“Offendersi è degli stupidi”, dice
il Vecchio Testamento. Ed evidentemente, a questo mondo, di stupidi
ce ne devono essere parecchi. Tuttavia, quando si verifica una
mancanza di rispetto, che porta uno degli interlocutori ad
offendersi, bisogna per prima cosa vedere se realmente la mancanza di
rispetto sussiste e se è stata voluta di proposito, con la
consapevolezza degli effetti che ne sarebbero derivati. Prendiamo per
esempio le vignette satiriche della rivista francese Charlie Hebdo. I
musulmani si sono sentiti offesi considerando molte vignette
irrispettose della loro religione. I vignettisti francesi hanno
accampato la giustificazione che in Occidente vige la libertà di
espressione, compresa quella di prendere in giro le istituzioni, sia
laiche che religiose. Chi ha ragione?
In tale frangente, sarebbe forse
auspicabile che ciascuna etnia si faccia le regole per conto suo, di
modo che l'Occidente abbia le sue regole e i paesi arabi le loro.
Ognuno a casa sua fa ciò che vuole. Gli arabi stanziati in Europa e
in America se ne tornino quindi a casa, se non vogliono sentirsi
offesi per quella che essi considerano una mancanza di rispetto. Se
invece diamo per buona l'idea di una globalizzazione delle etnie, con
un unico pianeta per l'intera umanità e la libera circolazione su di
esso dei suoi abitanti, allora necessita una mediazione in cui
ciascun popolo sta attento a non offendere gli altri popoli che
vivono nello stesso territorio.
In tal caso, gli occidentali devono
smettere di mangiare maiale per non offendere i musulmani, smettere
di mangiare mucche per non offendere gli induisti e io aggiungerei
smettere di mangiare carne in toto per non offendere gli animalisti.
Ma ciò comporta, come contropartita, che i musulmani smettano di
uccidere gli omosessuali e le donne adultere, gli induisti smettano
di adorare 300.000 diverse divinità perché in Occidente vige il
monoteismo e gli animalisti smettano di protestare contro la caccia
perché in Europa e negli USA si è sempre fatto uso di fucili da
caccia. Se poi smettono anche di protestare contro la vivisezione, le
industrie farmaceutiche possono lavorare in pace e siamo tutti più
felici. Tranne gli animalisti ovviamente!
Siccome, realisticamente parlando,
l'uomo medio occidentale non rinuncerà mai a mangiare carne, tenendo
gli animalisti in uno stato perenne di sdegno, non rinuncerà mai
alla satira e alla libertà di pensiero ed espressione, tenendo i
musulmani in uno stato perenne di sdegno, né rinuncerà mai al
monoteismo tenendo forse gli induisti in uno stato perenne di sdegno,
ne deriverà che sul suolo europeo avremo etnie mescolate fra loro
che avranno sempre qualcosa per cui lamentarsi. I cristiani del
burkini e i musulmani delle cristiane mezze nude in spiaggia. I primi
considereranno i secondi dei retrogradi medievali, mentre i secondi
considereranno i primi degli scandalosi infedeli. I cristiani, continuando a mangiare
quelli che per gli animalisti sono persone, mancheranno regolarmente
di rispetto a questi ultimi, i quali non riusciranno mai a farsene
una ragione, come da più parti si chiede loro. I cristiani
considereranno gli animalisti come fanatici malati mentali, mentre
gli animalisti considereranno i cristiani come retrogradi spietati,
barbari e primitivi.
Il caso di Daniela Martani ne è un
esempio. Gli italiani si sono scandalizzati perché ha detto che il
recente terremoto, nel caso degli amatriciani, rappresentava una
specie di Karma, ovvero di Nemesi, ma gli animalisti, compresa al
Martani, non è che si svegliano la mattina e si mettono a sputare
sentenze, così, a casaccio. Gli animalisti sono perennemente
scandalizzati dalle abitudini alimentari degli italiani e degli altri
bianchi di razza caucasica. Se gli animalisti esultano per la morte
di un cacciatore o di un torero nell'arena o se parlano di Karma nel
caso di abituali mangiatori di maiali è perché ogni santo giorno si
sentono offesi dalla mancanza di rispetto per gli animali e per la
sensibilità di chi non li considera come merce o semplici oggetti,
ma come persone a tutti gli effetti.
