martedì 22 agosto 2017

Quanto è pericoloso l'Islam per noi?


Fonte: Il Giornale

Una risposta a questa domanda ce la dà Ayaan Hirsi Ali, una delle più influenti intellettuali del nostro tempo; di origine somala, naturalizzata olandese, è stata costretta a lasciare l’Europa per le sue battaglie contro l’Islam radicale e riparare in America. Il suo ultimo libro, “La sfida della Dawa”, è un’analisi accurata e precisa sulla incompatibilità dell’Islam con l’Occidente; un’incompatibilità di cui non sembriamo renderci conto perché, come ha spiegato in un’intervista“noi ci soffermiamo solo sugli atti di violenza ignorando l’ideologia islamista che sottende tali atti”. E l’ideologia ha fondamento proprio nella Dawa, il proselitismo islamico base dottrinale per ogni musulmano; perché l’Islam non è una religione come il cristianesimo o il buddismo ma è innanzitutto una “religione politica”.



Noi pensiamo, dice Hirsi Ali, che se eliminiamo i leader estremisti o abbattiamo Isis e Al Qaeda allora fermeremo il jihad “ma ci sbagliamo e questo perché ignoriamo la Dawa. La Dawa non ha nulla a che vedere con l’attività missionaria cristiana o con le opere umanitarie e solidali tra credenti di una stessa fede; essa è una vera e propria azione politica che punta all’islamizzazione sociale e civile del paese in cui opera. L’obiettivo della Dawa non è salvare le anime ma, essendo l’Islam un progetto politico, “distruggere le Istituzioni di una società e sostituirle con la Sharia”. Hirsi Ali spiega nel suo libro che Dawa è per gli islamisti di oggi, ciò che la “lunga marcia attraverso le istituzioni fu per i marxisti del ventesimo secolo: una sovversione dall’interno, l’uso della libertà religiosa per sconvolgere quella stessa libertà.


I MEZZI: IMMIGRAZIONE E SINISTRA

Dawa impiega diversi mezzi per “raggiungere l’obiettivo di imporre la legge islamica alle società”. Tra questi vale la pena ricordare:

  • L’immigrazione, funzionale a diffondere l’Islam e corrisponde alla Hijrah dottrinale, meritoria per ogni musulmano che la pratica: migrare per poi diffondere la Sharia è compito di ogni credente di Allah;
  • La riduzione dello status sociale delle donne per trasformarle in macchine riproduttive ai fini del mutamento demografico” dell’Occidente;
  • L’appoggio “ai partiti politici progressisti nelle società democratiche”perché più inclini “ad accettare le richieste islamiche in nome della coesistenza pacifica”.
Gli sforzi di Dawa nei paesi occidentali mirano sia a convertire i non musulmani all’Islam politico, sia a creare opinioni più estreme tra i musulmani esistenti, in linea con la legge della Sharia non riformata”Dawa è il “Cavallo di Troia” con cui l’Islam si traveste da “minoranza” in Occidente, utilizza le garanzie concesse alle minoranze e approfitta degli “utili idioti” che consentono la sua penetrazioneLa violenza islamica, sotto forma di jihad o terrorismo, è solo un’estensione della Dawa che ogni musulmano deve perseguire, anzi, parafrasando Von Clausevitz, è la continuazione della Dawa con altri mezzi.

PERCHÈ NON LO CAPIAMO…

Tutto questo per noi occidentali è difficile da comprendere. Per noi, il rapporto tra religione e politica ha attraversato la storia dell’Europa per centinaia di anni dilaniando coscienze, generando lacerazioni, guerre e percorsi intricati da cui l’Occidente è emerso con una coscienza “moderna”. Oggi, per un cristiano di qualsiasi confessione, la separazione tra Stato e Chiesa è un dato acquisito; il riconoscimento della democrazia come spazio di rappresentanza neutro rispetto alle religioni, non è messo in discussione. Certo la fede non è solo un fatto individuale ma anche un fattore sociale; le Chiese sono e devono essere presenze vive nel pluralismo di una società libera, soprattutto perché il Cristianesimo è la radice senza la quale l’Occidente stesso non esisterebbe. Ma per un cristiano la distinzione tra Dio e Cesare è scontata.
Chi ha fede, ha il diritto e il dovere di perseguire i valori in cui crede ma all’interno di una cornice di accettazione del pluralismo democratico. È giusto che un cattolico sia contrario all’aborto o abbia dei “valori non negoziabili” ed è giusto che si batta per poterli affermare ma nel rispetto delle regole che una democrazia impone, anche quando la tensione tra Stato, libertà individuale e coscienza entrano in conflitto (come nel caso recente del bimbo inglese “soppresso per motivi umanitari” secondo la visione laica). Nessun cattolico sano di mente, si sognerebbe di rimpiangere lo Stato pontificio o agognare ad un sistema teocratico o ad una legge religiosa per organizzare la società in cui vive.


UTILI IDIOTI

Per l’Islam tutto questo non vale perché la natura della religione islamica è una natura politica. Il Cristianesimo ha attraversato secoli prima di approdare ad una modernità che esso stesso ha partorito. Come è pensabile che in pochi anni l’Islam in Europa accetti quella modernità di cui esso è un corpo estraneo? Il problema quindi non è l’Islam in sé, ma l’Islam in Europa. L’estensione demografica della popolazione musulmana in Occidente (favorita da immigrazione o legislazioni come lo Ius Soli) metterà inevitabilmente a rischio le nostre libertà ed il nostro modello di valori. La sinistra di fronte all’orrore della violenza islamista, preferisce non guardare in faccia la realtà: e cioè che l’Islam è incompatibile con i valori dell’Occidente. L’atteggiamento tipico di ogni “utile idiota”.


[N.d.R. Ringrazio Francesco Spizzirri per la segnalazione]

2 commenti:

  1. ISLAM POLITICO, NON E' ALTRO CHE UN SISTEMA PER REGOLARE LA VITA DEI CITTADINI ESATTAMENTE COME IN OCCIDENTE.
    LA PAURA DELL'OCCIDENTE DI ESSERE UCCISI DAI MUSULMANI E' INFONDATA DAL MOMENTO CHE LORO SONO PRODUTTORI DI ARMI , MA LA LORO PAURA E' DALLA POTENZA DEL MESSAGGIO ISLAMICO CONTRO LA LABILE STRUTTURA CRISTIANA. DA QUESTO LATO BASTI VEDERE I NUMERI DI QUANTI SI CONVERTONO ALL'ISLAM ANNUALMENTE IN OCCIDENTE.
    VI DICO SOLO NON ABBIATE PAURA DALLA LUCE, ENTRATE E DECIDERETE.
    JESU, MOHAMMD, MOSE SONO MESSAGGERI DI DIO E HANNO UN UNICO MESSAGGIO ( CREDETE E SPARGETE IL BENE)

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    1. Grazie, ma preferisco rimanere libero pensatore.

      E voi, ai liberi pensatori, di solito tagliate la testa.

      Puoi scrivere in stampatello minuscolo?

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