martedì 16 luglio 2019

Viaggio al termine di Ixtlan


Non vi è piaciuto il mio articolo sulla ripetitività della Storia? Adesso vi sistemo io! Lo sapete o no che secondo la fisica quantistica il tempo non esiste e tutto accade simultaneamente? Ciò significa che i dinosauri stanno scorrazzando in questo momento sul pianeta Terra e le legioni di Cesare stanno invadendo ora la Gallia. Questo spiega perché Macron ci odia, anche se lui non lo sa. Ma lo sappiamo noi! La ripetitività della Storia, che obbedisce a determinati archetipi, fa il paio con la ripetitività degli eventi che accadono nelle nostre singole vite. Voi non so, ma io, per esempio, sono nato e morto contemporaneamente, con solo qualche piccolo accidente tra i due eventi. Sono collocato in un frammento di realtà, nello spaziotempo, insieme a miliardi di altri frammenti, anche se noi li percepiamo secondo la divisione del prima e del dopo, ovvero del tempo passato e di quello futuro, dimenticandoci che esiste solo un eterno presente. Io ho scelto di venire a vivere in quest’epoca, ho scelto i miei genitori e sono qui per fare esperienza. Potrei dire benissimo che sono stato qui per fare esperienza e, in tal caso, posso descrivervi cosa ho imparato da essa.


Ho imparato molto su di me e altrettanto su di voi, voi intesi come altri da me. Di me ho imparato che sono un goffo vigliacco, ma anche un temerario idealista. Sono, nello stesso tempo, Don Chisciotte e Sancio Panza. Ho imparato cos’è innamorarsi e il suo contrario, la disillusione. Ho imparato l’amicizia, ma con una punta di diffidenza, dal momento che ognuno nasce solo, vive solo e muore solo. Amicizia e amore, quindi, appartengono più al mondo delle idee platoniche, che non alla realtà contingente di ciascuno di noi, anche se tutti cerchiamo di trascinare quelle due idee, insieme ad altre simili, nel mondo prosaico della vita di tutti i giorni. Io oggi sono arrivato ad una elaborazione filosofica che mi obbliga a pensare di avere ancora poco da vivere, cioè ho fatto tanta esperienza di vita, come anima, che mi potrà bastare fino alla prossima reincarnazione, ammesso che decida di reincarnarmi. Ho scoperto la bellezza della conoscenza e quella ancora più splendida dell’immaginazione. Ho accumulato dei punti fermi. Punti qualità.

Per esempio, ho scoperto che di voi, intesi sempre come altri da me, non ci si può fidare, e di aneddoti personali ne potrei citare a bizzeffe. Troppe volte sono stato ingannato da persone che vedevano nella mia gentilezza d’animo una forma di debolezza da sfruttare. Ho scoperto, grazie a Massimo Mazzucco, che viviamo in una dimensione improntata all’inganno globale. E quando dico globale, mi riferisco in primis all’ingannevole tempo e all’illusoria scansione degli eventi. Tutto succede ora! Nella storia umana, secondo l’ordine degli archetipi e, nella nostra storia personale, secondo regole che possono essere catalogate con una certa approssimazione, anche se conoscere se stessi è la cosa più difficile in assoluto, molto più difficile dello studiare gli altri, vicini e lontani, sia geograficamente che temporalmente. Che ne so chi fossero realmente i miei genitori!? Eppure, ci ho convissuto a lungo, per molti anni. E io, per loro, sono stato un vero enigma: questo lo so per certo.

Sempre parlando di me stesso, visto che sono il soggetto più facile da studiare ma al contempo più difficile da decifrare, ho capito grazie a Carlos Castaneda dov’è situata Ixtlan, che non è in Messico come si potrebbe arguire, ma da un’altra parte. Anzi, se vogliamo dirla tutta, Ixtlan non esiste. E’ un non-luogo. O meglio, è il luogo delle anime. Dove tutti siamo diretti, poiché il viaggio verso Ixtlan è il viaggio della nostra vita. Non ci siamo fatti mancare niente. Abbiamo sperimentato lo stupore incantato dell’infanzia, la rabbia ribelle dell’adolescenza, la fatica dell’acre maturità, le gioie fugaci della procreazione, la saggezza arrendevole della vecchiaia, la resa finale della morte. Ed è lì che dovevamo arrivare, alla fine del nostro viaggio terreno: a Ixtlan.

