giovedì 10 marzo 2016

Quattro ragnetti clandestini


Dopo Attila e Luciano, rispettivamente ungherese e rumeno, ieri finalmente anche Valentino, friulano, ha trovato il tempo di venire a prendersi i suoi semi e con lui i doni dal Madagascar sono finiti. Per la verità, i minerali che Attila e Luciano mi avevano prenotato non si possono considerare propriamente dei doni, perché me li sono fatti pagare, com'è giusto che sia. Considerato che io stesso li avevo comprati, nonché tutta la fatica, con annesso stress aeroportuale, che ho fatto, l'amazzonite, i berilli, la rodizite e gli altri campioni glieli ho fatti pagare anche poco, mentre i semi di jacaranda, di iperico, di cicadina e delle altre leguminose, non li ho dovuti comprare perché li ho trovati per terra o li ho colti direttamente dalle piante durante le passeggiate. 


Valentino, prima della mia partenza, mi aveva fatto sapere che gli interessavano soprattutto semi di piante commestibili, ma come con Luciano e Attila non mi è stato possibile trovare i minerali da essi prenotati, così con Valentino solo quelli della pianta localmente chiamata Tsynefo (pron. cinefu), una ramnacea, si possono considerare commestibili, mentre gli altri sono o ornamentali o selvatici senza alcuna utilità per l'uomo. I frutti del Tsynefo, quando sono maturi, vengono venduti nei mercati e i ragazzini si arrampicano sugli alberi, nella brousse, per raccoglierli. Mi pare che Valentino, giardiniere comunale laureato in botanica, sia rimasto comunque soddisfatto, tanto che ha preso appunti e ha fotografato uno ad uno i gruppi di semi, con la sua Canon digitale da 500 euro. Credo che avrei bisogno anch'io di una cosa così, perché infatti in Madagascar non si trovano più i rullini per le analogiche come la mia Nikon e questo fenomeno, com'è noto, si chiama obsolescenza programmata. Per fortuna mi ero portato dietro anche la piccola digitale Kodak, con la quale ho potuto tenere un reportage dal Madagascar, molto apprezzato dai miei fedeli lettori. 

Mentre stavamo scartocciando i semi dagli involucri che avevo predisposto prima della partenza per l'Italia, da quello della jacaranda sono usciti quattro ragnetti microscopici, che hanno cominciato ad andare in giro sulla tovaglia. Al che Valentino mi ha chiesto se all'aeroporto i semi erano stati sottoposti a disinfestazione. Naturalmente, ad Antananarivo i doganieri erano impegnati a spillarmi denaro, mentre al Marco Polo di Venezia mi sono accodato a un gruppo di persone in uscita, dopo aver ritirato i bagagli, e nessuno mi ha fermato. Se sentirete parlare di un'epidemia scoppiata in Friuli, con Codroipo come luogo di irraggiamento, sappiate che sono stati i miei quattro ragnetti clandestini a diffonderla e che io sono il responsabile del disastro. Ma voi non farete la spia, vero?


Nessun commento:

Posta un commento