martedì 23 giugno 2020

Cina, vituperio delle genti



Appresa la notizia del festival della carne di cane in una località cinese di nome Yulin, Rita Dalla Chiesa ha posto una domanda inquietante: “È peccato mortale volere l'estinzione del popolo cinese?”. Certo, la cara Rita esagera, ma la comunità internazionale dovrebbe premere sul regime comunista cinese, perché la smetta con queste mostruose usanze.  Di passaggio, potremmo chiedere alla Cina di smetterla di infettare il mondo con i suoi virus e di inquinarci più che mai a futura memoria con le auto ibride. Quanto hanno pagato i cinesi per imporre la moda di certi veicoli? Fatto è che la Cina ha il monopolio delle batterie e per questo ha colonizzato il Congo, cioè il 90% dei giacimenti di cobalto.

11 commenti:

  1. Pensavamo che questa terribile usanza alimentare fosse stata definitivamente bandita in Cina, ed invece.... Peraltro non solo la Cina è da condannare, altrimenti si rischia di fare come alcuni fanno con la giudaglia, ritenendola unica responsabile dei mali del mondo.

    Orbene, la carne di cane e di gatto viene consumata in Messico, nelle Fippine, In Vietnam, in India, in Svizzera, nelle regioni artiche ed antartiche, in Siberia, tollerato il consumo in Canada, illegale ma praticato il consumo in 44 stati USA. Oltre che in Cina.....

    L'odio a senso unico non porta da nessuna parte. Irrita invece a dismisura le menti di coloro che cercano la verità, senza pregiudizi. Forse io non appartengo alla categoria, ma ne condivido gli ideali.

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    1. Pascal disse: "Il cane è la più grande conquista dell'umanità".

      Bisognerebbe correggerlo così: "Il cane è la più grande conquista dell'Occidente".

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    2. Caro Roberto, lei non sa che Pascal apparteneva alle "anime pie" dei giansenisti dell'Abbazia di Port-Royal che si divertivano a vivisezionare i cani per "studiarne" la circolazione del sangue. Dato il mio passato mestiere conosco bene Pascal e mi è stato sempre sui coglioni. Meno male che è vissuto solo 39 anni.
      Età storica quella dei 39 anni. Accomuna tanti personaggi storici: Torricelli, Caravaggio, Leopardi, Chopin, Maxwell (padre dell'elettromagnatismo), Garcia Lorca, Gershwin e altri che ora mi sfuggono.

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    3. Quindi, il senso della frase di Pascal era tutt'altro che amichevole nei confronti dei cani.

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  2. Anche un Cambogia e Laos, difatti quando giro in bicicletta sento sempre qualcosa di strano una Strana sensazione una mancanza di qualcosa i cani ! Normalmente invece in thailandia c'e'pieno di c a ni randagi ovunque a volte ti corrono dietro mentre in Cambogia 0 zero cani strada libera i pochissimi cani che incontro scappano come se avessero visto il diavolo hanno paura di finire al barbecue

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    1. Nei miei primi viaggi in Madagascar, rimanevo frustrato quando, lanciando pezzetti di pane ai cani randagi, questi scappavano pensando che gli lanciassi delle pietre.


      Poi ho cambiato tattica e mi avvicinavo loro con latte e pane in una ciotola. Allora non scappavano. E se lo pappavano.

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  3. La barbarie purtroppo ammanta l'intero pianeta senza distinzioni.

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  4. In India nessuno aiuta i cani randagi perché sostengono che quest'ultimi siano anime incarnate di persone che hanno commesso cose gravi nelle vite precedenti, quindi non debbono essere aiutati. In India le vacche mangiano la plastica che gli indiani gettano pressoché ovunque. Però nessuno dice nulla sull'India, sempre e solo sulla Cina. Le abitudini gastronomiche dei cinesi non sono dissimili da quelle degli occidentali. La Dalla Chiesa ha delirato, forse per mettersi in mostra mediatica.

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    1. A Trivandrum, nel Kerala, quand'era ora di pranzo prendevo il "tre ruote" e andavo in centro. La "mainstreet", cioè la via principale, aveva tutta una serie di ristoranti che riportavano in alto VEG e No VEG, così uno sapeva dove entrare. Questo, nel 1991.

      In Italia devo ancora trovare ristoranti di quel genere, tutti in fila e con l'indicazione del genere alimentare.

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  5. Magari qualche volta potresti scrivere un post su quel viaggio in India meridionale. Sono interessato all'India, nel senso che non mi capacito di come un Paese possa essere così degradato, "una via di mezzo tra una discarica ed una fogna" (cit. di un italiano che ha lavorato in India).

    In India VEG sta per latto-vegetariano. Veganismo praticamente inesistente e sconosciuto. Solo il 30% degli indiani (soprattutto bramini, suppongo) è costantemente vegetariano, il restante 70% mangia carne come nel vicino ed odiato Pakistan, anche se in quantità più contenute. Sai qual è il Paese leader per esportazione di manzo? L'India. E la macellazione hindù non è meno crudele di quella halal. Le vacche vivono in condizioni pietose, come confermato da chiunque abbia vissuto l'India vera senza affidarsi a tour operator che ti fanno vedere solo il Taj Mahal, le spiagge di Goa e quant'altro. Gli occidentali hanno un'immagine così distorta di quel paese, che forse è più arretrato dell'Africa subsahariana. Ricordati che gli hindù si astengono dalla carne non per etica od ecologismo, ma per meri motivi religiosi, anzi, superstiziosi, dato che tutte le dottrine gnostiche rivelano che la reincarnazione da umano ad animale è del tutto inesistente. È una superstizione tipica del Brahmanesimo, culto di Shiva e roba simile.

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    1. A Goa ci sono stato anch'io, ma senza tour operator.

      Ho sempre viaggiato da solo.

      Confermo quanto dici e ti ringrazio per l'ottimo commento.

      Tra una Cina senz'anima e un'India superstiziosa che rispetta gli animali, preferisco senza alcun dubbio la seconda.


      Quel mio soggiorno a Trivandrum, andando ogni giorno a pranzo nei ristoranti VEG, mi ha fatto scoprire il piacere gustativo delle salse messe sul riso, di tutti i colori e di tutti i sapori.

      Varrebbe la pena andarci solo per quello.

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