sabato 29 agosto 2020

I complicatori e i facilitatori


Giulia Ratti è una cittadina svizzera cecata come una talpa. Il 17 agosto, in un albergo di Lignano, non ha visto uno scalino ed è finita ruzzoloni a terra con il piatto che stringeva in mano, il quale, spezzandosi, le ha procurato una ferita sul palmo della mano destra, recidendole un’arteria. Nonostante zampillasse come una fontana, il gentile titolare dell’albergo l’ha portata con la sua macchina al pronto soccorso, dopo averle fasciato la ferita con un asciugamano. Ivi giunta i medici le hanno cucito quattro punti di sutura. Dopo una settimana – le dissero i medici – avrebbe dovuto farseli togliere. Passato il tempo stabilito, e trovandoci tutti insieme in vacanza in montagna, io, la Giulia ipovedente e mia figlia, ci siamo recati al pronto soccorso dell’ospedale di Tolmezzo. L’infermiera addetta all’accoglienza, saputo che Giulia veniva dalla Svizzera, subito ci ha messo al corrente che se avesse voluto farsi rimuovere i punti, doveva sottostare al tampone, dal momento che recenti disposizioni avevano messo la Svizzera nei paesi a rischio. 


Giulia si è rifiutata di sottomettersi a tale pratica invasiva. Io cominciavo ad innervosirmi, sentendo odore di trappola. Se infatti dall’esito del tampone fosse uscito che Giulia era positiva al Covid, le avrebbero imposto una quarantena di due settimane, facendole perdere giornate di lavoro, dopo che le vacanze fossero finite, oltre a rovinarci le vacanze stesse. E inoltre, avrebbero potuto pretendere che anche le persone con cui era venuta in contatto, me e mia figlia, fossero confinate in quarantena. Ce ne siamo venuti via, ma senza metaforicamente sbattere la porta, benché il mio sangue ribollisse. Giulia è riuscita anche a ringraziare l’infermiera che ci aveva appena posto un ostacolo, per non parlare di ricatto. Poi, quando dovessero finire davanti a un ipotetico processo di Norimberga, quell’infermiera, i suoi colleghi e tutti gli altri eroici medici e sanitari covidioti, si discolperebbero dicendo che loro erano meri esecutori di ordini.

Prima che le nostre vacanze finissero, avevamo in programma la visita a un’oasi felina, cosa che abbiamo fatto, ma a me venne l’idea di chiedere l’intervento del veterinario dei gatti, che nell’uso di pinze e forbici chirurgiche non è da meno di un medico per umani. La volontaria, che aveva seguito un corso parauniversitario, si è offerta di compiere la semplice operazione di asportazione dei punti, ma – ahimè – vuoi per imperizia o per inadeguatezza degli strumenti, la faccenda si è rivelata più dolorosa del previsto. E Giulia si è tenuta i punti sulla mano.

Dopo un paio di giorni, finite le nostre vacanze montane, siamo tornati a Codroipo e la sera stessa ci siamo recati alla Guardia Medica, essendo che il pronto soccorso più vicino è a San Vito al Tagliamento, lontano 10 Km. Il medico di turno, già mentre parcheggiava per prendere servizio, ci gridò da lontano, vedendoci in attesa all’ingresso dell’ambulatorio, che la Guardia Medica non era operativa, poiché “siamo in regime Covid”. Si è espresso proprio così! Regime Covid! A me viene in mente, per associazione d’idee, regime staliniano, ma a quello zelante medico, che si guadagna lo stipendio senza far nulla, di sicuro non è venuto in mente. Anche lui fa parte dell’eroica categoria di medici che salvano vite, come vuole la narrazione governativa. Fermatosi sulla porta, viste le nostre insistenze, ci ha detto che avevamo due possibilità: o andare da un qualsiasi medico di base, o recarci al pronto soccorso, dove, trattandosi di “codice bianco”, avremmo dovuto aspettare fino a quattro ore.

Abbiamo optato per il medico di base, nonostante le mie perplessità riguardo al fatto che Giulia è una cittadina straniera e il suo medico di fiducia sta nel Canton Ticino. L’ho quindi portata, la mattina del 28 agosto, presso il Centro Medico di Codroipo, dove si trovano quasi tutti i medici del circondario. E, colpo di scena, una delle segretarie, dopo una telefonata, ci ha detto che ce li avrebbero tolti quella mattina stessa, benché si trattasse di una cittadina straniera non facente parte dei pazienti dei medici locali. Come se non bastasse, il dottor A.S. non ha voluto farsi pagare, ma siccome Giulia insisteva per sdebitarsi, le ha detto che poteva lasciare pagati due caffè, per lui e la sua assistente, presso il bar “Al bugiardino”, al piano terra del palazzo.

