venerdì 29 settembre 2023

Effimera come la nostra esistenza

Dopo l’esperienza della metamorfosi dei girini, il mio acquario “da lavoro” era rimasto sguarnito, avendovi solo messo le due piante di ninfea in vaso che erano rimaste soffocate da altre piante acquatiche nel laghetto, per vedere se riuscivo a salvarle. I copepodi che vi nuotavano attorno non erano di grande compagnia, così sono andato sulle rive dello Stella con una specie di arpione, per arraffare piante acquatiche, ben sapendo che in mezzo alle loro radici e alle foglie vi avrei trovato qualche artropode interessante da studiare. Per ora, ho rintracciato alcuni Gammarus pulex e un paio di Asellus aquaticus, ma anche un efemerottero del genere Caenis, che si può vedere nel breve filmato allegato. Mi sono orientato verso gli efemerotteri grazie alla presenza delle tre appendici caudali. Non deve stupire che, ad autunno già iniziato, ci siano tali larve perché, a differenza degli adulti che vivono un giorno solo per riprodursi, e poi muoiono, le larve vivono anche due anni, in acque basse e ricche si ossigeno. Quando poi sfarfallano tutti insieme, maschi e femmine, hanno poche ore di tempo per accoppiarsi e, le femmine, per deporre le uova, sempre nell’acqua. I maschi, compiuto il loro dovere, muoiono. Le effimere sono considerate degli indicatori biologici, nel senso che se sono presenti significa che l’ambiente è sano e non inquinato. Gli anglosassoni li chiamano “Mayfly”, ovvero mosche di maggio, ma non si manifestano solo in quel mese. Sono inoltre stati riscontrati casi di allergie, durante lo sfarfallamento, ma si tratta di casi rari che si presentano in soggetti particolarmente sensibili.


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