Fonte: Corriere delle Alpi
TAMBRE - Sono salvi -
ma con un giallo e l'intervento dei carabinieri, oltre che dei
forestali - i cervi che erano intrappolati nel recinto in località
"Le Code", sull'altopiano del Cansiglio e che il presidente
della Regione Veneto, Luca Zaia, aveva ordinato, martedì sera, di
sfamare. Alcuni sono morti, per l'impossibilità di alimentarsi,
considerata la presenza di mezzo metro di neve. Una cerva è annegata
nella pozza d'acqua del pascolo; era incinta. Ma i più, intorno ai
25, sono riusciti a fuggire. Attraverso un varco nella recinzione,
aperto da ignoti durante la notte, ma scoperto dagli animali al loro
risveglio. Erano, infatti, appena scappati quando ieri mattina gli
uomini di Veneto Agricoltura, del Corpo Forestale dello Stato e della
Polizia Provinciale di Belluno, si sono presentati in forze, su
mandato appunto del governatore Zaia, con un gatto delle nevi e due
ruspe cariche di fieno. Hanno, invece, trovato sul posto, Michele
Bastanzetti, di Vittorio Veneto. Sì, ancora lui, il vittoriese
appassionato del Cansiglio. Lunedì, salito in foresta per
un'escursione con le ciaspe, s'era imbattuto nel dramma della cerva
incinta che stava annegando. Ieri mattina ha portato uno zaino
stracarico di pane, offerto da Gioi Tami di Vittorio Veneto. «Ho
visto allontanarsi gli ultimi - ha raccontato -, ho cercato di
inseguirli, seppur a distanza, per porgere loro il pane e mi sono
imbattuto nella recinzione tagliata». Gli animali, dunque, erano
fuggiti per quel pertugio.
Il giallo: chi, nella
notte, aveva creato quel varco? Citiamo la notte, perché Milo
Veronese, il titolare della stalla con l'annesso recinto, quando ha
visto un uomo aggirarsi al suo interno è subito piombato con la
motoslitta e, riscontrando l'apertura, l'ha immediatamente accusato
del fatto. «Ieri pomeriggio non c'era e i cervi si trovavano ancora
all'interno», ha riferito, alterato, a Bastanzetti. «Mi guardi in
faccia. Come posso aver compiuto un atto del genere? E se non è
convinto - gli ha risposto Bastanzetti - rovisti in questo zaino o
nell'auto parcheggiata alla Genziana». I toni, anziché abbassarsi,
sono diventati ancora più vivaci quando Veronese ha ricordato
all'escursionista che non sarebbe potuto entrare nel recinto, essendo
l'area privata. Bastanzetti ha contestato la tesi. E l'ha fatto
alzando anche lui la voce. Solo i carabinieri, fatti arrivare da Puos
d'Alpago, hanno riportato la calma.
Dall'esterno, intanto,
cominciavano ad arrivare uomini della Forestale e di Veneto
Agricoltura. Zaia li ha ringraziati «per aver risposto con grande
rapidità e condivisione alla mia richiesta di intervento». E lo
stesso governatore, ieri pomeriggio, ha messo sotto accusa le
recinzioni che «impediscono ai cervi di spostarsi nelle aree
dell'altopiano dove è possibile trovare del cibo». Il presidente,
assicurando che l'operazione verrà ripetuta sino a che la situazione
non si sarà normalizzata, ha chiosato, in conclusione: «Abbiamo
compiuto un gesto di rispetto e di civiltà oltre che di salvaguardia
di un patrimonio faunistico che considero prezioso per il Cansiglio».
Non importa se i cervi avessero, ieri mattina, guadagnato la libertà
pochi minuti prima dell'arrivo della Regione. A loro disposizione c'è
il fieno e c'è il recinto aperto. Sulla neve - come ha certificato
Bastanzetti - restano le carcasse di cerve morte, con i corvi a fare
il girotondo ad un'altezza sempre più bassa. «I corvi cominciano ad
attaccare l'animale ancora morente e come prima cosa in genere
strappano gli occhi, poi aprono un buco nella pancia (la parte più
tenera) e svuotano tutto dall'interno. Sinché non resta un po' di
pelo», spiega lo stesso Bastanzetti.
A morire sono stati
gli animali più deboli. Veri e propri solchi compaiono
nella neve, sempre all'interno della recinzione. I poveri cervi,
prigionieri com'erano, sono andati avanti e indietro nel disperato
tentativo di trovare un varco che nessuno ha aperto loro, se non,
all'ultimo momento, qualche animalista. «Eppure bastava spalancare i
cancelli», sospira di rabbia Bastanzetti. E con lui i tanti
ambientalisti ed amici degli animali che da tutta Italia stanno
inviando messaggi a Zaia. Disperati, i cervi hanno grattato la neve,
là dove aveva meno spessore, sotto i pini alla ricerca di qualcosa
da mangiare. Ma non hanno trovato che un po' di muschio o paglia
marcia. Inevitabile la fine per i più fragili.
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