In questo mio
undicesimo viaggio in Madagascar, sono venuto per lavorare e non me
ne tornerò in Italia senza prima aver concluso qualcosa di buono.
Tramontata l'ipotesi di lavorare con Alessandro, nel suo ristorante
ad Antsirabe, fra poco mi stabilirò a Tulear, che conosco da anni, e
dove vorrei cominciare con qualcosa di semplice: la prima colazione
malgascia. Certo, non arriverò mai ai livelli del signor Fabrizio,
napoletano, che da sedici anni vive in Madagascar e che ha aperto il
ristorante Nerone nel quartiere di Antaninarena a Tanà. Ci sono
stato ieri con Tina e abbiamo preso una pizza per 14.000 ariary, pari
a 4 euro. Il locale, che diffondeva musica italiana, è frequentato
soprattutto da vazaha, ovviamente. Io voglio cominciare con il caffè
malgascio, utilizzando la caffettiera che mi sono portato dietro, ma
dovrò rinunciare ai miei principi, perché i malgasci, la mattina,
non bevono il caffè senza macchiarlo con il latte. Potrei usare il
cattivissimo latte di soia venduto nei supermercati, ma dopo il primo
assaggio i clienti lo rifiuterebbero e non si farebbero più vedere.
E oltretutto, questo farebbe lievitare i prezzi rendendo il mio
chiosco proibitivo per le loro finanze.
Per accompagnare il
caffè i malgasci mangiano i boko boko o le mukari che sono
rispettivamente un dolce di farina tondeggiante, fritto nell'olio e
un tortino di riso. A volte, se vogliono strafare, comprano mezza
baguette, la aprono a metà mettendoci del burro e la intingono nella
tazza di caffè. Normalmente, le panche sono rudimentali assi
sostenute da paletti infissi nel terreno e anche il tavolo è di
legno, coperto da una tela cerata. Quasi sempre c'è una tettoia per
proteggersi dal sole che in estate picchia già dal mattino presto.
Non vengono forniti né piattini, né tovaglioli e le tazze sono
pentolini di metallo col manico, spesso sbeccati. Lo zucchero viene fornito a volontà
e per macchiare il caffè si usa il latte condensato di produzione
locale. Il prezzo del caffè malgascio è di 200 ariary, pari a 17
centesimi di euro. I boko boko e le mukari costano 100 ariary l'uno,
8 centesimi.
Io avrei pensato di
sistemare tavoli da pic-nic con sedie di plastica. Metterei a
disposizione tovaglioli di carta e biscotti per dare al chiosco un
tocco di occidentalizzazione. Il giornale del giorno, sul tavolo,
potrà essere letto mentre il cliente aspetta di essere servito. Per
fare il caffè potrei comprare un fornelletto a due fuochi, con
annessa bombola, ma anche la fatapera con carbonella potrebbe fungere
da fonte di calore. Per lavare le tazze usate, in assenza di acqua
corrente, ho pensato a due secchi, uno con acqua e detersivo e
l'altro di acqua normale per risciacquarle. Annika, la figlia di
Tina, sarebbe addetta all'asciugatura di tazze, piattini e
cucchiaini, oltre ad andare tutte le mattine a comprare il pane
fresco, sempre che ciò non la faccia arrivare tardi a scuola. La
madre di Tina, Zenisy, potrebbe rendersi utile cucinando i boko boko
e le mukari. A fare il caffè e all'acquisto di merce e mobilio ci
penserei io. Tassa di occupazione di suolo pubblico non si paga, ma
ciò non significa che qualche poliziotto non verrebbe a prendersi la
mazzetta, una volta realizzato che il padrone del chiosco è un
vazaha, ma Zenisy dovrebbe servire a fare da....paravento,
dichiarando cioè di essere lei la proprietaria del baretto.
E se Tina l'anno
scorso non avesse venduto il frigo che avevo comprato, si poteva
pensare di tenere aperto tutto il giorno, fornendo anche bibite
ghiacciate e magari anche piatti tipici già pronti come le carote
alla julienne, le rape rosse con maionese e la soupe cinese, ma io
non sono molto propenso a comprare un altro frigo per poi scoprire,
al mio ritorno, che è stato venduto. Se in Italia mi sarebbe
impossibile fare una cosa del genere e il nemico sarebbe lo Stato
succhiasangue con i suoi finanzieri, qui il nemico indossa la divisa
del poliziotto corrotto, che, come tutti, fa vazaha profite. Per
tacere del fatto che anche Tina, che mi dovrebbe essere alleata, non
mi facilita il compito di aprire un'impresa commerciale se mentre
sono in patria va a vendere mobilia ed elettrodomestici.
bè....dai almeno (fino ad ora)la tina non ha venduto anche te!!!
RispondiEliminaOKKIO che non si metta d'accordo con qualche poliziotto nel dividersi le tue finanze..........
da quanto dici il madagascar sarà anche bello,ma da turista.....lo stato non sarà esigente come qua ma x il resto non sai se il giorno dopo 6 vivo o morto o ridotto sul lastrico magari dalla dolce mogliettina.......
non mi sembra un posto adatto x viverci,perlomeno non migliore dell'italia.
Peccato che non ti sei firmato perché sembri essere un vero intenditore del Madagascar.
EliminaPer fortuna, sono fuori pericolo per quanto riguarda un eventuale tradimento da parte di Tina.
Quello che dici tu può succedere se frequenti le makorele, cioè le signorine mercenarie.