La parabola si chiude. Da quattro gambe quando gattonavamo, siamo passati a due quando eravamo immersi nella tenzone quotidiana della vita adulta, poi a tre, contando il bastone della vecchiaia, fino al vestito di legno dell’arrivo a Ixtlan, assaporando in tarda età i momenti salienti della fanciullezza, i libri che ci hanno formato, le passioni che da essi sono scaturiti. A meno che le passioni già non covassero dentro di noi e i libri non siano stati che l’elemento catalizzatore per farle emergere.

Gli animali sono la mia passione da una vita e io mi feci comprare, all'età di 13 anni, “Animali estinti e in via d’estinzione”, di Vinzenz Ziswiler. Quel testo si rivelò un fattore di crescita formativa, un libro fatale, che mi avrebbe portato in età matura a mettermi contro le leggi dello stato, violandole perché ritenute speciste (ne ho trovata una copia malconcia l'altro giorno, al mercatino, e non ho potuto fare a meno di comprarla). Se anche il Legislatore avesse letto quel libro in età infantile, non avrebbe autorizzato la caccia, la vivisezione, il carnivorismo, le pellicce e tutto il resto del carname sanguinolento, così normale per gli specisti. E invece, per mia sfortuna e soprattutto per quella degli animali, i legislatori da bambini leggevano i fumetti di Topolino, lettura non sufficiente per fare di essi degli etici promulgatori di giustizia.


Anch’essi, compresi quei carnefici che dalle leggi speciste traggono piacere e diletto, arriveranno al termine del viaggio per Ixtlan. Anch’essi avranno, a quel punto, imparato qualcosa dalla loro esperienza terrena. Avranno forse imparato che la prepotenza vale più della sudditanza, la forza più della debolezza, il dominio più della sottomissione. Tutto questo dovevano imparare quelle anime maledette! Anime immature, infantili, diaboliche, atte a sguazzare nel fango primordiale della predazione, in mezzo ai trilobiti, piuttosto che elevarsi ai livelli eterei della giustizia e dell’etica.

Io, per parte mia, ho imparato che l’amore è migliore dell’odio, la cooperazione della competizione, la solidarietà dell’egoismo, tranne nel caso in cui qualcuno cerchi di contrabbandare la solidarietà verso i migranti come altruismo, tacciando di egoismo chi li respinge, poiché questa truffaldina operazione rientra nell’inganno globale di cui parlavo prima. Una mente accorta dovrebbe, appunto, accorgersene, ma le menti malaccorte non se n’accorgono. Perché avviene questo? Perché molti equivocano? Escludendo i professionisti della menzogna, delegati dai padroni occulti del mondo, coloro che credono sinceramente di far coincidere la solidarietà con l’accoglienza ad oltranza degli stranieri potrebbero essere anime immature, bisognose di imparare come funziona la vita tra gli esseri umani su questo pianeta. In tal caso, immature come sono, avrebbero una qualche giustificazione. E le si può perdonare. O tutt’al più, bannare da Facebook. Quando arrivo a Ixtlan, se posso, vi mando una cartolina.

3 commenti:

  1. Hai delineato un viaggio interessante da seguire, inalienabile soprattutto perché personale e quindi che ti appartiene. Fa fantasticare sulla relatività (e ineluttabillitá) di quanto viviamo, perché pure se ci sono tanti noi, ora sono io che scrivo a te in questa dimensione e non sono il soldato tedesco che marcia su Riga che parla a te che stai ballando il can can a Parigi agli inizi degli anni 20. Comunque bel periplo. Peccato il deragliamento all’oggettiva ossesione del tuo tempo d’oggi, l’immigraziome, madre di tutti i mali evidentemente. Forse ogni tanto dovresti lasciare spazio di scrittura anche ad altri Roberti. Con stima e simpatia. (Per le cartoline... diamoci tempo ��)

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    1. Poiché vivo in una terra disgraziata che ha subito 48 invasioni nel corso della sua storia, ho i nervi scoperti per quanto riguarda l'occupazione della mia terra dei padri.

      Tu dovresti capirlo meglio di altri.

      Ora sono alle prese con quella attuale, strisciante e anomala, compiuta da soldati disarmati che vengono qui in cerca delle nostre ricchezze. E per sostituirci.

      Non posso fermare gli Unni, né gli Ungari, ma forse posso fare qualcosa per fermare le orde afro-islamiche che stanno arrivando ora.

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  2. il "perdono" alle malefatte è un'ingiuria per la Vittima. Sno sempre più del parere: come mi suoni ti canto.

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