una percentuale enorme di gas”. Insomma,
nessun fenomeno paranormale: ad alimentare il mito del Triangolo, un
caso che appassiona studiosi e profani fin dal lontano 1945, quando
uno squadrone di cinque bombardieri della US Navy sparì nel nulla
insieme all’aereo con cui sorvolava l’Oceano, non sarebbe stato
altro che un “banalissimo” evento naturale. Per saperne di più,
ora non resta che aspettare aprile: il mese prossimo, infatti, in
occasione della riunione annuale della European Geosciences
Union, l’indagine della Arctic University verrà finalmente
pubblicata.
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