Fonte: Blasting News
Siria, la tragedia continua, la guerra
non si ferma e a pagare il prezzo più alto sono le creature più
innocenti: i bambini. Milad al Fadel, inviato di al Jazeera, racconta
i fatti: 'I bambini muoiono di fame', dice il cronista siriano che
non regge alla commozione e scoppia in un pianto che dice molto su
quanto questa guerra sta mettendo a dura prova anche chi deve solo
raccontarla davanti ad una telecamera. Non riesce a fermare le
lacrime Milad al Fadel, si copre il volto ed esce dall'inquadratura,
dallo studio chiudono il collegamento con voce sommessa.
Il giornalista stava documentando la
sofferenza della popolazione siriana, che da ormai molti giorni è
assediata dai soldati sotto il comando del presidente Bashar al
Assad. Ridotti alla fame, in una situazione di emergenza sanitaria
drammatica, più di 300 mila civili tra cui molte donne e bambini
stremati da una guerra infinita. I rifornimenti di cibo e medicinali
non riescono a giungere a loro da almeno un mese, i più piccoli e
deboli muoiono per la carenza di cibo e la situazione insostenibile. Una guerra dovuta ai cambiamenti
climatici, alla mancanza del rispetto dei diritti umani e le lotte al
potere sul petrolio, che sta decimando il popolo siriano senza
nessuna pietà. Colpendo scuole, ospedali, edifici civili ed
impedendo alle organizzazioni umanitarie di raggiungere chi riesce a
sopravvivere ai continui bombardamenti.
La situazione in Siria è
insostenibile.
"Si dice continuamente che è
necessario comunicare la realtà di ciò che accade in Siria
rimanendo obbiettivi, ma quando assisti ad un disastro umanitario di
questa portata non possiamo essere indifferenti e dobbiamo essere
solidali con i neonati e i bambini che, seppur privi di qualsiasi
colpa, vivono sotto assedio e muoiono di fame", è questa la
risposta del cronista ad una domanda dallo studio.
"Non è possibile far finta di
niente e non allearsi con le oltre 300 mila persone che non chiedono
altro che cibo, acqua e medicinali. Non possiamo fare niente oltre
che coltivare la speranza che i nostri occhi non debbano mai più
vedere quello che hanno visto a Madaya e a Ghouta (in provincia di
Damasco, luogo anch'esso martoriato dai bombardamenti). Bambini che
muoiono di fame", e dopo aver detto queste parole strazianti,
con le immagini delle piccole creature stremate, davanti ai propri
occhi, Al Milad cede alle lacrime. Dallo studio, anch'essi commossi e
senza parole di fronte a tanto dolore, ringraziano per la
testimonianza e chiudono la diretta.
come da copione....dove le truppe governative hanno la meglio sui mercenari appoggiati dall'occidente ecco che entrano in gioco i massacri di bambini ecc..ecc..
RispondiEliminala guerra è pace,la libertà è schiavitù,l'ignoranza è forza.
lacrime di coccodrillo!!!
Le lacrime saranno anche finte, ma è vero che i telegiornali nostrani continuano a dare la colpa dei massacri di civili ad Assad.
Eliminache sorpresa....siamo sotto occupazione...
RispondiElimina