Fonte: Fanpage
Gesù Cristo non è mai
esistito, non è mai morto e, soprattutto non è mai risorto a
Pasqua. Nei giorni in cui centinaia di milioni di cristiani in tutto
il mondo, cattolici, riformati, ortodossi e non solo, celebrano una
delle feste a loro più care, non si può dimenticare che, soprattutto
negli ultimi anni, vari studiosi hanno elaborato teorie che smontano
pezzo per pezzo la credibilità storica del personaggio di Gesù, che
sarebbe nient’altro che un mito. C’è da dire che per
secoli nessuno ha mai messo in discussione la storicità di Gesù.
Che ci fosse un uomo che è vissuto in Palestina durante la
dominazione romana, che questi fosse stato considerato un santo da
molti e che poi fosse stato messo a morte è stato dato per certo
praticamente da sempre. Le prime testimonianze scritte della vita di
Gesù sono contenute nelle lettere di San Paolo, diffuse circa 25
anni dopo la sua morte, quindi attorno al 50-60 dopo Cristo. Numerosi
storici romani, oltre a fonti greche ed ebree di quel periodo o degli
anni immediatamente successivi, raccontano dell’esistenza di Gesù.
Certo, che fosse o non fosse Dio, il figlio di Dio o comunque un
grande profeta è un fatto che attiene alla fede: la storia è altra
cosa.
Negli ultimi decenni,
però, non si è messo in discussione solo che Gesù non fosse Dio:
si è messo addirittura in discussione che quello di Gesù sia solo
un mito tramandato di generazione in generazione. Sia chiaro: si
tratta di costrutti ampiamente minoritari tra storici, archeologici,
filologi. Forse il testo più famoso che sostiene questa tesi è il
“Trattato di ateologia” di Michel Onfray, che, a supporto dei suoi
studi, dimostra che molti degli aspetti della vita di Geù siano
stati letteralmente copiati da altre religioni: prima di lui,
infatti, c’erano state divinità adorate per essere scese sulla
terra o che erano morte e risorte.
Altri studiosi, poi,
ritengono che forse un uomo di nome Gesù fosse effettivamente
esistito, ma che fosse uno dei tanti falsi profeti che, nella Giudea
di quegli anni molto scossi da guerre e sopraffazioni, provava a
farsi passare per un messia. Basta leggere, al riguardo “Perché
non possiamo dirci cristiani”, bestseller del matematico
Piergiorgio Odifreddi, il quale, mettendo insieme varie fonti,
sostiene che Gesù era probabilmente figlio di una donna stuprata da
un soldato romano che aveva fatto credere al povero Giuseppe di
essere stata messa incinta da Dio e che, dopo la morte, il corpo di
Gesù era stato trafugato dai suoi discepoli, dopo aver corrotto le
guardie, per creare un mito che dura fino ad oggi. Odifreddi si
spinge a scrivere che “nessun adulto sano di mente crede alle
favole su Gesù bambino, ma non sono soltanto i bambini a credere
alle storie su Gesù adulto.”
La dottrina della Chiesa
cattolica rispetto al tema dell’esistenza di Gesù come vero uomo e
vero Dio può essere sintetizzata in una frase di un apologeta del
secondo secolo, Tertulliano, il quale scriveva “credo quia
absurdum”: credo, cioè, proprio perché quello che mi hanno
raccontato è incredibilmente assurdo. Nella sua opera “De carne
Christi” sostiene che “il Figlio di Dio è stato crocefisso, non
c’è da provare vergogna, in quanto è cosa vergognosa; e il Figlio
di Dio è morto, ciò è assolutamente credibile, in quanto è cosa
sconveniente; e, una volta sepolto, risorse, questo è cosa certa,
proprio perché è impossibile." Con buona pace di Onfray e di
tutti i suoi studi.
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