lunedì 29 luglio 2019

Seicento anni di violenza coloniale non si possono cancellare


Anzitutto mi congratulo con questo ragazzo di nome Muso per il suo impeccabile italiano. Ma successivamente mi verrebbe da dirgli: “Dimmi qualcosa che non so!”, poiché le sue argomentazioni sono una fotocopia di quelle dei buonisti della Sinistra. Egli si chiede come mai gli italiani se la prendono solo con gli africani e non, per esempio, con i cinesi o gli argentini. La risposta è semplice: i cinesi non rompono le palle! Quelli che fanno casino sono africani e sudamericani, provenienti dai paesi della droga, Colombia in testa. L’Argentina, infatti, è al di fuori del circuito della droga, forse per una questione di cultura e di maggiore ricchezza, rispetto ad altri paesi latinoamericani. C’è poi un altro argomento che Muso trascura: i seicento anni di colonialismo che hanno visto gli europei sfruttare e opprimere le popolazioni africane, determinandone la povertà che le affligge tuttora. Prima del colonialismo, ovvero della prepotenza istituzionalizzata che portò le nazioni europee a spartirsi l’Africa come fosse una torta, ci fu qualcosa di molto peggio: la tratta dei negri. In entrambi i casi, che gli africani venissero rapiti e inviati come schiavi oltre oceano o che venissero schiavizzati direttamente in Africa nelle piantagioni di proprietà dei bianchi, si è trattato di comportamenti che inducono i migranti a provare rancore nei nostri confronti, ovviamente a livello inconscio. 


Anche lo stesso Muso prova rancore verso i discendenti di coloro che schiavizzarono i suoi antenati. Solo che lui non lo sa. Con queste premesse, non solo l’integrazione non sarà mai possibile, ma è probabile che tornino a galla rapporti violenti tra negri e bianchi, perché qualcosa del passato è rimasto invischiato nelle nostre cellule, nei nostri atomi, sia a noi che a loro.

[Grazie a Francesco per avermi segnalato il video]

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