sabato 22 agosto 2020

Il Settimo Cavalleggeri circondato dai nemici nelle Prealpi pordenonesi


I fanti che morirono qui mi ricordano il settimo cavalleggeri, decimato dagli indiani a causa – si dice – della vanità di gloria del generale Custer. Qui non c’era nessun generale vanaglorioso, ma un numero preponderante di austriaci e i nostri fanti fecero quello che poterono: morirono ingloriosamente. Se avessero trovato la strada della pianura, o se fossero stati più celeri nella ritirata, si sarebbero portati oltre la linea del Piave, salvando la ghirba. Soldati siciliani e sardi e napoletani e piemontesi restarono per sempre in queste sconosciute e impervie montagne, lasciando a casa i parenti ad aspettarli inutilmente. Non c’erano elicotteri che avrebbero potuto metterli in salvo. Abbandonati, spararono le loro ultime cartucce, portando con sé all’inferno il maggior numero possibile di crucchi.

2 commenti:

  1. "nemici" in vita, dormono insieme sulla collina, come i trapassati di Spoon River.

    La prima guerra mondiale fu chiaramente un sacrificio a Moloch, ed ai suoi sanguinari accoliti, propedeutica alla seconda e forse alla terza, già in corso o prossima ventura. A secondo dei pareri.

    I cimiteri dei caduti trasmettono una tristezza infinita. Si nota l'assenza di Dio. Poveri ragazzi, morti inutilmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nemici in vita, separati in casa.

      E' forse dal gran numero di cimiteri di guerra presenti in loco, che i friulani hanno un carattere tendenzialmente triste.

      Poi, bisogna metterci il clima pessimo.

      Elimina