domenica 6 dicembre 2015

Una goccia nel mare delle ernie


Tutti abbiamo assistito all'ignominiosa strumentalizzazione di Aylan, il bambino siriano annegato sulle coste della Turchia, spostato dal luogo dove si era spiaggiato per metterlo in un posto più confacente, a beneficio del fotografo. I bambini sono un'arma molto potente nelle mani di chi controlla l'umanità e si va dalla critica: “Voi pensate agli animali con tutti i bambini che muoiono di fame in Africa!”, alla foto del bambino del terzo mondo sorridente nelle pubblicità dell'UNICEF o di altre parassitarie organizzazioni come l'AIRC, che fanno leva sull'emotività della gente per spillar denari.





Ma quando noi comuni mortali, che non siamo soliti frequentare ospedali infantili, ci troviamo di fronte a casi come quello di Miandrisoa, malato di ernia inguinale, non possiamo rimanere indifferenti. Io stesso, che ho scelto di occuparmi di bambini a 4 gambe, andando contro corrente ed attirandomi le critiche degli specisti, ogni volta che vengo in Madagascar penso a quanto mi piacerebbe lavorare in un ospedale, rendendomi utile al fianco di medici e infermieri che danno il massimo in favore degli sventurati.


E' quello che è capitato all'amico Alessandro, con cui ho scoperto di avere molte affinità elettive, oltre allo stesso segno zodiacale, e che purtroppo se n'è tornato in Italia proprio oggi, lunedì. Alessandro ha stretto amicizia con un conducente di ciclo-poussy di nome Stephan, che gli ha raccontato la triste storia di suo figlio Miandrisoa. L'uomo vive in una casa d'affitto e paga 10.000 ariary al mese, 2,80 euro, una cifra ridicola se ragioniamo con la nostra mentalità, ma gravosa se si considera la paga giornaliera di un conduttore di pousse pousse. A causa della miseria, Stephan non ha i soldi per ospedalizzare Miandrisoa, come suggerito dal medico.


Ecco che a questo punto, invitato Alessandro a far visita alla sua famiglia, è scattato quel meccanismo di solidarietà che rende nobile l'animo delle persone generose, quale Alessandro dimostra di essere, specie di fronte a un bambino sofferente. Anch'io mi sono aggregato alla comitiva, rendendosi necessaria la presenza di Tina come interprete. La nonna di Miandrisoa, oltre a mostrarci l'enorme sviluppo, dovuto all'ernia, dello scroto del bimbo, che a due anni d'età pesa solo 6 Kg, ci ha fatto vedere alcune pastiglie di Paracetamol e una boccettina di sciroppo ricostituente di colore nero, entrambe perfettamente inutili per guarire dall'ernia.


Tina ha preso la risoluzione di mandare il nonno di Miandrisoa in ospedale a vedere il prezzo dell'operazione, esposto all'ingresso insieme a una lista di tutti gli interventi chirurgici ivi praticati. Siccome c'era il rischio che il nonno riportasse una cifra più alta, io avevo suggerito di andare noi stessi in ospedale a verificare il costo, ma è prevalsa la decisione della nostra guida.





Ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo alle undici antimeridiane e nel frattempo abbiamo chiesto a Stephan di seguirci con il ciclo-poussi per caricarvi un sacco di 20 Kg di riso, uno di 5 Kg di fagioli, una bottiglia di olio e delle bustine di detersivo, tutte cose graditissime alle massaie malgasce, compresa la madre di Miandrisoa che non si è mostrata, durante la nostra visita, preferendo rimanere all'interno dell'abitazione. Noi, del resto, siamo rimasti in cortile e il bimbo lo abbiamo fotografato attraverso la finestra.





Quando gli consegnavamo i doni, Stephan non aveva un'aria molto felice ed Alessandro ha chiesto a Tina se secondo lei il giovane era imbarazzato, o forse deluso perché voleva i soldi subito, meglio se in quantità consistente. Speriamo almeno che quando riceverà il denaro per l'operazione ci voglia ringraziare con un sorriso, anche se probabilmente Alessandro deciderà di consegnarlo alla timida madre piuttosto che a Stephan, onde evitare il rischio, tutt'altro che inverosimile, che la somma destinata al figlio non finisca nelle sbornie del padre.


Il giorno dopo non siamo riusciti a sapere il prezzo dell'operazione, perché il nonno aveva fallito nella consegna richiesta o il medico non aveva voluto dirglielo. Tuttavia ci è stato detto che il bambino era stato ricoverato e che sarebbe stato operato entro pochi giorni. Si spera che questa sia la volta buona e che la donazione fatta da Alessandro la mattina della nostra partenza per Tanà serva per lo scopo per cui è stata elargita. Non sapremo più nulla di Stephan e di suo figlio Miandrisoa, a meno che qualcuno di noi non torni fra qualche anno ad Antsirabe. Comunque, va bene anche così.


2 commenti:

  1. sono totalmente d'accordo con te.......purtroppo.....
    centri commerciali supermercati e molte volte ospedali sono sempre + infestati da volenterosi creduloni volontari giovani e meno giovani gabbati loro x primi dalla miride di + o - famose organizzazioni pseudoumanitarie che,complice la crisi,sfruttano senza alcun ritegno e remora morale l'immagine di bambini con le malattie + disparate adeguate al momento (ora a natale si scatenano)allo scopo di creare un senso di colpa in noi creduloni così è molto + facile che allentiamo i cordoni al portafogli.......
    È UNO SCHIFO INDEGNO DELL'ESSERE UMANO,siamo alla frutta della civiltà odierna.
    stessa storia delle adozioni a distanza!!!

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    1. Il paradosso e' che la gente dona denari alle stesse organizzazioni che sono responsabili, per lo piu', delle malattie che dicono di combattere.

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