martedì 31 dicembre 2024

La Matrix platonica


Testo di Anonimo

Vi siete mai chiesti perché vogliono togliere la filosofia dai corsi di Studio? Vi siete mai chiesti perché gli scritti hanno subito incendi continui ed addirittura sono scomparse intere città? Perché filosofi che hanno manifestato le proprie idee contrarie alle religioni sono stati uccisi perfino pubblicamente? Nel libro VII de "La Repubblica", Platone presenta una delle allegorie più celebri e profonde della filosofia occidentale: il Mito della Caverna. Questo racconto non è solo una narrazione affascinante, ma anche uno strumento potente per comprendere la teoria della conoscenza e la percezione della realtà, concetti centrali nel pensiero platonico. Immaginate una caverna oscura dove un gruppo di prigionieri è incatenato fin dalla nascita. Questi prigionieri sono immobilizzati in modo tale che possono guardare solo verso una parete di fronte a loro. Dietro i prigionieri, c'è un fuoco e, tra il fuoco e i prigionieri, c'è un sentiero rialzato. Su questo sentiero passano persone che portano oggetti e figure di varie forme, proiettando ombre sulla parete che i prigionieri possono vedere. Per questi prigionieri, quelle ombre sono l'unica realtà che conoscono. Le ombre nella caverna simboleggiano l'ignoranza e la percezione limitata di coloro che non hanno raggiunto la conoscenza vera. Rappresentano una realtà distorta e superficiale, una metafora di come le apparenze e le percezioni possano ingannare la nostra comprensione della vera natura delle cose.



Il mito prende una svolta significativa quando uno dei prigionieri viene liberato. All'inizio, questo prigioniero prova un dolore acuto e una confusione intensa nel venire esposto alla luce del fuoco e, infine, al sole del mondo esterno. La luce è accecante, e il prigioniero lotta per comprendere questa nuova realtà. A poco a poco, i suoi occhi si abituano, e inizia a vedere il mondo così com'è: colori, forme, la vastità del cielo e lo splendore del sole. Questo processo simboleggia il cammino verso la conoscenza e l'illuminazione intellettuale, un viaggio arduo e doloroso, ma profondamente trasformativo. Il prigioniero liberato si rende conto che le ombre nella caverna non sono la realtà, ma semplici illusioni. Nel suo desiderio di condividere questa rivelazione, torna nella caverna per liberare gli altri. Tuttavia, al suo ritorno, trova resistenza e viene frainteso da coloro che sono ancora incatenati. Per loro, le ombre restano l'unica realtà valida, e l'idea di una realtà diversa è inconcepibile e minacciosa. Questo ritorno sottolinea la difficoltà di trasmettere e accettare la verità in un mondo abituato alle illusioni, un riflesso della resistenza umana al cambiamento e all'accettazione di nuove verità.

Il Mito della Caverna, quindi, non illustra solo la teoria epistemologica di Platone, ma anche la sua visione sull'educazione e il ruolo del filosofo nella società. Il filosofo, come il prigioniero liberato, ha la responsabilità di guidare gli altri verso la luce della conoscenza, anche se ciò comporta affrontare l'incomprensione e la resistenza.

24 commenti:

  1. << la difficoltà di trasmettere e accettare la verità in un mondo abituato alle illusioni >>

    E se invece questa difficoltà fosse una necessità, per consentire la sopravvivenza della società umana ?
    E se la verità fosse più pericolosa delle illusioni ?

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    1. La Verità è sicuramente più pericolosa delle illusioni. Ne ho avuto conferma pochi giorni fa con una devota cattolica su Facebook, che sono riuscito a far arrabbiare benché mi fossi espresso educatamente.

      Se credere alle favole, a quella singola persona, consente la sopravvivenza, può essere che le credenze comuni, consolidate nei secoli, consentano la sopravvivenza anche alla collettività.

      Cioè, esistono stampelle per singoli, ma anche per intere comunità tribali.

      Tutte le religioni hanno le loro fantasie, che tengono incatenate milioni di persone.

      Domanda maliziosa: e se anche la Scienza avesse le sue fantasie, che tengono incatenati migliaia di scienziati?

      Sicuramente la vivisezione è una di queste fantasie!

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  2. Fin ora la storia ( se è vera ) ha dimostrato che la filosofia non ha inciso nei comportamenti umani , se non in minima parte e in chi era predisposto.
    Anche oggi , che la filosofia in questo mondo materiale non ha più senso , i concetti base , che ritengo non abbiano bisogno di essere insegnati , sono appannaggio di pochi.
    Credo che siano doti naturali , può essere più filosofo una persona di medio bassa cultura che un plurilaureato in letteratura.

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    1. Penso che la filosofia abbia una base fisiologica.

      Cogito ergo sum.

      Nel momento in cui mi trovo di fronte ad un evento che mi coinvolge, devo per forza - per una forma di adattamento evolutivo - spremere le meningi, ovvero sforzarmi di trovare delle soluzioni per uscire da quella data difficoltà.

      Questo è già fare filosofia.


      Poi ci sono i...professionisti della filosofia, i grandi filosofi che sono andati...oltre, entrando nell'ambito della speculazione pura.

      Faccio un esempio: una volta ho provato a leggere Spinoza. Non sono riuscito ad andare oltre le prime pagine, perché non capivo niente.

      Un altro esempio: cominciai a leggere "Il libro dell'Akasha", di Steiner.
      Anche lì non sono riuscito ad andare oltre le prime pagine, ma per un altro motivo, cioè perché mi sembrava che dicesse un sacco di castronerie.

      Idem con Madame Blavatsky: troppe sciocchezze per i miei gusti.


