domenica 7 agosto 2016

Per i musulmani integrarsi significa sputare sul crocifisso


Fonte: Diretta News


Di recente si ricorda un precedente simile nell’aprile del 2011: un algerino di fede islamica,  Jamel Zmhwli, all’epoca dei fatti 31enne, patteggiò 7 mesi di reclusione per avere sputato e pestato un crocifisso. I fatti avvennero a Pordenone. L’uomo era accusato di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, di rifiuto di fornire le proprie generalità e di vilipendio di oggetti di culto.  L’uomo era giunto in Italia da poco. Fu processato per direttissima, difeso da un avvocato donna. Dall’istruttoria emerse che in passato egli aveva fornito alle autorità nove nomi diversi. La pena, comminata da un giudice  donna, fu sospesa e l’uomo tornò in libertà. Pochi giorni fa gli sputi a un altro crocifisso nella chiesa di San Zulian, a pochi passi da San Marco sotto gli occhi del sorvegliante: a compiere l’oltraggio sarebbero state 4 donne di fede islamica, velate, che si sarebbero allontanate subito dopo, confondendosi fra i turisti.  Nella stessa chiesa di San Zulian due giovani orientali hanno fatto la fila per la comunione e  hanno sputato la particola a terra, lasciando anche loro di fretta la chiesa.  E c’è anche chi entra per pregare Allah. Il parroco don D’Antiga  racconta che alle rimostranze dei fedeli rispondono: “Possiamo entrare nelle chiese e pregare Allah,  Papa Francesco ci ha dato il permesso”.


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