Fonte: Giustizia animalista
Il giorno dell'Oca è
una celebrazione che si svolge a Lekeitio, un comune spagnolo nei
Paesi Baschi, nell'ambito del Festival di San Antolín, normalmente
verso il 5 Settembre. Il Festival, che ha più di tre secoli, era
riservato solo ai marinai. La gara consiste dell’appendersi al
collo di un'oca, mentre il cavo che regge l'animale viene alzato e
abbassato sotto la superficie del mare. L'obiettivo è rimanere
appesi fino a strappare, con il peso del proprio corpo, il collo
dell'animale ottenendo così la sua testa come trofeo. Tras los
Muros, che ha pubblicato le foto, afferma che tutte le oche che si
vedono sono vere, anche se si tratta di animali che erano già morti
prima di essere appesi.
In passato però LE
OCHE ERANO VIVE. Fino al 1984 infatti sono stati utilizzati ANIMALI
VIVI, che venivano decapitati STRAPPANDO loro il collo, spesso dopo
numerosi tentativi. Gli animali morivano dopo una LUNGA AGONIA, sotto
gli applausi e le risate del pubblico e dei partecipanti. Le oche
sono esseri senzienti in grado di provare delle emozioni, paura e
dolore. Solo dopo le continue proteste degli animalisti, che
chiedevano rispetto per questi poveri animali, si è deciso di
ucciderli due ore prima della gara. Non che fosse un gran risultato,
visto che questi animali venivano comunque uccisi per puro
divertimento, ma almeno non venivano torturarti per diverso tempo
prima di morire. Dal 2006 hanno iniziato ad usare degli animali in
gomma ma sembra che la decisione non abbia nulla a che fare con il
rispetto per gli animali ma che sia stata presa per paura
dell’influenza aviaria.
Nel 2014 è stata data
la possibilità ai partecipanti di scegliere se gareggiare con oche
vere morte oppure oche finte in gomma. Su quasi 90 partecipanti solo
14 hanno votato per gareggiare utilizzando oche artificiali. Il resto
dei partecipanti voleva poter strappare il collo di un’oca vera. È
un passo in avanti il fatto che ora vengano usati degli animali
artificiali ma l’atto in sé, ovvero quello di strappare il collo
di un animale (anche se finto), rappresenta comunque un brutto gesto
e un impedimento per la formazione di una società rispettosa verso
gli animali. Mantenere vive tradizioni simili significa non volersi
evolvere in una società più consapevole, rispettosa e
compassionevole.
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