martedì 8 marzo 2016

Celebrate, festeggiate, assassinate: e gli animali?


Pochi sanno che il patrono d'Italia è san Francesco e ancora meno quelli che sanno che è anche il patrono degli animali e che viene festeggiato il 4 ottobre di ogni anno, ma solo dagli animalisti. Tutti invece sanno dell'otto marzo, delle mimose e della stantia celebrazione delle donne, molte delle quali finiscono uccise da mariti e fidanzati, per non parlare di quelle violentate da stranieri e indigeni. Tutti conoscono il significato di razzismo, pochi quello di sessismo e quasi nessuno quello di specismo. La spiegazione è che del razzismo si parla a cominciare dalle scuole elementari, del sessismo si parla nei telegiornali in rapporto ai gay e dello specismo non ne parla nessuno. Eppure, dei tre “ismi”, il terzo è quello che miete più vittime, dell'ordine di miliardi di individui. Di donne e gay uccisi perché considerati deboli e inferiori si comincia a parlare pubblicamente solo da pochi anni, mentre di popolazioni soggette a genocidio perché ritenute in blocco inferiori ad altre etnie, se ne parla di tanto in tanto, ma più che altro come fatto statistico, buono per i libri di storia. Personalmente, preferirei che non ci fosse alcun 4 ottobre da festeggiare (cosa ci sia da festeggiare non so) e nemmeno nessun 8 marzo, perché vorrei una società in cui non ce ne fosse bisogno. Se per ipotesi lo specismo venisse culturalmente sconfitto ed eliminato, scomparirebbero automaticamente anche il sessismo e il razzismo. Ma gli Arconti non vogliono e la gente continua a ragionare per luoghi comuni. Quello odierno per me è un giorno di lutto e dovrebbe esserlo per tutti, come giorni di lutto, in relazione agli animali trucidati dall'uomo, lo sono tutti quelli che il Demiurgo manda in Terra.

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