Testo di Alessandra Marcotulli
Altra scossa stamattina, ma da dentro
una tenda non mi impressiona. Volevo condividere questo pensiero con
voi: prima del terremoto era periodo di sagre di paese, vedevo
ovunque manifesti con qualche pietanza a base di carne, latticini
eccetera. (Amatrice = pasta all'amatriciana.) Mi ricordo che ho
provato tanta rabbia, più volte ho mandato i colpi a tutti questi
paesi che non hanno il minimo rispetto verso gli animali, visti
soltanto come cibo e come soldi. Ma adesso che sono tutti distrutti,
sto male. Tanto male. Nell'aria sento il dolore, sento la sofferenza,
sento la morte, proprio come nei macelli. E mi distrugge l'anima
nello stesso, identico modo.
Perche'versi lacrime per dei demoni?sono le stesse genti che quando il coltello per incanto entra nelle gole dei poveri animali se la ridono e che pensi che basta un terremoto per sentirsi figli di un dio minore?l'amore per la terra da solo buoni frutti ma per questi che adesso ti si stringe il cuore non cambiera' niente:demoni erano e demoni morranno.in campana che i morti son maestri nell'arte del pianto.
RispondiEliminaNoi due ci conosciamo e ormai conosco il tuo metodo.
EliminaIl testo pubblicato è una risposta a giornali come Libero e Il Giornale, che hanno sbattuto in prima pagina il mostro Daniela Martani.
Peccato che non lo leggeranno.
Io non mi coomuovo. Aboliscano il nome Amatrice se non si può abolire l'amatriciana.
RispondiEliminaE.C. commuovo
RispondiEliminaUn po' di commozione c'è sempre. Nessun uomo è un'isola.
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