Testo di Armando Sommajuolo
Quello che vedete in
questa foto è un carro armato libico distrutto. Il fessacchiotto che
ci sta sopra sono io. Sono a 100 km da Bengasi. Era il 2011 ed io
rimasi più di un mese in Libia ricoprendo il ruolo di inviato per il
tg. Ma su questa foto la domanda da fare non è tanto a chi
apparteneva quel carro armato. E nemmeno chi sia il fessacchiotto che
ci stava sopra (io). La domanda giusta è, ed era: chi ha distrutto
quel carro armato? Risposta: un caccia bombardiere francese. E perché
la Francia intervenne nel conflitto? La risposta di allora fu: "Per
aiutare la popolazione della Cirenaica dalle violenze delle truppe
del dittatore Gheddafi"!
FALSO, OVVIAMENTE!
FALSO, OVVIAMENTE!
La Francia intervenne perché alla Francia interessa la Cirenaica. E per essere chiari: alla TOTAL interessano i pozzi petroliferi. Il risultato di quanto accadde è sotto gli occhi di tutti: Gheddafi è stato linciato e ammazzato (si dice da agenti francesi), il paese è finito nel caos, migliaia di profughi arrivano sulle nostre coste, il fondamentalismo e l'ISIS dilagano. Ora la storia si ripete. Ma ai francesi si sono aggiunti anche i britannici, tutti sul terreno libico più o meno segretamente. L'Italia che a suo tempo fu di fatto costretta ad accodarsi nei bombardamenti, sta perdendo la sua influenza sulla sua ex colonia. Il nostro governo non sa esattamente cosa fare e rischia di impantanarsi. La Libia potrebbe essere divisa in tre stati sulla cui influenza stanno tramando numerosi paesi europei, formalmente nostri alleati. In realtà pronti a sfilarci i grandi accordi sullo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Con buona pace dell'Italia e ...dell'ENI. Altro che difesa della libertà! Chiamiamo le cose col nome giusto. Interessi. Solo interessi. Da che mondo è mondo va così.
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