Fonte: L’officina
La situazione di pre-allarme con l’Iran presente su tutti i media e fondata come sempre sulla Sindrome pre-TSS (Stress pre-traumatico, come definita da Gilad Atzmon, studioso ebreo della materia) può avere un’interessante chiave di lettura, non religiosa e non legata alla farsa delle “armi di distruzione di massa”. La crociata contro l’Iran è da tempo presente nella stampa israeliana, al punto che un eminente Rabbino, Moshe Albertal, ha dichiarato che un attacco nucleare contro l’Iran è talmudicamente etico. Questa visione trova pieno accoglimento nell’ipocrita visione del puritanesimo d’oltreoceano che si sente investito della “mission” (un po’ come i Blues Brothers) di agire affinché il volere di Dio possa essere attuato sulla Terra, in cui l’esercito USA rappresenta San Giorgio che uccide il drago. Ecco dunque la condanna per “immoralità” contro l’Iran. E l’immoralità va bombardata, come ci hanno insegnato i due Bush e Obama che, preso da foga mistica, ha aumentato di ben 8 volte le spese militari USA rispetto al suo predecessore. Ma se “preTSS” e “Immoralità” sono i ben noti leit-motives della politica “pacifista” (ben attenta ai bambini siriani ma non a quelli palestinesi, iracheni, yemeniti, afghani, somali…) non possono essere sottaciute alcune singolari circostanze.
Qualcuno ricorderà che nel 2008 il Generale americano Wesley Clark disse che gli USA si apprestavano a distruggere 7 Paesi in 5 anni: Iraq, Siria, Libano, Somalia, Yemen, Libia e Iran. Nessuno di questi Paesi fa parte della BIS – Bank for International Settlement – con sede a Basilea – istituita da quella Finanza che aveva finanziato due guerre mondiali (illuminante: “A Study of the Federal Reserve and Its Secrets” E. Mullins) e che controlla tutte le banche centrali. Ghaddafi, nelle grazie di mezzo mondo, ottimo acquirente di armi dagli USA, baciato e riverito prima a Parigi e poi a Roma, stava introducendo il Dinaro oro africano, al quale intendevano aderire alcuni Stati africani. Anche la Siria, nel febbraio del 2006 era uscita, in larga parte, dal sistema del dollaro. Il Pakistan, il 4 gennaio di quest’anno ha annunziato di uscire dal dollaro nelle transazioni con la Cina: lo stesso giorno gli USA lo hanno inserito tra i Paesi che violano i diritti umani. Il progetto di ex-dollarizzazione è da sempre nei piani iraniani e fu portato avanti da Ahmadinejad: l’Iran usa l’euro. Anche oltreoceano vale la regola: the buck doesn’t smell bad (pecunia non olet).
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