domenica 17 settembre 2023

Trilogia tartarughesca


Per la prima volta, le ho viste mangiare insieme. Essendo identiche, ovvero sorelle (o fratelli) finora non ero sicuro che entrambe si nutrissero. Se dovessero cadere in letargo, e non avessero accumulato abbastanza grasso, sarebbe un problema, cioè potrebbero morire nel sonno nei mesi freddi, dopo essersi scavate una buca nel terreno, ma non è previsto che debbano cadere in letargo, perché io non glielo permetterò. Fino ai due anni d’età, non è necessario. Così dicono gli esperti. Eccole dunque mangiare in contemporanea. L’unico modo con cui avrei potuto ovviare a questo inconveniente, sarebbe stato marcarle con colori diversi, per poterle distinguere, ma non ho voluto deturpare il loro carapace. Problema risolto, quindi. Mela e tarassaco è di loro gradimento, ma non saranno gli unici alimenti che fornirò loro. Oggi per esempio, gli ho dato di nuovo le fragoline di bosco. Trovo interessante il modo con cui addentano il cibo, anche se non hanno denti, ma un becco tagliente come gli uccelli. Infatti, sul piano evolutivo, questi ultimi derivano dai rettili e, per tale motivo, sono stati definiti “Rettili glorificati”. Immagine poetica. La differenza è che i rettili non spiccano per quoziente intellettivo, mentre fra gli uccelli, loro discendenti, vi sono alcune famiglie intelligentissime, come i corvidi e gli psittacidi, cioè i pappagalli. L’unica forma di addomesticamento che si può ottenere con le tartarughe è di abituarle a venire a mangiare quando sentono il suono di un campanellino, ma a me non interessa imporgli ritmi giornalieri che non sarei in grado di rispettare. Che mangino quando vogliono! Cibo non gliene farò di certo mancare!



 

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