Il Patoch e lo scrigno dei ricordi

Di primo acchito, ho pensato che fosse il cacciatore, proprietario dell’altana, che andava a predisporre il suo appostamento, luogo di morte e sofferenza per i caprioli. Ma poi ho letto sulla fiancata del pick-up “Servizio forestale”, e mi sono tranquillizzato. Quindi, ho potuto partire proprio dalla maledetta altana, come mi ero prefissato di fare. Poi mi sono spostato sulle rive del Corno, nel punto preciso dove ancora esiste la cascatella che mi fece fare naufragio, in compagnia del Cico. La cascatella esiste ancora, ma il laghetto artificiale, predisposto dai cacciatori per la caccia agli acquatici (e che io usavo per la caccia fotografica), non esiste più da tanto tempo. Tutto ciò che non è coltivabile, è perso, secondo la mentalità contadinesca. Da qui, la scomparsa dei fossi, delle siepi e dei piccoli corsi d’acqua. Tutto, pur di far circolare agevolmentele grandi macchine agricole e guadagnare qualche metro in più di terreno. L’uomo è un virus e cacciatori e agricoltori ne sono i degni rappresentanti. Solo che dei primi se ne potrebbe benissimo fare a meno, mentre dei secondi no, perché, da essi, tutti noi dipendiamo per il becchime. E così, piano piano, la natura selvaggia soccombe.