Per ovviare a questo inconveniente,
come detto, bisognerebbe che ciascuno se ne tornasse a casa sua, ma
se per i musulmani è facile individuare un luogo geografico preciso
in cui fare ritorno, per gli animalisti non lo è altrettanto. E' un
po' come per gli ebrei prima che venisse fondato lo Stato di Israele:
non si sapeva dove metterli. Gli animalisti sono nati su territorio
europeo, vivono su questa parte del mondo da secoli e anzi i loro
teorici, benché in minoranza, fanno parte della cultura europea.
Dire a un animalista: “Se non ti piace qui, torna a casa tua!”
non ha senso perché è già a casa sua, anche se a me è stato detto
più volte. Dire a un induista o a un musulmano di tornare a casa sua
invece ha senso, a meno che non si chiami Sharif Lorenzini, nato a
Bari da madre araba e padre pugliese.
C'è però da considerare che tra un
induista, un musulmano e un animalista, il terzo è quello che rompe
di più le palle agli occidentali, giacché li mette con le spalle al
muro in relazione alla propria coscienza, il secondo rompe le palle
in misura minore, più che altro per il vezzo di voler convertire
tutti alla sua fasulla superstizione, mentre il primo, l'adoratore di
300.000 divinità, fa i fatti suoi, gestisce il suo negozietto
d'ortofrutta e praticamente non rompe le palle a nessuno. E' vero che
l'animalista, conosciuto anche con il nome di vegano, è quello che
disturba più di tutti, ma non risulta che si sia mai fatto esplodere
con una cintura esplosiva, né che abbia mai messo bombe nelle
stazioni delle metropolitane. Eppure, di tanto in tanto, scoppiano
scandali in cui ad offendersi sono i magnacadaveri occidentali, che
considerano una mancanza di rispetto nei loro confronti, da parte
dei vegani, non morire di infarto e di cancro o il non dare carne ai
bambini, tanto che spesso deve intervenire la magistratura
demonizzando i genitori animalisti.
Posto che la maggioranza ha sempre
ragione, rispetto alla minoranza, i genitori vegani continueranno ad
avere guai con la giustizia, i musulmani in Italia continueranno a
vedersi osteggiati nella costruzione di moschee e nel “libero”
esercizio della balneazione delle loro donne, secondo le loro usanze,
e i mass-media continueranno, per profitto, a gettare benzina sul
fuoco delle polemiche: brutti, sporchi e cattivi saranno gli
animalisti; brutti, sporchi, cattivi e dinamitardi saranno i
musulmani. Ma mentre i musulmani hanno protezioni in alto loco,
addirittura nel capo della chiesa cristiana, gli animalisti di quali
protezioni possono godere? I musulmani ricevono vagonate di soldi dal
Qatar per le moschee, ma da chi sono finanziati gli animalisti?
Per converso, i musulmani sono però
sottoposti alla diffamazione degli attentati “false flag”,
compiuti dai crociati per i motivi che già conosciamo, mentre gli
animalisti per il momento non sono accusati di compiere azioni
terroristiche. Nel caso in cui dovessero diventare ancora più
invadenti e minacciosi per le industrie della carne e del farmaco,
non si può escludere che i servizi segreti attuino attentati a falsa
bandiera successivamente attribuiti a loro. Se è vero che la
maggioranza ha sempre ragione, non è vero che tale ragione sia anche
ragionevole. Anzi, nella cultura cristiana si parla di discepoli
mandati in predicazione che rappresentano il sale della terra, il
lievito che fa fermentare il pane e questo può essere inteso in
senso lato e attribuito anche a tutti gli eretici, i liberi pensatori
e le minoranze spesso osteggiate dall'Establishment.
Sono sempre i pochi a guidare i molti:
costoro magari prima li condannano e li uccidono e poi, con molta
calma, li osannano e li mettono sugli altari. Con Giordano Bruno è
andata così. Si spera che con gli animalisti vada nello stesso modo,
magari sorvolando sul rogo che ha posto fine al Nolano. Con il tempo,
se è vero che è galantuomo, si scoprirà alla fine che i vegani
avevano ragione in fatto di cibo e gli animalisti in fatto di etica.
Magari alla fine si scoprirà anche che Allah e i suoi 300.000
colleghi indù non esistono. La verità, a un certo punto, vincerà.
Forse.
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