      Ma forse, se provassi a leggerli ora, li capirei di più e non mi sembrerebbero così astrusi.

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    2. Anch'io ho provato a leggere " cronache dall' akasha " di Steiner.
      È stata l' esperienza libraria più traumatica della mia vita , nonostante avessi letto solo poche pagine .

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    3. Mi ricordo solo che a un certo punto parla dei Lemuriani, che secondo lui erano alti 5 metri.
      E qui mi sono fermato.


      Ma ora che accetto l'esistenza in passato dei giganti, di varie misure, tra l'altro, e ora che mi sto sottoponendo alla "cura" Cracmal, penso che riuscirei a leggere quel libro senza difficoltà.

      Purtroppo, non lo posso fare perché nel frattempo l'ho venduto quando facevo i mercatini.

      A meno che non me ne procuri un'altra copia, sempre che ce ne siano ancora in circolazione.

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    4. https://www.amazon.it/Dalla-cronaca-dellAkasha-Rudolf-Steiner/dp/8877874112/ref=mp_s_a_1_1?crid=2CZL2YC46I2BO&dib=eyJ2IjoiMSJ9.PCUKA-nsRuMZZUbze2y2yXfUHi8x4usQWh3xiHwIvtAj9_fLBJqtMvIt8w9_sXvk.ZPoayYwBDGOHy7p1boMx_z1oE2xm_34efoPv71Hqvso&dib_tag=se&keywords=cronache+dell+akasha&nsdOptOutParam=true&qid=1735637648&sprefix=cronache+dell%27+ak%2Caps%2C311&sr=8-1

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    5. Non so se apre il link comunque su Amazon si trova

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    6. Sì, ho pensato subito anch'io ad Amazon e ti ringrazio per la dritta, ma al momento c'è un altro libro che mi incuriosisce: si intitola "Anatomia di Dio", scritto da una teologa.
      Freeanimals

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    7. Quando lo avrai letto, prova a farne un post.
      Sono curioso di sapere da dove l'autrice prende le sue informazioni.

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    8. In parte ti posso già rispondere: l'autrice prende le sue informazioni direttamente dalla Bibbia.


      Questo è il libro in oggetto.



      Dalla cronaca dell'akashi.

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  3. Personalmente, da amante della scienza, non ho una grande opinione della filosofia e dei filosofi.
    La mia definizione (un po' cattivella), è questa:
    “La Filosofia è quell’attività umana che consiste nel dare delle spiegazioni inventate e indimostrabili alle domande alle quali la Scienza non ha ancora dato una risposta accettabile”.

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    1. Ci sono diversi livelli di razionalità. Anche la filosofia può essere razionale. Anzi, deve!
      Freeanimals

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    2. Certo che è razionale. Lo è per definizione.
      Quello che le manca sono i fatti 'di base' su cui lavorare, che in genere sono le esperienze soggettive del pensatore stesso.
      Non bastano.

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    3. E come la mettiamo con la famosa frase di Einstein, che non era un filosofo ma uno scienziato: "L'immaginazione è più importante della conoscenza"?

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    4. Bella citazione !
      Posso dire di non essere del tutto d'accordo? ;-)

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    5. Se posso interpretare le parole di Einstein, l'immaginazione favorisce l'intuizione e mi sembra che molte scoperte scientifiche siano nate in seguito ad intuizioni.

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  4. Ma ... Lumen
    Non ti è mai venuto anche il piccolo sospetto che anche le risposte accettabili della scienza hanno un range dentro il quale ci possono infilare di tutto?

    Intanto la scienza , penso , dimostra prevalentemente risultati che interessano solo ad una parte ristretta ... che poi venga divulgata e fatta passare per un beneficio per tutti è un altro paio di maniche ...
    Peccato non poter parlarne a quattrocchi perché ci sarebbe da discuterne per ore , i risvolti sono molteplici ed è impossibile riuscire a spiegarsi in un breve commento.
    Qui si possono fare solo delle battute.

    Comunque , a parte le cose più ovvie che anche un non scienziato arriva a capire , credo che la scienza non sia per niente una materia esatta , infatti con il progresso e nuove scoperte tutto si aggiorna e il vecchio viene buttato.
    E non c' è mai un punto fermo ... Tutto è in evoluzione e quindi discutibile

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    1. Nel secolo scorso, per diversi decenni fu scientificamente provato che il fumo e l'amianto non fossero cancerogeni.

      C'erano medici che suggerivano ai propri pazienti di fumare per rilassarsi.

      Poi ci fu un famoso processo, intentato da un uomo che si ammalò di tumore dopo aver fumato parecchio nella vita.

      I giudici gli diedero ragione e la Philip Morris fu obbligata a pagare un risarcimento milionario. In dollari.


      Con l'amianto, le industrie che lo producevano riuscirono a comprare gli...scienziati, affinché non dicessero quanto fosse pericoloso.

      Oggi ci ritroviamo i tetti di molte case, in ogni città del mondo, per la cui rimozione si deve far venire una ditta specializzata e gli operatori indossano tute che li fanno sembrare ad astronauti.

      Tutto questo grazie alla...scienza!

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    2. No, grazie a degli scienziati venduti.
      È diverso.

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    3. @ Bobo

      Qualunque limite abbia la conoscenza scientifica (e ne ha molti), la filosofia ne ha di più.

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    4. Scienza e filosofia non possono essere complementari, anziché concorrenti?

      Non stiamo parlando di religione.

      Non hanno entrambe l'obiettivo di conoscere la realtà, arrivandovi per strade diverse?

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    5. Certamente.
      In effetti anche io trovo che siano complementari, ma in un modo diverso:
      La filosofia fa le domande, mentre la scienza cerca le risposte.

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    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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