Così si è conclusa l’avventura di Giulia Ratti e dei suoi quattro punti sulla mano destra. Abbiamo incontrato sulla nostra strada sia personale sanitario che ama complicare la vita del prossimo, sia un medico che fa parte dell’altra categoria, quella di coloro che facilitano la vita degli altri. Ma questa divisione, a cui già Totò faceva riferimento con la famosa domanda: “Siamo uomini o caporali?”, si estende purtroppo anche al di fuori dell’ambiente medico, andando ad infestare altri settori della pubblica amministrazione, delle forze dell’ordine o anche dei semplici cittadini. Che mondo sarebbe se tutti si sforzassero di rendere facile la vita agli altri? Sarebbe sicuramente un mondo più vivibile. E invece, sembra che la categoria dei burocrati, che sadicamente tendono a mettere in difficoltà la gente, sia in aumento. Se tale fluida situazione dovesse trovare conferma in senso negativo, la nostra società andrà incontro a un’implosione, o a una degenerazione, ovvero a una lotta di tutti contro tutti, senza più collaborazione, né solidarietà, ma solo conflitti e competizione. Se fai un atto di gentilezza, poi l’universo si incaricherà di restituirtelo. Non è difficile da capire. O forse sì?

5 commenti:

  1. Sembra ormai quasi certo che fra qualche tempo chiuderanno gli uffici anagrafe comunali. Dovremo stamparci i documenti da soli. Immagino i novantenni alle prese con scanner, stampanti eccetera. Ci sarà da disperarsi. Nel frattempo, mentre si bisboccia e si balla senza distanziamento alle feste dell'unità, i poveri ristoratori..... Varrà la pena vivere per le categorie più deboli? Oppure per i più incolti o sprovveduti? Molti sceglieranno di andarsene, non prima di aver prenotato online il funerale e inviato via pec ai congiunti le loro volontà testamentarie. Un ultimo clic sull'home Banking per le spese delle esequie ed altre varie eventuali. Attenti ai periodi. A natale ed a ferragosto i preti sono in ferie. Si rischia pure il viatico...

    Non ti mando via, ma te ne farò tante e poi tante che te ne andrai da solo....

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    1. Il 14 settembre mi scade la carta d'identità, mentre il passaporto è scaduto da un pezzo.

      Voglio vedere come farò a rinnovarla se non potrò accedere all'anagrafe senza mascherina.

      Mi sento come quelle fotografie nel film "Ritorno al futuro": sto scomparendo.

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  2. Per entrambi i casi non resta che rivolgersi ad un falsario ,che in men che non si dica ti rilascerà per una modica spesa,naturalmente registrata come donazione nell'ipotesi di scomparsa del contante un simil documento perfettamente illegale.Saluti.

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    1. Si dice che a Napoli ci siano dei falsari bravissimi, ma per me Napoli è lontanissima.

      E poi, se dovessero fermarmi per strada con i documenti scaduti, spiegherò alle forze dell'ordine che sarei andato in anagrafe a rinnovarli se non ci fosse questa sciocca restrizione alle libertà di movimento.

      Ed è la pura e semplice verità.

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  3. Ho visto ho visto che tristezza vedere la stazione di Parma come un mercato Congolese vi capisco siete avviliti e frustrati lavorate stile zombie avete ragione vedevo in giro nelle biglietterie sui bus nei bar ecc delle occhiataccie di mestizia, mamma mia ! Che pena ! avete mille ragioni mi piacerebbe rivedere l'Italia di una volta quando non ci stavano clandestini dove i gay non legiferavano o negavano di essere gay per non rischiare di essere additati per la vergogna di essere scoperti e di perdere il lavoro, bei tempi tutto e'finito ! Ora il potere ha calato la maschera ora fanno tutto a Nostro sempre maggior danno e ve lo dicono pure in Faccia, Zaia che dice "e'sbagliato ma e'cosi" beh ci sarebbe da chiedergli allora da domani se ci dite di andare tutti a farci incul... Dai clandestini per legge sapendo che e'sbagliato ma e'cosi 'dobbiamo farlo, ma questi Governatori dove li hanno trovati nella Spazzatura ? Oppure nelle osterie alla chiusura quando sono tutti pieni di vino come delle botti

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