sabato 30 settembre 2023

Nessuno nasce imparato!


Sceso in cortile alle due di notte per far tacere Petra, che abbaiava con insistenza come se fosse alle prese con qualcuno, ho recuperato un riccio, salvo poi, dopo mezzora, ripetere la stessa operazione con un secondo riccio, anche lui scovato da Petra. Quando mi capita la fortuna di trovare animaletti interessanti, ho sempre pronti terrari di diverse misure in cui sistemarli, ma i due insettivori li ho messi in una conigliera, dove già tempo addietro era transitato un altro riccio, perché si presta meglio dei terrari in vetro per fare le riprese video. Li ho tenuti due notti, la seconda delle quali è stata proficua sul piano documentaristico, ma mi ha anche permesso di aumentare le mie conoscenze su questa simpatica specie di mammifero. Intanto, bisogna dire che sono infestati dai parassiti, pulci soprattutto, ma anche zecche insediate all’interno delle orecchie. Che avessero le pulci lo sapevo dai video registrati con la fototrappola, in cui si vedevano ricci grattarsi alla maniera dei cani. Che si concedessero dei riposini in piena notte, notturni come sono, è stata una novità, per me, che mi faceva venire in mente quel disturbo chiamato narcolessia. Ma l’elemento più interessante è che uno dei due, presumibilmente il più giovane, non ce la faceva proprio a frantumare il guscio delle chiocciole, tanto è vero che una di esse, durante un attacco di sonno del suo persecutore, non ha trovato niente di meglio che scappare passando sopra il suo corpo spinoso e questo mostra che le lumache, a dispetto della loro cute delicata, sanno affrontare ogni tipo di terreno, producendo, per facilitare la deambulazione, la famosa bava. L’altro, quello con le zecche nelle orecchie, sapeva benissimo come vincere la resistenza delle chiocciole. Dopo le riprese, senza por tempo in mezzo, prima dell’alba, li ho liberati nella parte del cortile dove i cani non hanno accesso. Devono ingrassare in vista del letargo.


8 commenti:

  1. Il riccio di notte filmato, sfamato e riposato. Grazie per il video...

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  2. I ricci vanno ghiotti di chiocciole, quando piove ne trovano di più, purtroppo hanno un problema, questi gasteropodi creano dei parassiti polmonari ai ricci che sono la causa di quella "tosse" che noi udiamo, e mi raccomando, mai latte vaccino, gli procura problemi gastrici anche di seria entità, perché per loro è proprio malsano, bene quello di capra, bene crocche da gatto, evitare pezzi di dolci come pandori, anche se loro li gradiscono molto.
    Luigi S.

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    1. Infatti, uno dei due, quello più anziano con le zecche nell'orecchio, aveva la "tosse" di cui parli.

      Grazie per i consigli, sempre utili e interessanti, ma subito dopo le riprese, li ho liberati sul retro della casa, dove i cani non arrivano.

      Non posso fare allevamento di ricci, perché come minimo la morosa mi lascia. E' stata chiara, in proposito. Gli animali selvatici non possono essere privati della libertà.

      E poi, non sono sicuro di fornire loro tutto il cibo di cui hanno bisogno, in vista dei prossimi freddi.

      Meglio lasciar fare alla natura, che si arrangino.

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  3. Il significato etimologico di natura è: insieme degli esseri viventi. Quindi ne' madre né matrigna, ovvero mero coacervo di animali e vegetali più o meno senzienti. Ergo consiglio all'irsuto riccio di confidare nella sua buona stella, o nel caso, posto molti animali possono si soccombere a causa dell',operato umano, ma altri sono soggetti al calcolo delle probabilità , che pur sempre porta alla morte, può portare alla morte. Resta la superbia, l'improntitudine umana, la cattiveria. Il sadismo, il dover riempire la panza due volte al dì, al minimo....

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    1. Bel commento! Sarebbe apprezzato ancora di più se fosse firmato. (Freeanimals)

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    2. Dallo stile sembrerebbe Mauro ... da sottoscrivere il contenuto

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    3. Sono io, a volte il nick name sparisce....

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