Fonte: Il centro
TERAMO. Più che un
avvertimento è una minaccia, la promessa di una ritorsione violenta
e implacabile. Sul tronco di uno dei tigli che costeggiano viale
Cavour, nella zona sotto contrada San Venanzio, è stato affisso un
foglio A4 con un messaggio scritto al computer che, per quanto
iperbolico nei contenuti, è un concentrato di rabbia, intolleranza e
giustizialismo fai da te. La prima frase chiarisce subito chi sono i
destinatari e qual è il tono, rafforzato da qualche parolaccia
sparsa qua e là, del testo: «Brutti ladri albanesi e rumeni questo
avviso è per voi». A firmarlo sono “ragazzi molto cattivi” che
scrivono di recenti incursioni nelle abitazioni del quartiere. «Ci
sono stati diversi furti e diverse segnalazioni ultimamente in questa
zona», fanno sapere, «avete provato a entrare in casa mia e ci
siete riusciti in altre, ma vi giuro su mia madre che se questa cosa
ancora si ripete io ammazzo e torturo ogni straniero che è venuto ad
abitare qui!».
L'avvertimento nasce,
dunque, dall'esasperazione di chi ha visto le case dei vicini violate
e la propria presa di mira senza successo da ladri superficialmente
identificati come «albanesi e rumeni». La rabbia, però, sfocia
nella minaccia di stampo xenofobo rivolta agli stranieri che di
recente si sono trasferiti nella zona. «Faccio pedinamenti, vi
seguo», prosegue il messaggio, «e quando meno ve l'aspettate vi
metto un passamontagna in testa e vi porto a uno a uno a casa mia e
vi faccio male, ma tanto male!». La promessa di vendetta cieca e
feroce è talmente eccessiva da assumere connotati surreali. Chi l'ha
scritta probabilmente non la metterà mai in atto, ma di sicuro pensa
che gli stranieri arrivati nel quartiere rappresentino un problema e
siano in qualche modo responsabili dell'ondata di furti registrati
nell'ultimo periodo. Di conseguenza i "ragazzi molto cattivi",
che poi sarebbe uno solo visto che scrive usando il singolare, si
rivolgono proprio a loro. «Vi consiglio vivamente a voi che abitate
qui da poco di rispettare questo quartiere, altrimenti a breve
verremo sotto le vostre case a darvi fuoco!».
La conclusione è
racchiusa in un monito che conferma la profonda diffidenza, se non
proprio l'odio, nei confronti degli stranieri appena arrivati in
zona: «Ricordatevi che per uno pagano tutti». Non saranno minacce
realmente attuabili, ma come messaggio di benvenuto ispirato da
sentimenti di accoglienza e tolleranza per i "diversi" fa
il suo effetto.
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