martedì 29 marzo 2016

Un cattivo maestro, anzi malvagio


Testo di Andrea Scanzi

Gli italiani non riescono a darsi pace per l’ “aggressione” subita da Giuseppe Cruciani per mano di violentissimi ragazzini (e più che altro ragazzine), che l’indomito dj refrattario agli shampoo ha affrontato con consueto coraggio impavido. Il mondo è ahinoi ingiusto e non tutti lo difendono: i tweet di solidarietà (per esempio Elenoire Casalegno) sono rari e c’è chi osa addirittura sfotterlo (per esempio Alessandro Robecchi). Povero Giuseppe: ce l’hanno tutti con lui, tranne forse Buonanno. 


Dopo aver spalato sterco per mesi e mesi su animalisti e vegani, l’erculeo Cruciani si stupisce ora che qualcuno nel frattempo si sia incazzato. All’acme dell’ “aggressione“, protetto da decine di persone e porte serrate, l’ineffabile Giuseppino ha brandito un salame con la marzialità con cui Re Artù brandiva Excalibur. Forse però non stava provocando i vegani, ma semplicemente esibendo loro le generalità. Ancor più leggendario quando, terrorizzato all’idea che una ragazzina bionda stesse per carcarlo di legnate, ha detto in favor di telecamera: “Non voglio fare a botte perché me li mangio uno per uno”. Come no: sembrava proprio Muhammad Ali prima di mandare al tappeto Sonny Liston. Il ribelle Cruciani pare ora protetto dalla Digos (solidarietà: a lui, ma pure alla Digos), gioca al martire, telefona piccato a chi osa pubblicare articoli che non lo paragonano a San Sebastiano e magari sta di nuovo chiedendo a qualche suo giannizzero di difenderlo (in prima persona non si espone quasi mai, se rischia di perdere). Il solito film crucianesco: provocare a caso per poi frignare da vittima. 

Giorni fa Giuseppino è arrivato a ospitare una capretta; le ha dato un nome, “Zanzarina”, ci ha fatto qualche foto insieme e si è vantato di ricordare che a settembre quella capretta morirà con un colpo di pistola alla nuca. Già solo questo dà la misura della sua sensibilità e moralità. Del resto, e lo scrivo da vegetariano che non cerca proseliti ma che neanche ama essere preso per il culo, ogni afflato animalista è ridotto in Italia a protesta caricaturale. E prima o poi ti trovi lungo la strada un Vissani o un Langone (chi?) a sparar sciocchezze triviali. Nel frattempo Cruciani non molla: eroico e indomito, egli vive e lotta in mezzo a noi, riceve la solidarietà di Mario Adinolfi (che di costolette come noto s’intende) e continua la sua crociata contro gli agnelli. Cioè contro se stesso. Sveglia, Giuseppino: saresti anche bravo (in radio), ma ti vedo proprio stanco e vittima di te stesso. Non sei per nulla al top. Pari un Capezzone fuorimoda. Metti un po’ sonno. E ormai fai più tristezza che rabbia.

3 commenti:

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  2. unica pecca della situazione creata...
    La platealità cui, loro malgrado, sono stati coinvolti gli animalisti scesi in campo... forse hanno tirato un po' piu' di acqua al mulino dell'ego di quel personaggio che dargli dell'imbecille è fargli un complimento.
    sarebbe stato meglio aspettarlo fuori casa, sicuramente a livello mediatico avrebbe riscosso meno clamore, ma l'effetto sarebbe stato sicuramente piu' efficace...

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    1. Conosco di persona l'organizzatore del presidio. Le sue iniziali sono R.S. Lui lavora sempre così, fin da quando collaborava con Paolo Mocavero, da cui poi si è staccato.

      Essere andati sotto la sede della radio, anziché sotto casa dell'infame, è stata sicuramente la scelta politica migliore.


      Forse, anche questo genere di eventi servono per separare "le pecore dai capri" di evangelica memoria, ovvero chi è dotato di anima da quelli che non ce l'hanno.


      Se poi dovesse verificarsi la "fine del mondo" o il "salto vibrazionale", ci sarebbero già due gruppi ben distinti.

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