Se l'Italia si ferma, anche i leoni da tastiera smettono di ruggire

I leoni da tastiera, siano essi professionisti o dilettanti, hanno condannato aspramente le manifestazioni di piazza organizzate da Pappalardo e, successivamente, dal centrodestra. Dando per scontato che il contagio sia ancora in atto, ogni assembramento appare loro come pericoloso, ma dimenticano che tra coloro che sono scesi in piazza, non solo a Roma ma anche in altre città, ci sono quelli che non hanno più soldi per mangiare, quelli che sono falliti nelle loro attività, e anche quelle persone che hanno perso i loro cari e di cui, essendo essi stati cremati, non verranno mai a sapere di cosa sono morti veramente. C’è infatti molta confusione e non si sa a chi credere, ma è un diritto di tutti noi sapere la verità, dal momento che non ci è sfuggito di come il dottor Zangrillo sia passato dalle stelle alle stalle, cioè un momento prima era un luminare e un momento dopo un “coglione”! Relata refero. 

E infine, se lo Stato è il nostro padre e l’Italia la nostra madre, un buon padre di famiglia pensa prima ai suoi figli e poi, se ne avanza, anche ai figli adottivi. Ma qui sta succedendo esattamente il contrario, da molto prima che scoppiasse la finta pandemia, con orde di stranieri che vengono a farsi mantenere dagli italiani. Il 30 giugno ci sarà un altro raduno a Roma. Per me è troppo lontano, ma starò attento di non perdermi quello di Udine, ammesso che lo facciano. Mi toccherà andare in macchina perché senza mascherina in treno non mi fanno salire. Mi hanno fatto diventare un paria.