venerdì 5 agosto 2016

Anche nei giornalisti batte un cuore



Siria, la tragedia continua, la guerra non si ferma e a pagare il prezzo più alto sono le creature più innocenti: i bambini. Milad al Fadel, inviato di al Jazeera, racconta i fatti: 'I bambini muoiono di fame', dice il cronista siriano che non regge alla commozione e scoppia in un pianto che dice molto su quanto questa guerra sta mettendo a dura prova anche chi deve solo raccontarla davanti ad una telecamera. Non riesce a fermare le lacrime Milad al Fadel, si copre il volto ed esce dall'inquadratura, dallo studio chiudono il collegamento con voce sommessa.



Il giornalista stava documentando la sofferenza della popolazione siriana, che da ormai molti giorni è assediata dai soldati sotto il comando del presidente Bashar al Assad. Ridotti alla fame, in una situazione di emergenza sanitaria drammatica, più di 300 mila civili tra cui molte donne e bambini stremati da una guerra infinita. I rifornimenti di cibo e medicinali non riescono a giungere a loro da almeno un mese, i più piccoli e deboli muoiono per la carenza di cibo e la situazione insostenibile. Una guerra dovuta ai cambiamenti climatici, alla mancanza del rispetto dei diritti umani e le lotte al potere sul petrolio, che sta decimando il popolo siriano senza nessuna pietà. Colpendo scuole, ospedali, edifici civili ed impedendo alle organizzazioni umanitarie di raggiungere chi riesce a sopravvivere ai continui bombardamenti.


La situazione in Siria è insostenibile. 
"Si dice continuamente che è necessario comunicare la realtà di ciò che accade in Siria rimanendo obbiettivi, ma quando assisti ad un disastro umanitario di questa portata non possiamo essere indifferenti e dobbiamo essere solidali con i neonati e i bambini che, seppur privi di qualsiasi colpa, vivono sotto assedio e muoiono di fame", è questa la risposta del cronista ad una domanda dallo studio. 

"Non è possibile far finta di niente e non allearsi con le oltre 300 mila persone che non chiedono altro che cibo, acqua e medicinali. Non possiamo fare niente oltre che coltivare la speranza che i nostri occhi non debbano mai più vedere quello che hanno visto a Madaya e a Ghouta (in provincia di Damasco, luogo anch'esso martoriato dai bombardamenti). Bambini che muoiono di fame", e dopo aver detto queste parole strazianti, con le immagini delle piccole creature stremate, davanti ai propri occhi, Al Milad cede alle lacrime. Dallo studio, anch'essi commossi e senza parole di fronte a tanto dolore, ringraziano per la testimonianza e chiudono la diretta.


3 commenti:

  1. come da copione....dove le truppe governative hanno la meglio sui mercenari appoggiati dall'occidente ecco che entrano in gioco i massacri di bambini ecc..ecc..
    la guerra è pace,la libertà è schiavitù,l'ignoranza è forza.
    lacrime di coccodrillo!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le lacrime saranno anche finte, ma è vero che i telegiornali nostrani continuano a dare la colpa dei massacri di civili ad Assad.

      Elimina
  2. che sorpresa....siamo sotto occupazione...

    RispondiElimina