Fonte: L'antidiplomatico
Zitti, zitti, che tanto a luglio
nessuno se ne accorge e senza la benché minima fatica facciamo
passare gli Ogm in Europa…
E così fu. Nel silenzio più totale
dei media italiani, con il viscido benestare della maggior della
politica nostra, con il solo contrasto del Movimento 5 Stelle, la
Commissione europea ha autorizzato tre varietà di semi di soia
geneticamente modificati per l’alimentazione umana e animale. Che
importa se ai cittadini europei questa storia degli Ogm proprio
non va giù? Se più volte, in diversi Stati, si sono espressi
contrari al loro utilizzo? Cosa contano i pareri negati che
provengono da vari studi scientifici inerenti al loro utilizzo?
E chissenefrega di quel “principio di
precauzione” su cui si dovrebbe basare l’Europa per cui, nel
caso in cui dati scientifici non consentano una valutazione completa
del rischio, si dovrebbe impedire la distribuzione dei prodotti
ipoteticamente pericolosi.
Se le lobby chiedono che si apra il
mercato agli Ogm, l’Europa obbedisce. E così via libera
a soia “MON 87708 x MON 89788”, soia “MON 87.705 x MON
89788” e soia “FG 72”… soli i nomi fanno impressione! Ma
impareremo a conoscerli, questi nomi. Per dieci anni, infatti,
potranno tranquillamente invadere i nostri campi, i nostri carrelli e
le nostre tavole. E’ questa la durata della licenza stabilita dalla
Commissione con un sistema che non ha nulla di democratico.
Perché? Perché queste decisioni
così importanti per la salute e il futuro di tutti noi
dovrebbero essere prese dal comitato permanente e dal
comitato d’appello di cui fanno parte i rappresentanti degli
stati membri e tra questi i rappresentanti italiani dei
ministeri della salute, dell’agricoltura e dell’ambiente.
Ma quando questi non riescono (o non
vogliono?) adottare una decisione a “maggioranza qualificata”
entro un determinato periodo di tempo, la Commissione ha il via
libera per fare quello che vuole.
Che succede quindi? Che i nostri
rappresentanti – tanto bravi a propagandare il biologico, la
difesa dell’ambiente e del Made in Italy in televisione –
una volta seduti ai tavoli che contano si scordano di prendere una
decisione, temporeggiando e lasciando carta bianca a una Commissione
che ha tutti gli interessi salvo quelli dei cittadini.
E questo ormai è palese: com’è
capitato recentemente per il rinnovo del glifosato, la stessa
modalità è stata messa in pratica per gli Ogm. Il problema è che
in entrambi i casi a perderci sono sia i cittadini – in termini di
salute – che interi Stati, Italia in primis. Visto che proprio
il nostro Paese potrebbe fare del biologico e della qualità dei
propri prodotti un volano dell’economia. E, invece,
ancora una volta, per garantire il profitto di pochi si mette in
secondo piano il benessere di molti. Ma c’è un problema più
serio dei tre tipi di soia Ogm a cui sono state aperte le porte, un
problema che riguarda i modi e gli scopi: un sistema antidemocratico
introduce sostanze a rischio nei nostri Paesi, un po’ alla volta,
senza troppo scalpore per farci abituare lentamente: un po’ alla
perdita di sovranità, un po’ all’invasione di prodotti di dubbia
sicurezza, un po’ al potere incontrastato del mercato… Un po’
all’avvento del TTIP?
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